FLOReal d'autunno alla Palazzina di Stupinigi

 Nel weekend torna alla Palazzina di Caccia di Stupinigi FLOReal, che tanto successo aveva avuto nella prima edizione, nella stessa location. Nella tre giorni, dal 7 al 9 ottobre 2022, la mostra florovivaistica, con vivaisti provenienti da ogni parte d'Italia, sarà accompagnata da un ricco palinsesto culturale. Presentazioni di libri e conferenze, proiezioni di cortometraggi e documentari, performance teatrali, mostre, laboratori e un ampio spazio dedicato alla gastronomia, con un filo comune: la natura e la sostenibilità. La mostra propone colori e profumi dell'autunno, "dal fiore più amato, la rosa, agli agrumi siciliani, le orchidee dalla Lombardia, e ancora piante succulente e carnivore, orchidee, tillandsie, piante acquatiche e rampicanti, aromatiche e tropicali, oltre a diverse tipologie di bonsai. Piante da appartamento, da secco e da sole intenso, da ombra, fioriture annuali, bulbose e graminacee. Non mancheranno varietà più stagionali come le viole, i ciclam

Storia di piazza Castello, ombelico e cuore di Torino

In queste ultime settimane si è parlato spesso della pedonalizzazione dell'intera piazza Castello, lasciando alle auto solo il passaggio tra via Po e i Giardini Reali. Piazza Castello è oggi l'ombelico di Torino, il suo cuore pulsante. Qui confluiscono tutte le vie più importanti del centro: via Po, che la collega con il fiume Po e con la collina, via Roma, che porta alla Stazione di Porta Nuova e ai quartieri meridionali, via Pietro Micca, che conduce verso la Stazione di Porta Susa, via Garibaldi, che è la grande arteria pedonale del centro e porta verso piazza Statuto, corso Francia e la Torino occidentale. Qui si trovano da secoli i palazzi del potere: Palazzo Madama, che fu residenza degli Acaja, i governatori di Torino; la sede del Vescovo, trasformata da Emanuele Filiberto in Palazzo Ducale e diventato poi Palazzo Reale con il Regno di Sardegna; i Palazzi della Regione e della Prefettura nell'attualità. Perché piazza Castello è diventata il centro di Torino, essendo stata, in età romana, una piazza periferica, davanti alla porta Eridania, posta verso il fiume? Probabilmente proprio a causa di questa porta, che fu fortificata fino a diventare il Castello degli Acaja, sede del potere politico riconosciuto, contrapposto a quello del Vescovo, anche lui affacciato sulla piazza e adiacente al Duomo.

Quando, nel 1560, Emanuele Filiberto arrivò a Torino, piazza Castello era molto più angusta di quella che vediamo oggi. Palazzo Madama aveva ancora l'aspetto di una fortezza medievale ed era collegata a Palazzo Reale da una manica oggi scomparsa; l'attuale piazzetta Reale era separata da piazza Castello da un muro porticato. L'aspetto, insomma, non era così ampio ed elegante come si vede oggi (del resto, ricordate com'era Torino, all'arrivo di Emanuele Filiberto?). Eppure quella piazza fu teatro di grandi eventi e di grandi feste. I Savoia si mostravano in pubblico dal balcone dei portici che separavano il loro Palazzo dalla piazza; le Ostensioni della Sindone avvenivano nello stesso luogo. I quadri arrivatici dal passato mostrano l'arrivo di Cristina di Francia, con i balconi decorati a festa, la facciata severa e medievale dell'attuale Palazzo Madama imbandierata, decine di persone affacciate, i soldati schierati. E la sensazione è di un luogo davvero angusto. Solo pochi decenni dopo il Theatrum Sabaudiae avrebbe raccontato un'altra piazza Castello, più spaziosa e decisamente barocca.

