Il Parco Arte Vivente (PAV) è uno dei nuovi parchi urbani nati a Torino
dalla dismissione delle aree industriali. Se il Parco Dora è l'esempio più
eclatante della rinascita di un'area industriale, il Parco Arte Vivene è uno
degli esperimenti più interessanti realizzati in città, con le commistioni di verde e arte
contemporanea, con l'unione del parco con le mostre e i percorsi educativi. Per molto tempo
l'ex area industriale è stata un territorio abbandonato, "un terreno in
transito" come lo definisce
il sito web del PAV, su cui si sono insediate
numerose specie vegetali. E' stato osservando questo processo autonomo di
trasformazione, che è nata l'idea del PAV, "un parco, non
totalmente organizzato con un linguaggio formale, che si struttura e definisce
con la processualità del vivente, piante, animali, persone e attraverso le
relazioni che si formano tra essi e che generano trasformazioni inaspettate e
non determinate a priori del paesaggio urbano". In questo modo
il progetto ha voluto fare proprie "le sollecitazioni e le relazioni con gli artisti, le relazioni di
questi con l'ambiente, con i suoi vincoli e le sue potenzialità, e con il
pubblico e le committenze sociali, in un sistema di relazioni dove il luogo
della produzione delle opere è il medesimo di quello dell’esposizione, e il
luogo dell’esposizione è il territorio, dove le opere, entrando in rapporto
fra loro, concorrono al processo di costruzione di questo frammento di paesaggio".
Su queste basi, il PAV è stato inaugurato nel 2008, diventando un Centro d'Arte
Contemporanea curato da Piero Gilardi e sviluppato con l'architetto paesaggista
Gianluca Cosmacini; al suo interno ci sono un sito espositivo all'aria aperta e un
museo interattivo, che permette l'incontro e il dialogo tra arte e natura,
biotecnologie ed ecologia, pubblico e artisti. Nei suoi spazi si sono sviluppati
numerosi progetti che hanno sottolineato i rapporti tra l'arte e la natura, con
installazioni d'arte contemporanea, permanenti o temporanee, riflessioni
sull'Arte, attività educative e formative rivolte al pubblico,
attraverso workshop e seminari, visite guidate.
Uno spazio, dunque, vivo e vivace, punto d'incontro e di aggregazione per
riflessioni contemporanee, in una città che è stata profondamente cambiata dalle trasformazioni urbanistiche degli ultimi decenni.
Il Parco Arte Vivente inaugura oggi la mostra collettiva
Show Food, curata
da Orietta Brombin, la prima del 2014, per riflettere sull'arte come bene
comune, alla pari delle risorse naturali. "Le esperienze della Bioarte ci aiutano a sviluppare consapevolezza e generare nuove pratiche del vivere condiviso e, attraverso questo programma, il PAV continua
a rappresentare e costituire con le sue opere un possibile palcoscenico del mondo, suggerendo narrazioni, visioni critiche e alternative praticabili per fronteggiare le
crisi"
spiega il comunicato stampa. Mentre al PAV si riflette con le sue
installazioni d'arte contemporanea su temi eterni di grande attualità, come le
emigrazioni, i riti per il possesso delle risorse naturali, le guerre, il suo
futuro è in pericolo.
Il Comune non ha confermato gli stanziamenti per il 2014 e non ha rinnovato la
Convenzione di cinque anni scaduta a ottobre, prorogata di due mesi e di nuovo
scaduta; non si hanno notizie circa le intenzioni del sindaco Piero Fassino,
nonostante il PAV abbia sedotto anche il quotidiano francese
Le Monde, che,
come sottolineava alcuni giorni fa l'edizione torinese de la Repubblica, gli ha
dedicato un articolo ammirato. "Poco importano
i 70mila visitatori registrati dai responsabili del PAV lo scorso anno, contro i
20mila del primo anno" scriveva il quotidiano "i contributi comunali,
erogati tramite la Fondazione Torino Musei, sono scesi dai 700mila euro del 2008
ai 150mila dell'anno scorso, che comunque restano un'incognita, dopo che Palazzo
Civico ha tagliato del 66% la dotazione finanziaria dei musei civici".
"La delusione arriva alla vigilia dell'Expo 2015, tutto incentrato sui temi
di alimentazione, natura e rapporto con il paesaggio: proprio ciò su cui indaga
artisticamente il PAV" commenta ancora il quotidiano.
Per cercare di scongiurare la chiusura, su change.org è stata lanciata una
petizione, indirizzataal sindaco Fassino. "Questo Centro per l'Arte Contemporanea, aperto cinque anni orsono grazie ad
una virtuosa operazione urbanistica e culturale condotta all’insegna del
principio della 'sussidiarietà democratica', ha visto crescere mano a mano
il numero dei suoi visitatori e il volume delle sue attività didattiche grazie
alla conduzione di un serrato e coerente programma di mostre, eventi, laboratori
di levatura pienamente internazionale centrati sui contenuti e sulle metodologie
partecipative dell’odierna Arte Ecologica.
Lo staff del PAV, anche se ridotto alla metà di quello iniziale per effetto dei
progressivi tagli dei finanziamenti, si è riorganizzato raddoppiando gli
sforzi, ma la mancanza di una cornice programmatica e istituzionale – una
nuova Convenzione appunto – lo depriva di quella prospettiva di stabilità e
continuità gestionale che è necessaria ad ogni Istituzione pubblica per
svolgere coerentemente la sua missione culturale e sociale"
si legge nella petizione, prima dell'invito a firmare per chiedere che il PAV continui a
vivere.
Un invito che Rotta su Torino estende ai propri lettori: per firmare
basta andare su change.org, lasciare il proprio nome e cognome e un'email.
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