Beni Culturali: le eccellenze
internazionali e la scommessa italiana è il titolo di un convegno
che si è tenuto oggi a Venezia e che è stato possibile seguire in
streaming su muve.it, il sito della Fondazione Musei Civici Venezia. Tra i relatori della
giornata c'era anche Christian Greco, da sei mesi direttore del Museo
Egizio di Torino.
Nel suo intervento Greco ha raccontato il nuovo
Museo Egizio, che il 1° aprile 2015 riaprirà non solo con un nuovo
allestimento, ma anche con una nuova concezione e una nuova immagine.
Senza rinunciare a se stesso, alla propria storia e alla propria
identità, il Museo Egizio intende aprirsi all'esterno, verso la
città che lo ospita e verso i centri di ricerca internazionali. "Basta considerare il Museo Egizio come un Museo locale. Non lo è.
Che non si dimentichi che l'Egittologia è nata a Torino!" ha
rivendicato Greco, ripercorrendo la storia del Museo, il primo al
mondo dedicato solo all'Egitto, sin dal XIX secolo, il più importante d'Europa per antichità e per consistenza delle collezioni.
Rivendicato il posto del Museo Egizio nel mondo, Greco
ha raccontato i suoi progetti. Due gli obiettivi principali: la
tutela e la comprensione delle collezioni da una parte e l'apertura
verso l'esterno e verso il pubblico. Ha
insistito moltissimo su entrambi i punti, spingendo anche
a riflessioni importanti. Ha affermato che il Museo Egizio, come
tutte le entità culturali, intende rapportarsi alla realtà
cittadina: "Ma per stringere rapporti con questa realtà bisogna
stabilire di cosa si sta parlando. A Torino, per esempio, basta
andare a Porta Palazzo per scoprire che la lingua più diffusa è
l'arabo". E come non pensare che il Museo Egizio conserva una parte
della storia del Nord Africa, da cui provengono i cittadini di Porta
Palazzo? Come non pensare a un Museo Egizio, cuore pulsante anche per
loro, che di quella civiltà sono in qualche modo figli? Mai pensato
prima che il Museo Egizio potrebbe essere uno strumento di dialogo
della Torino multiculturale, grazie Direttore!
Dalla prossima
riapertura tutti i visitatori saranno dotati di videoguida, compresa
nel prezzo del biglietto; il percorso museale, che sarà secondo le
parole del Direttore "archeologico, cronologico e con
approfondimenti tematici", sarà arricchito di strumenti
multimediali, in modo che i visitatori possano approfondire gli
argomenti che più li colpiscono. C'è una parola che è tornata
spesso nel discorso di Greco: la contestualizzazione. Greco ha
insistito molto sulla necessità di stabilire relazioni con i Musei
che posseggono reperti provenienti dallo stesso scavo. Relazioni che
devono essere riconosciute dal pubblico, nell'itinerario museale, e
che devono essere stabilite dal Museo come centro di ricerca.
L'Egizio intende infatti riprendersi il suo posto negli studi
egizi. Ci sono accordi con il
CNR, si stanno stabilendo relazioni con gli altri Musei europei e
sembra saranno strettissimi i rapporti con i Musei Vaticani, con cui
si sta pensando addirittura a un biglietto condiviso (grandi i
vantaggi per il pubblico, in un Museo aperto al mondo!).
Nel 2015 non solo il 1° aprile sarà una data fondamentale, ci sarà anche il 1° maggio. Sarà allora che per la prima
volta dopo decenni il Museo Egizio tornerà a scavare in Egitto. Non
lo farà per portare i reperti a Torino: la legge egiziana
stabilisce che tutto ciò che viene scavato in Egitto, in Egitto deve
(giustamente) rimanere. Gli archeologi lavoreranno per conoscere meglio le proprie collezioni, perché dalla
conoscenza arriva anche una tutela migliore del proprio patrimonio.
E dopo aver ascoltato le parole di Christian Greco e ricordato
che tutto quello che lui ha raccontato sta avvenendo in un Museo
rimasto sempre aperto al pubblico, nonostante il cantiere, viene da
pensare come un Museo Egizio più presente sulla scena
internazionale, più aperto ai visitatori con le sue iniziative, sia
una grande occasione culturale e turistica anche per Torino. Buon lavoro,
Direttore!
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