Nostradamus è ancora oggi una presenza
avvolta dal mistero. E’ vissuto nel 1500, fu colto, viaggiò moltissimo ed esercitò
la professione di medico, ma fu anche astrologo, matematico, astronomo, erborista,
alchimista e scrittore. E fu un profeta, anche se nebuloso. Arrivò a Torino nel 1556
ufficialmente per visitare Margherita di Valois, moglie del Duca Emanuele Filiberto di
Savoia e già avanti negli anni, tanto da non poter dare un erede che avrebbe permesso al
Duca il suo rientro a Torino, secondo il trattato di Chateau Cambresis. Nostradamus aveva
infatti la fama di preparare un olio miracoloso in grado di combattere la sterilità
dell’uomo e della donna, e venne a tale scopo ospitato con discrezione nella villa
"la Vittoria" denominata in seguito "il Morozzo".
Al Duca, Nostradamus predisse la nascita dell’erede e ne specificò anche il nome,
Carlo Emanuele, che sarebbe diventato il più grande capitano del suo tempo. Predisse
anche che sarebbe morto "quando un nove si troverà davanti a un sette": Carlo
Emanuele morì infatti a 69 anni, prima di compierne 70, e la profezia si avverò. La
Domus Morozzo che ospitò Nostradamus si trovava all’inizio dell’odierna via
Michele Lessona. Ridotta a rudere fu ulteriormente devastata da un incendio e fino al 1983
ne rimaneva ancora in piedi un muro, poi le ruspe del Comune lo abbatterono e tutta
l’area è diventata un giardino pubblico.
Intorno al 1970 si parlò molto di una lapide che Nostradamus lasciò a ricordo del suo
passaggio e che avrebbe dovuto contenere un significato magico. Da studi fatti da
fotografie scattate quando ancora l’edificio era una villa qualcuno ne ricostruì il
testo, davvero molto sibillino:
1556
Nostre Damus a loge ici
On il ha le paradis lenfer
Le purgatoire ie ma pelle
La victoire qvi mhonore
Avrala gloire qvi me
Meprise ovra la
Rvine hntiere
La traduzione è: "Nostradamus ha alloggiato
qui, dove c’è il Paradiso, L’Inferno e il Purgatorio. Io mi chiamo la Vittoria.
Chi mi onora avrà la gloria; chi mi disprezza avrà la rovina intera". Il
significato esplicito si riferisce ai terreni circostanti la tenuta, denominati Paradiso,
Inferno e Purgatorio. Vittoria è il nome della proprietaria della villa nel 1556. Sul
significato nascosto, nessuno ancora ha trovato la chiave di lettura...
Sembra comunque che la lapide non sia andata distrutta insieme con tutto l'edificio,
ma sopravviva in una casa torinese il cui indirizzo è mantenuto ovviamente segreto.
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