Si dice
marmo e si pensa a statue,
sculture e oggetti di design.
Valeria Eva Rossi, invece, lo usa per creare
gioielli di design, con il suo marchio,
Pietraquadra. Il marmo è un materiale a lei familiare: "Sono
toscana, di Carrara, sono cresciuta circondata dal marmo, studiando e
ammirando i capolavori artistici con esso realizzati. Ho studiato architettura
a Firenze, poi sono venuta a Torino per il lavoro di mio marito,
quindi sono stata diversi anni in Francia prima di tornare a Torino e
adesso in parte in Cina. Creare con il marmo è come un ritorno alle
origini, ma non solo".
- Sei laureata in Architettura, hai
esplorato la versatilità della professione, dagli studi di
progettazione al design, come sei approdata al disegno di
gioielli?
E' stato un processo naturale. Come architetto, mi
sono occupata di progettazione, di urbanistica, di ristrutturazione,
di arredamento. Come designer ho sempre avuto un rapporto speciale
con il marmo e quando ho iniziato a pensare ai gioielli, è stato
naturale usarlo e trattare le mie creazioni come piccoli progetti di
architettura. La fase di studio e di disegno, in fondo, segue criteri
molto simili.
- E' un materiale facile per i
gioielli?
Non lo è. Ma il marmo è una materia straordinaria
ed è quindi una sfida e soprattutto una passione, che produce
magnifici risultati. Bisogna pensare che è un materiale che rende
unico ogni gioiello, non solo per la lavorazione, eseguita a mano, ma
anche le sfumature della pietra: un pezzo di marmo non è mai uguale
a un altro, per cui le sue sfumature renderanno ogni gioiello
esclusivo. Nonostante quello che generalmente si pensa, non è
neanche un materiale pesante, in queste dimensioni: le collane e gli
anelli, che sono gli oggetti principali delle mie collezioni, sono
portabilissimi.
- Tu sei una designer pura, nel senso che
disegni i tuoi gioielli e poi li affidi ai laboratori
Quasi.
Il mio lavoro è certamente il disegno, o, usando un termine da
architetto, la progettazione del gioiello, prima attraverso degli
schizzi e poi spesso al computer. Lo immagino, lo disegno, lo
elaboro. Dietro ogni gioiello ci sono ore di lavoro e molta passione.
Ma seguo personalmente anche la fase di prototipizzazione, ogni nuovo
pezzo non è solo disegnato e realizzato, ma anche provato e
revisionato, se necessario, prima di essere prodotto in altri
esemplari. Quando ho iniziato a disegnare gioielli ho pensato di
abbinarli con la seta, morbida e anatomica e nella mia ricerca sui
materiali, ho scoperto la passamaneria del negozio Antica
Passamaneria Massia, in via Barbaroux, Questa passamaneria appartiene
alla tradizione, la Passamaneria Massia è la più antica d’Europa,
è ancora creata a mano, con gli antichi telai dell''800 e armonizza
perfettamente con l'idea di creare gioielli unici. Anche quando
progetto case, amo il dialogo e la tensione che si crea nella
contrapposizione degli opposti: in questo caso il marmo solido e
statico, dialoga con la passamaneria è morbida e dinamica, dal loro
apparente contrasto, si creano armonie di grande fascino.
- Una
volta terminato il tuo lavoro di designer, ci sono gli artigiani
Sì,
le collane, gli anelli, le borse, sono tutti rigorosamente fatti a
mano. Il marmo è lavorato in un laboratorio di scultura a Carrara,
l’argento da due laboratori orafi di Firenze e di Torino, le borse
sono realizzate su mio disegno da una bravissima designer e artigiana
torinese. Sono tutte persone di talento, che seguo direttamente,
perché mi piace che gli oggetti siano esattamente come li ho
immaginati e disegnati; per le borse, per esempio, scelgo
personalmente ogni tessuto che comporrà il singolo pezzo e gli
abbinamenti, è un lavoro di grande precisione e anche molto
appassionante.
- Sei anche affascinata dalla figura geometrica
del cerchio, che torna spesso nelle tue collezioni.
Il cerchio
in particolare, ma anche il quadrato sono i due elementi geometrici
che caratterizzano Pietraquadra e che appaiono anche nel logo stesso.
Sono figure archetipe universalmente riconosciute: il Cerchio
rappresenta il tempo, l'infinito, l'elemento celeste e il Quadrato è
lo spazio, l'elemento creato e terrestre. Sono figure geometriche che
parlano quindi di rapporti tra terreno e ultraterreno, una
giustapposizione di grande armonia finale.
-Per ragioni
familiari hai rapporti frequenti con la Cina, hai mai presentato i
tuoi lavori ai cinesi? E come li hanno accolti?
Dal 2014, anno
in cui ho iniziato a partecipare a eventi sul Made in Italy per
designer e stilisti italiani emergenti, ho avuto chiara l'impressione
che c'è un interesse vivo e attento e molto rispetto per la
creatività, la ricerca e il lavoro artigianale. L'esclusività di un
prodotto è molto apprezzata. Si tratta sempre di una fascia definita
e ristretta di persone, che hanno studiato all'estero, che hanno
contatti con stranieri, in particolare europei. Sono stata accolta
con rispetto e il mio lavoro ha riscosso molto interesse. Tornerò a
maggio, per portare avanti dei contatti a Shanghai, ma vorrei far
conoscere il mio lavoro anche ai cinesi che sono in Italia o che
vengono in vacanza.
-E Torino come ti ha accolta?
Torino
è una città che mi piace molto, di fascino e discrezione e anche
perché è un po' francese e io ho una grande passione per la
Francia. E' una città apparentemente distaccata, che osserva con
attenzione prima di accordarti il suo interesse, specie se sei
'straniera'. Interesse, che spero aumenti: da marzo ho uno spazio
espositivo permanente da Spacenomore, nel cortile interno di Palazzo
Graneri della Roccia, in via Bogino 9, in cui ricevo su appuntamento
e organizzo eventi. Il 2016 è per me un anno di progetti importanti.
Pietraquadra ha
un
sito web ed è su
Facebook
e
Instagram.
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