Oltre
50 milioni di visitatori, distribuiti in tutta Italia, con un
grande
successo, per una volta del
nostro Sud. È la sintesi del 2017 nei
Musei italiani, secondo i dati diffusi oggi dal
Ministero dei Beni
Culturali (MiBACT). "I dati definitivi del 2017 segnano il nuovo
record per i musei italiani: superata la soglia dei 50 milioni di
visitatori e incassi che sfiorano i 200 milioni di euro, con un
incremento rispetto al 2016 di circa +5 milioni di visitatori e di
+20 milioni di euro" ha riassunto il
Ministro della Cultura Dario
Franceschini, che in questa legislatura ha rivoluzionato il settore,
dando ai principali Musei italiani maggiore autonomia, con Direttori selezionati attraverso concorsi internazionali.
Scorrendo
l'elenco dei Musei Statali,
Torino è l'unica città dell'Italia
Settentrionale che piazza due Musei
nella Top Ten (La Venaria Reale al 6° e il Museo Egizio all'8°) , tutto il resto è appannaggio del Centro e del
Sud del Paese, a cominciare dalla testa, che, ancora una volta, va al
Colosseo (Roma), al
Sito Archeologico di Pompei (NA) e alla
Galleria
degli Uffizi (Firenze). I Musei più visitati d'Italia sono
praticamente in mano a tre regioni:
Lazio, Toscana e Campania, con
una timida presenza del
Piemonte (3 Musei), della
Lombardia (2 Musei)
e del
Veneto (1 Museo) nella Top 20. Sono risultati che indicano
chiare direzioni di
interesse del pubblico (il boom dell'archeologia,
per esempio non solo il Colosseo e Pompei, ma anche il Museo Egizio
8°, il Museo Archeologico di Napoli 12°, Ercolano 13°, Paestum
15°) e che possono anche indicare
direzioni di sviluppo economico
per le aree che ospitano simili gioielli (Cultura e Turismo non
portano solo ristoranti e alberghi: dunque non solo camerieri, ma
anche restauratori, ricercatori, curatori, storici dell'arte...).
Il
2017 del Piemonte presenta luci e ombre. Tra i primi 30 Musei ci sono
solo i Musei già citati e i
Musei Reali di Torino al 18°. Mentre la Toscana,
la Campania e il Lazio vantano
impressionanti ritmi di crescita (il
Colosseo e gli Uffizi +10%, il Giardino di Boboli +13%, la Reggia di
Caserta e Palazzo Pitti addirittura +22%), il Museo Egizio
perde
leggermente visitatori, con -0,5%, e la Reggia di Venaria
cresce solo
del 4,5%;
molto meglio i Musei Reali, che migliorano di 4 posizioni,
con una crescita del 14,8%.
Perché questa frenata del sistema
museale torinese e perché il Piemonte, che vanta numerosi siti
Patrimonio dell'Umanità dell'UNESCO, non riesce a piazzare un
maggior numero di Musei tra i più visti d'Italia? Cosa ne è stato
del Museo Nazionale del Cinema, delle Residenze Sabaude o del Museo
dell'Auto? In realtà è
tutto il sistema museale torinese in
sofferenza, a causa dei
drastici tagli ai finanziamenti del Comune, che hanno messo in forte difficoltà soprattutto i
Musei Civici (il rischio di
28 licenziamenti alla Fondazione Torino Musei sembra sia stato
scongiurato, ma ha agitato per giorni la vita politica cittadina); sono tagli che hanno
ridimensionato le aspirazioni di molte realtà
culturali, a cominciare proprio dal
Museo del Cinema, rimasto a lungo
senza una dirigenza e costretto a organizzare i Festival affidati con
finanziamenti drasticamente ridotti. Oltre al taglio dei finanziamenti ci sono
i ritardi nella loro erogazione, che costringono a chiedere prestiti bancari e a pagare i rispettivi interessi. Insomma, se negli ultimi anni Torino è diventata la
quarta città d'arte più visitata d'Italia (e l'occupazione delle stanze d'albergo ha avuto percentuali ottime anche in queste Feste di fine 2017), le difficoltà finanziarie hanno
ridotto gli eventi di richiamo e le capacità attrattive di Musei e loro iniziative (compreso il Torino Film Festival, costretto a ridurre numero di film proiettati, di ospiti e di sale di proiezione...).
E non solo. Il
Piemonte
continua a soffrire di un sistema di trasporti pubblico studiato
quasi per fare dispetto ai turisti che arrivano senza auto e che non
possono/vogliono affittarne una. Da Torino
sono praticamente
irraggiungibili, a meno che si voglia perdere il doppio del tempo realmente necessario (e
da turisti sappiamo come il tempo sia prezioso), il Castello di Agliè
(TO), i Sacri Monti, il Lago Maggiore (per andare a Domodossola
bisogna arrivare a Rho, in Lombardia?!), i forti alpini di Exilles e
di Fenestrelle, la Sacra di San Michele, simbolo della Regione
Piemonte, visibile da buona parte della pianura padana eppure senza
trasporto pubblico che porti fino alla sua cima, se non d'estate e
solo nel finesettimana. Non si potrà competere con il fascino eterno
del Colosseo e di Pompei, ma certo
un miglior sistema di trasporti
pubblici, che studi in modo più intelligente gli orari e le
coincidenze (davvero è furbo far partire 6 minuti prima dell'arrivo
dei treni da Torino, gli autobus che portano verso le cittadine
dotate di Santuari e Castelli? Davvero è intelligente togliere gli
autobus alla domenica e rendere praticamente irraggiungibili da
Torino Città, Chiese e Castelli?) darebbe una mano alla valorizzazione dei nostri gioielli architettonici, artistici e paesaggistici.
I dati del MiBACT dimostrano
l'appassionato interesse dei turisti, italiani e stranieri, per il
nostro patrimonio storico, artistico e culturale, tocca a noi, nel
territorio,
valorizzarlo. Il dato dei Musei Reali di Torino,
la
realtà più vivace e più emblematica, con le sue mille iniziative e
con la capacità di inventare eventi per valorizzare il proprio
patrimonio, dà un'idea delle
potenzialità di crescita, anche attraverso la creazione di nuovi percorsi o nuovi spazi, dove mostrare a rotazione le opere conservate nei magazzini (e, sia permesso dirlo, i Musei Reali danno anche un'idea di quanto sia importante affidare i nostri Musei a professionisti competenti, appassionati e con idee come Enrica Pagella). Dai dati 2017,
un campanello
d'allarme per il sistema piemontese e torinese: che il 2018 sia
l'anno di un ripensamento e della giusta valorizzazione.
Tutti i numeri dei Musei italiani nel 2017,
su www.beniculturali.it.
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