FLOReal d'autunno alla Palazzina di Stupinigi

 Nel weekend torna alla Palazzina di Caccia di Stupinigi FLOReal, che tanto successo aveva avuto nella prima edizione, nella stessa location. Nella tre giorni, dal 7 al 9 ottobre 2022, la mostra florovivaistica, con vivaisti provenienti da ogni parte d'Italia, sarà accompagnata da un ricco palinsesto culturale. Presentazioni di libri e conferenze, proiezioni di cortometraggi e documentari, performance teatrali, mostre, laboratori e un ampio spazio dedicato alla gastronomia, con un filo comune: la natura e la sostenibilità. La mostra propone colori e profumi dell'autunno, "dal fiore più amato, la rosa, agli agrumi siciliani, le orchidee dalla Lombardia, e ancora piante succulente e carnivore, orchidee, tillandsie, piante acquatiche e rampicanti, aromatiche e tropicali, oltre a diverse tipologie di bonsai. Piante da appartamento, da secco e da sole intenso, da ombra, fioriture annuali, bulbose e graminacee. Non mancheranno varietà più stagionali come le viole, i ciclam

Quando le bombe degli Alleati devastavano Torino

Nei giorni scorsi Capi di Stato e di Governo d'Europa e America, hanno celebrato il 70° anniversario dello sbarco degli Alleati in Normandia e, in fondo, l'inizio della fine della Seconda Guerra Mondiale. Ma, per Torino, giugno, più che l'inizio della fine della Guerra, fu il mese in cui, quattro anni prima, nel 1940, iniziarono i bombardamenti. Il 10 giugno 1940 Benito Mussolini dichiarò guerra a Francia e Inghilterra; nella notte tra l'11 e il 12 giugno, Torino fu, con Genova, la prima città bombardata dagli Alleati. L'Italia era talmente impreparata all'idea delle incursioni nel proprio territorio, che gli aerei britannici trovarono sia Torino che Genova perfettamente illuminate, come se fosse stato ancora tempo di pace. E le sirene, che dovevano avvertire la popolazione del pericolo, suonarono a bombardamenti già iniziati.

Perché Torino sia stata la prima città bombardata, è facile immaginare: era la città geograficamente più vicina al confine, era la città in cui l'industria automobilistica poteva essere facilmente convertita in industria bellica. Distruggere le fabbriche torinesi, con il loro grande potenziale di produzione, significava non solo ridimensionare il potenziale bellico, già non altissimo, dell'Italia, ma anche colpire lo stato d'animo dei torinesi e degli italiani.

Il 1942 e  il 1943 furono gli anni in cui la città subì i bombardamenti più devastanti. Nella notte del 18 novembre 1942, decine di aerei lanciarono su Torino oltre 90 bombe, che provocarono numerosi incendi e decine di morti. Pochi giorni dopo, oltre 200 aerei devastarono Torino con 177 bombe, che lasciarono centinaia di morti e distrussero buona parte degli stabilimenti torinesi. Nel 1943, l'anno della svolta per l'Italia in Guerra, con la caduta di Mussolini e l'armistizio dell'8 settembre, Torino subì numerosi bombardamenti. Il 2 febbraio morirono 29 persone sotto le bombe della RAF e dell'Air Force degli Stati Uniti. Il 13 luglio ci fu il bombardamento più violento: 413 bombe causarono la morte di 792 persone e un migliaio di feriti. La cosa peggiore fu che il bombardamento non fu annunciato dalle sirene e la popolazione fu colta impreparata. Ma, a volte, la violenza degli attacchi faceva sì che cantine e rifugi antiaerei non fossero sicuri.

E' difficile, una settantina di anni dopo, immaginarsi cosa dovesse essere la vita in una città che viveva le penurie della guerra, a cominciare dal cibo, e perennemente esposta al pericolo dei bombardamenti, senza alcuna sicurezza, con una vita quotidiana assolutamente provvisoria, sotto tutti i punti di vista. Eppure, quella città, manteneva le scuole aperte, continuava a recarsi al lavoro, cercava persino di divertirsi mantenendo i cinema aperti e andando allo stadio (il Grande Torino vinse il suo secondo scudetto).

L'8 settembre 1943, con l'armistizio e il passaggio dell'Italia al lato degli Alleati, non significò la fine dei bombardamenti. La liberazione del Paese avvenne anche attraverso i bombardamenti nelle grandi città. A Torino le bombe continuarono a cadere fino a, praticamente, pochi giorni prima della Liberazione: il 5 aprile  1945, uno degli ultimi bombardamenti colpì anche due ospedali. Alla fine della guerra, Torino era una città in ginocchio: le sue industrie, a cominciare dalla Fiat, erano distrutte, buona parte dei suoi quartieri era stata distrutta, il centro cittadino contava decine di edifici caduti.

Quale stretta al cuore dev'essere, vedere una città bombardata? Camminare tutti i giorni in una piazza Castello con gli edifici danneggiati, raggiungere il Lingotto devastato. E a questo aggiungere la penuria di cibo, le notizie negative dal fronte, la paura per i propri cari in guerra, la fragilità della vita per i bombardamenti. Sono sentimenti che possiamo solo immaginare: a Palazzo Barolo una bella mostra, appena terminata, raccontava la vita quotidiana di quegli anni e queste fotografie, trovate nel web, raccontano gli effetti delle bombe in città. E, se vogliamo, l'enorme forza di quelle generazioni che, uscite dalla guerra, ricostruirono Torino e tutte le nostre città.



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