Durante il Regno di Carlo Emanuele I, figlio di Emanuele Filiberto e suocero di Cristina di Francia, si decisero l'espansione e l'abbellimento di Torino, diventata capitale di un Ducato ambizioso e deciso a sopravvivere, tra Francia e Italia. L'espansione verso sud e verso est, continuata dai suoi eredi, diedero a piazza Castello un ruolo centrale, non più solo politicamente, ma anche geograficamente; la sua identificazione con il potere si accentuò con l'ampliamento del complesso di Palazzo Reale: vennero costruite le maniche in cui trovavano posto gli uffici per l'amministrazione dello Stato, i padiglioni della Cavallerizza. Reale, per la preparazione della futura classe dirigente. Anche sotto la Reggenza di Cristina, piazza Castello fu teatro di feste e celebrazioni. E' passato alla storia quello per le nozze di sua figlia Entichetta Adelaide con Fernando Maria di Baviera, nel 1650; il regista fu ancora una volta il conte Filippo di Agliè, appassionato coreografo e artista, prediletto di Madama Reale non solo nel privato, ma anche per la gestione delle feste di corte. Gli Hercoli domatori de' mostri et Amore domatore degli Ercoli è il titolo dello spettacolo, a cui la sposa assistette dal balcone di Palazzo Madama (all'epoca appartenente al complesso di Palazzo Reale, sempre attraverso la manica oggi scomparsa).

Nel secolo successivo Filippo Juvarra trasformò Palazzo Madama, dotandolo della grandiosa facciata barocca che vediamo ancora oggi e unendolo all'antica fortezza medievale attraverso un intercapedine, in cui trovano posto le magnifiche scalinate che portano al piano nobile (potete ammirarle gratuitamente dall'atrio del Palazzo). In età napoleonica venne abbattuta la manica che univa Palazzo Madama al complesso di Palazzo Reale e ci andò bene, perché i Francesi volevano abbattere anche Palazzo Madama e Palazzo Reale, per ricavare una piazza d'armi nel cuore di Torino. Così Palazzo Madama si trovò isolata nel centro della Piazza, diventando una sorta di isola, intorno alla quale tutto gira. Un incendio costrinse all'abbattimento del muro porticato che separava il Palazzo Reale dalla piazza e Carlo Alberto lo fece sostituire con l'elegante cancellata che conosciamo ancora oggi (lo stesso sovrano si occupò di sanare la 'ferita' della separazione tra il Palazzo Reale e Palazzo Madama, facendo costruire la Sala della Rotonda, con cui si conclude oggi l'Armeria Reale).

Alla fine dell'Ottocento apparvero nella piazza i tram e le automobili; nel Novecento, dopo le distruzioni della Seconda Guerra Mondiale, e in pieno boom economico, le auto si impadronirono di piazza Castello, spogliandola dell'immagine secolare di salotto del potere. Ci furono parcheggi davanti al Palazzo della Regione, in piazzetta Reale, davanti alla Prefettura; tra via Po e via Roma trovò posto persino un benzinaio; il traffico girava intorno a Palazzo Madama, preso come una specie di rotonda ante litteram. Furono necessarie le Olimpiadi del 2006 e i piani di abbellimento della città per restituire una certa parvenza di dignità regale alla piazza: furono pedonalizzate piazzetta Reale e il tratto di piazza Castello davanti a Palazzo Madama, mentre il traffico fu spostato sull'asse che andava dai Giardini Reali a via Pietro Micca, passando sul lato di via Po e via Roma.

E siamo a oggi: il centro di Torino sta abbandonando la centralità delle automobili, con il consenso ammirato dei torinesi, che si sono reimpossessati di piazza San Carlo, di via Lagrange e via Carlo Alberto, del lato occidentale di piazza Castello. Adesso c'è l'idea di rendere pedonale l'intera piazza Castello e persino via Roma, fino a piazza Castello. Un centro pedonalizzato, come in tante città europee, come piace ai torinesi e persino ai commercianti, dopo le prime proteste. Si potrà rendere pedonale piazza Castello, vista la sua posizione di ombelico cittadino?


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