Che il
Museo Accorsi-Ometto non sia di quei Musei che si confonderanno poi nel tempo, lo si capisce sin dal suo ingresso, in un
bel cortile torinese, in bianco e giallo, con statue e decorazioni di
gusto classico e la Mole Antonelliana, a chiudere la vista. Poi, una
volta saliti al piano superiore, si entra
in un mondo raffinatissimo,
dotato di un'estetica che è oltre tutte le tendenze e tutte le mode.
Pietro Accorsi era uno dei
più apprezzati antiquari italiani.
Negli anni 50 aveva acquistato l'elegante palazzo patrizio di cui suo
padre era stato portinaio e lo aveva trasformato in una sorta di suo
negozio, ricevendo la clientela tra mobili e capolavori di altre
epoche, raccolti con gusto e intuizione nelle più importanti aste
del mondo e nei mercatini più sconosciuti.
Alla sua morte, il
palazzo è stato trasformato, per suo volere,
in un Museo, affinché
la sua straordinaria raccolta non andasse perduta; a gestire il Museo
c'è
la Fondazione, il cui legato è stato stabilito dallo stesso
Accorsi. Il presidente della Fondazione Accorsi è
Giulio Ometto, che
fu per decenni il braccio destro dell'antiquario, che continua oggi
il suo lavoro di ricerca in aste e mercati, arricchendo la collezione
di nuovi oggetti, che veglia sul Museo come un padre (durante la
visita lo abbiamo incrociato con un'assistente, mentre stavano
sistemando alcuni oggetti, dopo averli spolverati, e, sorridente, ci ha
chiesto se andava tutto bene).
Il percorso museale si apre tra
tabacchiere, argenti e cineserie che colpiscono per l'eleganza e per
i dettagli. L'allestimento gioca molto con il
barocco sentimento della meraviglia, per cui non anticipo tante
sensazioni che si proveranno nei vari ambienti, arredati con mobili, oggetti, quadri e arazzi di grande bellezza. Tengo per me
la
sorpresa dei grandi servizi di porcellana di Frankethal e dei magnifici colori, la
meraviglia della sala da pranzo, con la
raffinatissima carta dipinta a temi cinesi, il
fascino incredibile
della cucina, con decine di pentole e oggetti di rame appesi alle
pareti, il grande camino, il solido tavolo di legno e il magnifico
arazzo, davvero bello come pochi. Il Museo Accorsi è famoso per
conservare il
mobile più bello del mondo, un doppio corpo realizzato
da
Pietro Piffetti, che da solo varrebbe la visita (ma, onestamente, pensandoci bene, non c'è sala del Museo che da
sola non varrebbe la visita). Si susseguono vari saloni, in stile
Luigi XVI e XV, tutti dotati di mobili e soprammobili raffinatissimi: trumeau, vasi, porcellane, orologi, quadri, un magnifico fortepiano ancora funzionante, nella sala della musica. La collezione di Accorsi rivela una certa
passione per il Settecento, raffinato e aristocratico.
Quindi ci sono le eleganti
camere da letto di Pietro Accorsi e di sua
sorella, portati dalla villa Paola, in cui vivevano. La camera di
Pietro conserva ancora alcuni lavori di Pietro Piffetti, quella della
sorella cambia totalmente genere e porta in un clima veneziano di
grande fascino: i suoi mobili costituiscono una delle più importanti
raccolte di arredi originali veneti.
Il Museo Accorsi
non lascia
indifferenti, per l'estetica che propone, per il mondo gentile e
raffinato che descrive, per il gran numero di tesori che custodisce,
per questa atemporalità che sa raccontare, nonostante si basi
sull'acquisizione di oggetti del passato (forse perché il buongusto
non è una questione di epoche, ma di cultura, rapporti, conoscenza).
Non lascia indifferenti neanche l'idea che a Torino si possa avere
un
tale gioiello e valorizzarlo così poco nelle descrizioni turistiche
della città.
La visita al Museo è
solo guidata,
a cadenza
oraria. E, credetemi, è davvero un bene avere un esperto che guidi
in mezzo a tanta bellezza: senza le sue spiegazioni si perderebbero tanti elementi, che aiutano a ricostruire non solo l'evidente bellezza della collezione, ma anche la
personalità di Accorsi, che ha dedicato tutta la sua vita a raccogliere e collezionare oggetti e arredi di così grande prestigio.
Il
Museo Accorsi-Ometto è in
via Po 55; l'
orario di apertura è da martedì a venerdì 10.00-13.00
e14.00-18.00; sabato e domenica 10.00-13.00 e14.00-19.00; lunedì
chiuso. Il
biglietto d'ingresso costa 10 euro, comprensivo della
visita guidata, ridotto 8 euro, gratuito per bambini fino ai 12 anni,
possessori Abbonamento Musei e Torino + Piemonte Card; disabili + 1
accompagnatore; guide turistiche; giornalisti con tesserino. Il
sito
web, con tutte le informazioni per organizzare la visita al Museo e
alle mostre in corso (in questo periodo non perdetevi
Fascino e splendore della porcellana di Torino!), è
all'indirizzo
www.fondazioneaccorsi-ometto.it.
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