35mila persone al Museo Egizio (dalla sua apertura), 18mila alla Reggia di Venaria,
12mila al Museo del Cinema, 11mila nel Polo Reale. Sono
i primi
trionfali numeri del ponte pasquale a Torino e circolano da ieri
nelle reti sociali, pubblicizzati non solo dai torinesi orgogliosi e
dai sorpresi Enti Museali, ma anche dal sindaco Piero Fassino, che
continua a sostenere come
la Cultura e il Turismo siano due degli
assi su cui deve contare la Torino del futuro.
I numeri dei Musei sono
confermati dalle
percentuali d'occupazione negli alberghi torinesi,
con punte fino al 90% in centro e un aumento dei turisti del 20%
rispetto a Pasqua 2014. Oltre ai turisti italiani, anche
numerosi
stranieri, attratti dal fascino delle Residenze Sabaude e dalle
grandi mostre. Ed è la loro presenza a dover far riflettere sulle
scelte strategiche di Torino.
La città vuole diventare
uno dei punti
di riferimento del turismo italiano, puntando
sulla sua Storia, sul suo Patrimonio, sulla vicinanza delle Alpi e
delle Langhe. Per alcuni osservatori è ormai la quarta città d'arte
italiana, dopo Roma, Firenze e Venezia, ma ben prima di Napoli o
Palermo, grazie agli sforzi compiuti in questi anni per valorizzare
il suo patrimonio e promuoverlo all'estero.
Il blog Allacciate le
cinture, che racconta movimenti e obiettivi dall'Aeroporto Sandro
Pertini,
riportava qualche giorno fa un piccolo 'mistero': nei giorni
prima di Pasqua il volo di Ryanair da Eindhoven ha avuto un tasso di
riempimento superiore di quello in partenza da Torino per la città
olandese. A occhio potrebbe significare non solo il ritorno di molti
torinesi residenti in Olanda per le vacanze pasquali, ma anche
l'arrivo di tanti turisti rispetto a quelli in partenza. Non è
difficile comprendere che una città sempre più attraente da un
punto di vista turistico debba avere anche
le infrastrutture adatte per
accogliere le persone in arrivo: non solo alberghi, non solo
ristoranti, in grado di rispondere a tutte le tasche, da quelle dei
più benestanti a quelle di chi si muove con budget limitati. E tra
le infrastrutture c'è inevitabilmente un aeroporto dotato di voli
provenienti dalle principali città d'Europa.
Un aeroporto dotato
finalmente di base low-cost.
Da anni
l'associazione Fly Torino
ricorda che Torino è
l'unica grande area urbana europea priva di
base low-cost: Ryanair ha ormai basi in numerosissime città europee,
ma non ce l'ha nella quarta città d'Italia, a cui concede solo 11
voli, grazie al disinteresse delle amministrazioni locali. Non c'è
città dotata di base Ryanair che non abbia visto
crescere
l'occupazione e il movimento di persone. Sognare di essere una città
turistica senza fornire ai turisti i mezzi per arrivare (o esigere
che paghino la sovrattassa di 44 euro a Sadem, per andare e tornare
da Malpensa) è quantomeno curioso.
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