FLOReal d'autunno alla Palazzina di Stupinigi

 Nel weekend torna alla Palazzina di Caccia di Stupinigi FLOReal, che tanto successo aveva avuto nella prima edizione, nella stessa location. Nella tre giorni, dal 7 al 9 ottobre 2022, la mostra florovivaistica, con vivaisti provenienti da ogni parte d'Italia, sarà accompagnata da un ricco palinsesto culturale. Presentazioni di libri e conferenze, proiezioni di cortometraggi e documentari, performance teatrali, mostre, laboratori e un ampio spazio dedicato alla gastronomia, con un filo comune: la natura e la sostenibilità. La mostra propone colori e profumi dell'autunno, "dal fiore più amato, la rosa, agli agrumi siciliani, le orchidee dalla Lombardia, e ancora piante succulente e carnivore, orchidee, tillandsie, piante acquatiche e rampicanti, aromatiche e tropicali, oltre a diverse tipologie di bonsai. Piante da appartamento, da secco e da sole intenso, da ombra, fioriture annuali, bulbose e graminacee. Non mancheranno varietà più stagionali come le viole, i ciclam

Le foto del Neorealismo, in mostra al Museo Ettore Fico

Sono gli ultimi giorni per visitare la mostra Realismo, Neorealismo e Realtà – Fotografie in Italia 1932-1958, al Museo Ettore Fico: chiuderà domenica 29 gennaio 2017 e sarebbe davvero un peccato perderla perché è tra le più commoventi ed emozionanti che possiate visitare a Torino in questo periodo.

Appartenente a un progetto triennale, che porterà al Museo Ettore Fico la Collezione Guido Bertero, una delle più importanti raccolte fotografiche italiane, la mostra presenta le immagini del secondo dopoguerra italiano, firmate da alcuni dei più grandi fotografi italiani e stranieri, da Giacomelli a Patellani, da Ghirri a Fontana, da Robert Capa a henri Cartier-Bresson. Sono le immagini della stagione neorealista italiana: a cinema trionfavano Roberto Rossellini, Vittorio De Sica, Luchino Visconti, Pietro Germi, Alberto Lattuada e la loro Italia in bianco e nero, uscita miserrima dalla Seconda Guerra Mondiale e però già capace dello slancio che l'avrebbe portata, tra ritardi, disuguaglianze e sacrifici all'appuntamento con la modernità.


Le immagini sono commoventi, raccontano il grande cambiamento del nostro Paese e ritraggono i nostri nonni e i nostri genitori, che uscirono a pezzi dalla guerra, si inventarono mille mestieri per sopravvivere, vissero situazioni di miseria inimmaginabili, tra le mondine del Nord e i pastori del Sud, furono disposti ai grandi trasferimenti di massa per garantire un futuro migliore ai propri figli. Davanti ai volti duri delle donne del Sud, agli sguardi degli operai in cantieri improvvisati, ai vestiti sgualciti e alle piccole camere per grandi famiglie, non si può rimanere indifferenti. Ci si sente diversi dall'Italia delle processioni e delle superstizioni, che allora erano parte indispensabile della vita sociale e che pure sopravvivono ancora, si sorride alle immagini dello scudo crociato sulle pareti delle cittadine del sud e delle falci in mano ai contadini del nord, si sente un tuffo al cuore al riconoscere la Sardegna nel volto orgoglioso di una donna, si rimane con un nodo in gola davanti alle immagini dei treni affollati in arrivo dal Sud a Milano, dei saluti al Porto di Napoli per le navi in partenza verso chissà dove. Eravamo questo e siamo cambiati in così pochi decenni.


Nella presentazione di questa mostra bellissima e imperdibile, il Museo Fico insiste sul linguaggio neorealistico della fotografia e del cinema, che fecero entrare l'Italia nell'immaginario collettivo internazionale, puntando soprattutto sul lato artistico delle immagini. Ma io, al guardare quelle donne stanche che allattavano i loro bambini, a cui avevano poco di più da offrire, quegli uomini che si inventavano mille mestieri, anche lucidare le scarpe ai soldati americani o fare la barba agli sconosciuti all'aperto, quei bambini che trovavano un modo per sopravvivere nelle strade di Napoli, mi sono chiesta soprattutto se siamo stati all'altezza del loro dolore e dei loro sacrifici. Se questa è l'Italia che sognavano, quando hanno iniziato a ricostruirla. Viviamo giorni difficili, forse siamo ancora un Paese da inventare, ma davanti a quelle immagini, ci si sente davvero italiani, senza se e senza ma, e viene da pensare solamente che noi siamo stati anche questo. Noi, senza Nord, Sud e Isole, semplicemente noi, gli italiani, nati in quei decenni che ci mescolarono, ci diedero una lingua comune e ci fecero popolo, più del Risorgimento.


Sono tante le emozioni di questo viaggio nel dopoguerra del nostro Paese, dalla sconfitta fino alla Dolce Vita, ma porto con me questo testo, che introduce a una sezione della mostra e che secondo me ci descrive come pochi altri: "L'Italia è un diamante dalle innumerevoli sfaccettature, che, ancora oggi, perdurano e si possono ritrovare da una regione all'altra, da un paese all'altro. L'Italia dei mille campanili, delle mille ricette, dei mille dialetti, delle mille regole e tradizioni. L'Italia che si concede senza dare, quella che volta gabbana e cambia il corso della storia. Tutti fascisti oggi, tutti partigiani domani, tutti monarchici, ma anche tutti repubblicani. La grandezza degli italiani è infinita e la loro adattabilità camaleontica e gattopardesca si evolve plasmandosi con la storia, con il potere e con le circostanze. Sciuscià per gli alleati, democristiani per la chiesa, lavoratori e sfaccendati, istrioni un po' guitti e un po' mattatori".

Realismo, Neorealismo e Realtà – Fotografie in Italia 1932-1958 è al Museo Ettore Fico, in via Cigna 116 fino al 29 gennaio 2017. L'orario di apertura al pubblico è mer-ven ore 14-19, sab-dom ore 11-19; il biglietto d'ingresso costa 10 euro, ridotto 8 euro (over 65 e insegnanti) o 5 euro (13-26 anni e gruppi), gratuito per under 12, MEF Friends, possessori della tessera Abbonamento Musei. Il biglietto d'ingresso dà diritto alla visita di altre due mostre aperte al MEF fino al 29 gennaio: Eugenio Tibaldi – Seconda chance e Ettore Fico – Fotografie, polaroid, taccuini, pastelli e incisioni. Tutte le info su www.museofico.it.


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