Il Seicento e il Settecento sono due dei secoli più
appassionanti della storia di Torino, sono quelli della trasformazione della
piccola città ancora chiusa nelle mure romane in capitale del Ducato dei
Savoia. E' la Torino del XVII e XVIII secolo, che si amplia prima verso Sud e
poi verso il Po, a Est, e che cerca nelle sue nuove piazze, l'odierna piazza
San Carlo verso sud e l'odierna piazza Carlina verso est, nuovi poli
d'attrazione e nuovi simboli del potere del sovrano. E diventa, attraverso ampliamenti e nuove concezioni urbanistiche, uno dei più importanti esempi europei dell'uso dell'architettura a gloria del potere assolutista.
A raccontare le trasformazioni della città, c'è, fino al 2 giugno 2013, una
bella mostra, bella sin dal titolo, Il Re e l'Architetto, Viaggio in una città
perduta e ritrovata. L'ha organizzata l'Archivio di Stato, nella sua sede di
piazza Castello, e mostra numerose carte originali, con i progetti dei più
importanti edifici dell'epoca, alcuni realizzati e altre no, che hanno creato
l'immagine della capitale sabauda. Un'immagine che l'Archivio di Stato vuole
far conoscere come se fosse davvero un viaggio attraverso il Settecento
torinese e, dunque, dalla Porta Susina, da cui i viaggiatori del Grand Tour in
Italia, di moda nel XVIII secolo tra gli aristocratici del Nord Europa,
entravano in città. Poi, già dentro Torino, i documenti originali mostrano i
progetti per la realizzazione del Palazzo Comunale, con un bel modello ligneo della
Torre Civica, distrutta dalle truppe napoleoniche, della
facciata juvarriana di Palazzo Madama e di quella, non realizzata, verso via
Po, del Teatro Regio di Castellamonte e del Palazzo Reale. E' un bel viaggio
alle origini del centro monumentale di Torino, con la città romana ancora
protagonista, grazie al suo tracciato ortogonale, capace di imporsi anche negli
ampliamenti: in mostra il progetto originario di piazza Carlina, concepita come
una piazza di stile parigino, chiusa e ottagonale, per esaltare, al centro, una
statua del sovrano, un progetto abbandonato per ragioni pratiche, perché, al di
là dei disegni assolutisti della dinastia sabauda, nessuno era interessato a
investire in isolati di forma irregolare a causa della piazza ottagonale.
L'importanza della Torino romana, nella creazione della
capitale barocca, è esaltata anche da un bel video, che, attraverso la realtà
virtuale, ricrea i 72 isolati di Augusta Taurinorum, il suo Forum, il suo
Teatro, ancora visibile tra il Palazzo Reale e le Porte Palatine, e,
addirittura, nei pressi dell'attuale Scuola di Applicazione d'Arma, l'anfiteatro
in cui i gladiatori si sfidavano. C'è anche un bel plastico che ricostruisce
quella città romana a cui anche la città del XXI secolo deve ancora buona parte
del suo tracciato e delle sue idiosincrasie.
Sono numerosi i plastici che aiutano a dare immagine ai
progetti che i preziosi documenti dell'Archivio di Stato mostrano; tra tutti
sono da segnalare quello grandioso della Cavallerizza Reale, realizzato poi
solo in parte, a poca distanza dall'Archivio di Stato, e quello della Palazzina
di Caccia di Stupinigi, una delle più belle residenze reali del barocco
europeo (provate ad arrivarci in una giornata limpida, da Corso Unione
Sovietica, con le Alpi che si stagliano dietro al grande cervo che sormonta il
tetto e a rimanere indifferenti alle sue curve barocche e alla sua eleganza
regale). Si arriva in questa stanza che ospita il plastico della Palazzina, con
le sue scuderie che accompagnano verso la 'sorpresa' dell'edificio juvarriano,
si vedono la grandiosità del parco e delle curve dell'intero complesso, nella
concezione settecentesca del potere e dell'architettura e si rimane senza
fiato. Stupinigi è bella anche in un plastico.
Il Re e l'Architetto, Viaggio in una città perduta e ritrovata
Archivio di Stato - piazza Castello 209 (piazzetta Mollino)
8 marzo – 30 aprile 2013 (prorogata fino al 2 giugno!)
Ingresso: libero
Orario: mar-ven 10-18; sab-dom 15-19
Info: tel 011 540382;
archiviodistatotorino.beniculturali.it
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