Chi
segue Rotta su Torino anche
su Instagram magari lo sa già:
recentemente sono stata
quattro giorni a Roma. Erano anni che non
tornavo nella capitale, dove sono stata spesso per la mia tesi di
laurea in Architettura, dedicata a
Villa Adriana a Tivoli. Questa
vacanza
romana è anche l'occasione per aprire una
nuova sezione su Rotta su
Torino, in cui raccontare
impressioni di viaggi fuori città, siano
nel Piemonte o altrove; non avrà un aggiornamento costante, ma mi
piace l'idea che ci sia uno spazio in cui raccontare impressioni ed emozioni di viaggi. E Roma mi sembra una bella città per
esordire.
C'è
un rito che mi piace compiere in tutte le città
in cui sono già stata, per sentirle in qualche modo mie e non
sentirmi una turista più o meno gradita: passare a dire ciao a tutti
i luoghi che amo di più quando arrivo e fare lo stesso giro prima di
partire. L'ho ripetuto anche a Roma: a
Trinità dei Monti, la prima volta di uno degli incubi della mia quattro giorni romana, i
venditori di aste per i selfie, che sono ovunque, sono insistenti e
fanno odiare chiunque si faccia un selfie con quei dannati arnesi.
Poi la discesa lungo la scalinata recentemente restaurata, la
Barcaccia ripulita,
piazza di Spagna e via del Babuino, per raggiungere
piazza del
Popolo. A piazza del Popolo, il primo contatto con una delle realtà
di questi giorni: le
camionette dei militari e i giovani soldati in
divisa armati, a vegliare sulla nostra sicurezza; li ho incontrati
anche a San Pietro, a Santa Maria Maggiore, a San Paolo fuori le
Mura, ai Fori Imperiali e in qualunque luogo turistico. Non fanno
paura, al contrario,
danno sicurezza, fanno comunque sentire in una
città che ti accoglie e veglia su di te e suscitano un
bel senso di
gratitudine. Il mio giro di saluto passa per
via del Corso, si
addentra nelle viuzze per raggiungere il
Pantheon e dire ciao ad
Adriano (sì, mi ricordo ancora le tecniche costruttive della cupola)
e ai sovrani d'Italia, e finisce inevitabilmente a
piazza Navona. Di
lì,
Campo de' Fiori, largo di Torre Argentina, a cercare il luogo esatto in cui i congiurati uccisero Giulio Cesare, piazza Venezia e i
Fori Imperiali. Non mancherei mai a
questo mio giro romano.
Intorno a questo minitour irrinunciabile,
c'è la Roma che ho scoperto per caso. In via del Corso sono entrata
per la prima volta nella
Basilica di Sant'Ambrogio e Carlo, costruita
nel XVII secolo per la comunità dei lombardi residenti in città:
dietro a una tradizionale facciata barocca romana, c'è un interno
sorprendente, fastoso e barocco, che richiama San Pietro e non dà
all'occhio modo di riposare tra decorazioni, marmi, affreschi che
meravigliano, sorprendono e fanno pensare che
non bisogna mai saltare
neanche una chiesa, a Roma, per quante ce ne siano. E infatti, a poca
distanza c'è
San Lorenzo in Lucina, che ricorda un po' le basiliche
paleocristiane con la sua facciata con piccolo portico (ma il
campanile è romanico) e dentro di nuovo il fasto del barocco, con
tutte le linee prospettiche che convergono verso il Cristo Crocifisso
di Guido Reni, sull'altare. Un'altra bella scoperta di questa vacanza
romana è stata la chiesa di
Santa Prassede, a poca distanza dalla
Basilica di Santa Maria Maggiore, in via di Santa Prassede 9; ha
origini antichissime e nell'abside presenta un trionfo di mosaici
dorati, che fanno pensare all'arte bizantina più che alla romana. Dedicherò un post alle chiese da non perdere, famose o meno che siano!
In realtà, però, la principale ragione per cui sono tornata a
Roma sono le
Terme di Caracalla. Tanti viaggi nella capitale, per una tesi
sull'architettura antica, e non aver mai visitato le Terme di
Caracalla. Ho finalmente rimediato e sono rimasta stupefatta. La
forza di Roma, la padronanza nella gestione della linea curva,
la consapevolezza dell'uso dell'architettura nella propaganda
imperiale, la grandiosità nelle sale conservate. Ecco
grandiosità
forse è il termine più adatto per descrivere il succedersi delle
sale, i resti dei mosaici, gli archi possenti. L'antica Roma nel suo
splendore, a poca distanza dal Circo Massimo, dai Fori Imperiali e da
quella
Basilica di Massenzio, adesso tutta puntellata a causa della
costruzione della Linea C della metropolitana, ma anch'essa vertice
della sapienza raggiunta dai romani in architettura. Se volete avere
un'altra idea di quanto i Romani fossero
geniali nel controllo della
linea curva e nella
sperimentazione delle potenzialità del calcestruzzo,
visitate anche la chiesa di Santa Maria degli Angeli, ricavata da
Michelangelo nel
frigidarium delle
Terme di Diocleziano: le altissime
volte a crociera che caratterizzano la chiesa sono originali e fanno
pensare a che luogo
fastoso dovevano essere le terme romane, tra
architettura grandiosa, decorazioni sfarzose e opere d'arte, tra
sculture, mosaici e marmi, disperse tra musei e collezioni private.
In questo viaggio nella Roma antica, vi segnalo il piccolo itinerario
che dal
Portico d'Ottavia permette di avvicinarsi al
Teatro Marcello:
siamo tra la Sinagoga, il ghetto ebraico e i Fori Imperiali e la sovrapposizione
di epoche e di culture è così evidente da essere
emozionante e
struggente.
Roma non lascia mai indifferenti: a una decina d'anni
dall'ultima volta in cui l'ho visitata,
è molto cambiata. E non in
meglio. È
soffocata dal turismo: cammini tra i Fori Imperiali e in
piazza di Spagna, ma persino in San Pietro, e ti trovi frotte di
asiatici
con cellulare e asticella in mano a scuotere i capelli e a
fare espressioni buffe o fatali da pubblicare sui social con dietro
il Colosseo o la Pietà di Michelangelo. È necessario? Passeggiavo
per Campo de' Fiori o piazza Navona chiedendomi cosa penserei se
Torino fosse così
snaturata e umiliata da chi non è interessato
alla bellezza e alla storia ed è lì solo per aggiungere un altro tassello
alla propria egolatria made in Instagram. È anche tanto
caotica e
rumorosa, più di quanto ricordassi, con
motorini che sbucano ovunque
e che sono il vero pericolo, con
auto che passano anche nelle
cosiddette aree pedonali e chi ci capisce è bravo, con
extracomunitari che sbarcano il lunario come possono e come in altre
capitali del turismo non sarebbe loro permesso, per il decoro della
stessa città. Ma
il guaio di Roma è che è la
Città Eterna, la
Caput Mundi, il tempio della
Cristianità. È bella, anche nella sua
decadenza, ed
è unica, lo sappiamo noi e,
purtroppo, lo sanno anche
i romani, che la ameranno follemente, ma
non la curano quanto
dovrebbero. Ne scriverò ancora: quattro giorni a Roma non si
raccontano in un solo post.
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