La Pinacoteca Giovanni e Marella
Agnelli si trova in una struttura sospesa, sui tetti del Lingotto
Fiere, in quello che Renzo Piano, il suo autore, ha battezzato lo Scrigno. Visitata da poco grazie a #gioiadarte, il Blogger Day organizzato per far conoscere la collezione permanente e
la mostra temporanea di Mario Testino, Somos libres II, potrebbe essere considerata una sorta
di ciliegina sulla torta, a concludere, lassù, in alto, le molteplici attività per il tempo libero offerte dal Lingotto.
Lo Scrigno ha una struttura avveniristica, sembra come una specie di nave spaziale appena atterrata sull'antica pista di collaudo del Lingotto; è coperto da un
tetto di cristallo con alette che filtrano la luce del sole. Nei suoi spazi superiori sono
conservati 25 pezzi della collezione privata dell'Avvocato e di sua
moglie, 23 quadri e 2 sculture.
Il percorso inizia con il 700 di
Canaletto e Bortolotto, con le splendide visioni veneziane del primo,
studiate sugli interessi e le esigenze dei committenti e realizzate
grazie alla camera ottica, e con i panorami in chiaroscuro di Dresda
del secondo; c'è anche L'Alabardiere in un paesaggio, parte di
un'opera di Tiepolo, che nel XIX secolo fu divisa dal suo
proprietario di allora, perché giudicata troppo grande.
Dal
Settecento veneziano si passa al Novecento parigino. Il salto
temporale nel percorso, non lascia indietro Manet, con una delle
opere più importanti della pittura occidentale, La Négresse (per la
prima volta una donna negra è protagonista di un quadro, non come
serva o come schiava, ma con un ritratto, che le dà la stessa dignità garantita fino ad allora solo alle bianche), né dimentica Renoir, con La Baigneuse blonde.
Il
Novecento parigino è tutto nelle mani di Modigliani, Picasso e
Matisse. Il pittore più rappresentato è quest'ultimo, con quattro
opere che simboleggiano tutto il suo percorso artistico, con la
semplificazione degli spazi e delle figure, fino alla loro
definizione per semplici tratteggi. Di Modigliani si apprezza l'uso
della linea curva e morbida per disegnare corpi di donne sensuali e
passionali. Mentre Homme accoudé sur une table di Picasso
introduce il tempo come quarta dimensione del ritratto.
Il
percorso espositivo termina con due danzatrici di Antonio Canova, la
Danzatrice con dito al mento e la Danzatrice con mani
sui fianchi, entrambe realizzate in gesso e considerate una sorta di book
dell'artista: siccome il marmo costava troppo, le statue dovevano
essere vendute subito, così in studio rimanevano le loro copie,
realizzate in gesto, come una specie di curriculum da mostrare ai
potenziali clienti. Poi, prima delle scale, gli ultimi quadri,
Lancier italiens au galop
di Gino Severini e Velocità Massima di Giacomo
Balla. Quest'ultimo, già sulle scale che portano al piano inferiore
della Pinacoteca, sembra accogliere e salutare i visitatori, ed è
come una strizzata d'occhio all'altra vita di Gianni Agnelli, non
appassionato collezionista d'arte, ma imprenditore dell'auto e
capitano d'industria.
La Pinacoteca si trova sul tetto del Lingotto, da cui si gode di una vista spettacolare sulle
Alpi e sulla collina di Torino. Ma in realtà si sviluppa su cinque
piani, in cui trovano posto anche le sale delle mostre temporanee,
tutte dedicate al collezionismo e al suo significato, un centro
didattico per l'arte, gli uffici e il bookshop. E' aperta da martedì
a domenica dalle 10 alle 19; il biglietto d'ingresso costa 10 euro
(collezione permanente più mostre temporanee), ridotto 8 euro (over
65, gruppi e convenzionati), gratuito per disabili, possessori della
tessera Abbonamento Musei e per i bambini con meno di 6 anni. E'
anche dotata
di un bel sito web, in cui potete trovare tutte le info.
PS Un grazie, ancora una volta, a Valerio, la guida della Pinacoteca, che ha fatto apprezzare ogni opera, con le sue spiegazioni precise e piacevoli.
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