FLOReal d'autunno alla Palazzina di Stupinigi

 Nel weekend torna alla Palazzina di Caccia di Stupinigi FLOReal, che tanto successo aveva avuto nella prima edizione, nella stessa location. Nella tre giorni, dal 7 al 9 ottobre 2022, la mostra florovivaistica, con vivaisti provenienti da ogni parte d'Italia, sarà accompagnata da un ricco palinsesto culturale. Presentazioni di libri e conferenze, proiezioni di cortometraggi e documentari, performance teatrali, mostre, laboratori e un ampio spazio dedicato alla gastronomia, con un filo comune: la natura e la sostenibilità. La mostra propone colori e profumi dell'autunno, "dal fiore più amato, la rosa, agli agrumi siciliani, le orchidee dalla Lombardia, e ancora piante succulente e carnivore, orchidee, tillandsie, piante acquatiche e rampicanti, aromatiche e tropicali, oltre a diverse tipologie di bonsai. Piante da appartamento, da secco e da sole intenso, da ombra, fioriture annuali, bulbose e graminacee. Non mancheranno varietà più stagionali come le viole, i ciclam

L'urlo delle sirene: a Palazzo Barolo le memorie e le paure della Torino bombardata

Da alcuni giorni Palazzo Barolo ospita una piccola mostra, molto emotiva, che i torinesi dovrebbero vedere: L'urlo delle sirene – Memorie e immagini di una città bombardata.
Un allestimento semplice e pulito, affidato soprattutto all'illuminazione e a grandi pannelli, offre un percorso cronologico nella Torino della Seconda Guerra Mondiale, nella vita quotidiana dei suoi abitanti e, soprattutto, nei sentimenti e nel clima di una città bombardata.
Fotografie, video, oggetti, parlano di Torino tra il 12 giugno 1940, giorno dell'ingresso dell'Italia in guerra, e l'aprile del 1945, quando la città, insieme al resto del Paese, fu liberata dai partigiani e dagli Alleati. I bombardamenti distruggono mano a mano gli edifici cittadini, con una strategia precisa, che intende sfiancare la resistenza emotiva della popolazione: gli stabilimenti industriali, distrutti per indebolire la capacità di risposta bellica dell'Italia, il patrimonio artistico, devastato per negare la propria identità alla popolazione. Video e manifesti raccontano com'era la vita sotto le bombe, le istruzioni che venivano date alla popolazione, la penuria sempre più accentuata di beni di prima necessità, il razionamento dei beni alimentari; ci sono i diari di guerra, le armi dei soldati, le divise dei gerarchi; c'è la ricostruzione di quel periodo attraverso i diari, i sussidiari, le macchine fotografiche e da scrivere.
Emoziona anche l'impegno che i torinesi misero nel tentativo di salvare dalla follia bellica i beni culturali custoditi nei suoi musei e nelle sue chiese: al Castello di Agliè, appositamente preparato, furono trasferiti numerose opere del Museo Egizio e di vari altri Musei. Si respira una diffusa povertà, un'ansia feroce di sopravvivenza nei rifugi antiaerei, una fatica della sopravvivenza nei ritmi di vita scanditi dalla paura, una capacità di resistenza che chissà se si avrebbe, perché poi, a ogni informazione che si legge in mostra e a ogni immagine di Torino devastata, viene sempre da pensare a se stessi e a come si reagirebbe se.
E poi, si dice Torino, ma, seguendo quell'ordine di distruzione e disperazione, alla memoria vengono anche Sarajevo, Tripoli, Damasco, le città che si sono viste bombardate alla televisione e che in qualche modo hanno segnato intere generazioni. E si finisce pensando quanto sia folle la guerra e quanto grande sia il dolore che si respira ancora in tante parti del mondo, a causa sua. Si esce dalla mostra con una maggiore conoscenza della memoria storica di Torino e con una certa necessaria malinconia sulle cose umane.
L'urlo delle sirene è a Palazzo Barolo, in via delle Orfane 3, fino all'8 giugno 2014; l'orario di apertura della mostra è mar-dom 10-19, con aperture straordinarie il 25 aprile, il 1° maggio e il 2 giugno; il biglietto d'ingresso costa 8 euro, ridotto a 5 per gli over 65 e a 4 per le scuole; ingresso gratuito per Abbonamento Torino Musei, Torino+Piemonte Card, giornalisti, disabili e under 11. Tutte le info su www.operabarolo.it.


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