Tra pochi giorni, il
21 aprile, è il
compleanno di Roma, signora d'Italia e
d'Europa con i suoi 2771 anni. No,
non è la città più antica,
Cadice ne ha oltre 3000,
né la capitale, Atene avrebbe qualcosa da
dire, ma è la
Città Eterna, fu la
caput mundi di
uno degli Imperi
più importanti della storia, è ancora il centro della Cristianità,
oltre che capitale d'Italia.
Il
21 aprile i Musei cittadini sono
gratuiti, per celebrare il compleanno con un
invito alla cultura, ed
è cosa che ricordo perché la prima volta che sono stata a Roma
autonomamente, era, per l'appunto, il suo compleanno e casualmente ho scoperto
la
gratuità dei Fori Imperiali, di cui all'epoca, prossima alla
laurea in Architettura, sapevo molto. Avendo fatto la tesi su Villa Adriana, per qualche tempo ho frequentato molto la capitale e
non è stato difficile innamorarmene; ci sono tornata qualche mese fa, dopo tanti anni d'assenza, e queste sono
le 10 cose
che vado sempre a rivedere e che consiglio di non perdere di vista, in una
città che
ha qualcosa da dire in tutte le epoche della storia e
della cultura d'Occidente. L'ordine è del tutto casuale.
La Pietà di Michelangelo
Nella Basilica di San
Pietro, dove si entra ormai dopo lunghi controlli anche al metal
detector, tra asiatici che girano con l'asta degli smarphone e posano
ovunque, fregandosene di essere nella chiesa più importante della
Cristianità, la Pietà di Michelangelo è una delle attrazioni più
belle ed emozionanti, anche dietro al vetro che la protegge. Le sono
legata per ragioni affettive: mio padre la amava molto e ogni volta
che andava a Roma passava a salutarla. Faccio lo stesso anch'io,
pensando a lui e a quell'affetto che mi ha trasmesso per il
capolavoro del fiorentino: l'ultima volta ho fatto la coda
all'ingresso di San Pietro solo per questo.
La Fontana di Trevi
È uno dei
luoghi più turistici di Roma e uno dei più snaturati dalla presenza
costante di turisti, venditori ambulanti di qualunque cosa e folla
ovunque. Ma è anche vero che come si fa ad andare a Roma senza
passare a vederla e a buttare una moneta nelle sue acque? Non si può,
lungi dall'evitare la possibilità di tornare a vedere la Città
Eterna! Ma, in mezzo alla folla, quale che sia l'ora che visitate la
Fontana, prendetevi un momento per ammirare la sua maestosità, il
forte legame tra la facciata di Palazzo Poli e le sculture, il grande
Oceano che guida il suo cocchio, forte e fiero come gli dei antichi
reinterpretati dal barocco romano.
Pantheon
Uno dei pochi
templi romani sopravvissuti alla furia cristiana, grazie alla sua
trasformazione in chiesa. Uno degli schemi, quello di pronao greco
con slanciate colonne corinzie e pianta centrale, più celebri
dell'architettura romana, grazie alla sua sopravvivenza; la pianta
rotonda è coperta da una cupola con
oculus centrale che è un
capolavoro d'architettura e testimonia ancora oggi le avanzate
conoscenze raggiunte dai romani nell'uso del calcestruzzo e della
linea curva (la copertura è più leggera mano a mano che ci si
avvicina all'
oculus). Al Pantheon sono sepolti i Re e le Regine
d'Italia e meriterebbero meno confusione e disattenzione.
Trinità dei Monti e piazza di
Spagna
Nel mio giro di saluto a Roma, sia all'arrivo che alla
partenza, non mancano mai, né Trinità dei Monti né Piazza di
Spagna. Uno dei posti più turistici e anche più romani della
capitale (ma come si sentiranno i romani, al vedersi sequestrati dal
turismo delle aste con smartphone, i luoghi propri della romanità?).
È bello arrivare sia da via Sistina, entrare in Trinità dei Monti,
ammirare la sottostante piazza di Spagna e i tetti di Roma e poi
scendere dalla celebre scalinata, sia da via Condotti, avere davanti
Trinità dei Monti che chiude l'orizzonte, perdersi in piazza di
Spagna e poi salire le scale fino alla chiesa. Il momento migliore?
Il tramonto!
via Margutta
Adiacente a piazza di
Spagna, via Margutta è una delle più celebri vie della capitale. È
passata alla storia come la via degli artisti: intellettuali, pittori
e artigiani avevano il loro studio o il loro appartamento qui e
ancora adesso ci sono negozi di antiquariato, di bijoux e studi
d'artista. È una via tranquilla e silenziosa, in cui non arrivano la
folla e la confusione di piazza di Spagna e in cui si respira la Roma
elegante e un po' snob che dovette essere ai tempi della Dolce Vita.
Si indovinano piccoli attici e balconi fioriti e, sarà questione di
generazione, ma si pensa tutto il tempo a Luca Barbarossa, guardando
com'è bello il cielo a Via Margutta.
Basilica di San Paolo fuori le Mura
È
una delle mie chiese preferite di Roma, perché conserva l'impianto
paleocristiano, quadriportico davanti alla chiesa compreso, pur nel
rifacimento del XIX secolo, dopo un devastante incendio. Mi perdo
regolarmente tutte le volte che scendo dalla metropolitana alla
fermata di San Paolo, ma non mi preoccupo più, tradizione anche
questa. Amo il cortile porticato, i mosaici dorati della facciata, le
cinque navate, la lunga cavalcata dei medaglioni dei Papi; menzione speciale all'arco di
Galla Placidia e alla grandiosa abside, con i loro preziosi mosaici dorati. È
una chiesa tra memorie paleocristiane e bizantine, in cui tutto si
fonde e regala una grande pace, come poche altre.
Chiesa di Santa
Prassede
Una delle mie ultime scoperte romane, nonostante si trovi
nei pressi di Santa Maria Maggiore, la mia zona prediletta per
dormire. Santa Prassede è un po' difficile da trovare, perché si
entra da un ingresso secondario e bisogna stare attenti alle
indicazioni, che ci sono e sono corrette. Ha origini antichissime e
conserva l'impianto paleocristiano, a tre navate, con abside
centrale. E proprio il catino absidale riserva la sorpresa più
grande, i mosaici più belli di Roma, con un Cristo incoronato e le
12 pecore, simboli degli Apostoli sottostanti. Mosaici anche
nell'arco absidale e in quello trionfale e in una delle cappelle.
Roma e Bisanzio che si danno la mano.
Piazza Navona
La
piazza più bella e irrinunciabile di Roma. Al netto dei venditori
ambulanti, dei turisti, della folla, una sintesi perfetta della
fantastica storia di questa città: la forma dovuta all'antico Stadio
di Domiziano, le monumentali fontane, dominate dall'obelisco su
quella berniniana dei Quattro Fiumi, la facciata fastosa e
borrominiana di Sant'Agnese in Agone. La Roma degli Imperatori e dei
Papi che si incontrano in una piazza chiusa, quasi un salotto, che
racconta anche la rivalità tra i due più grandi architetti del
Barocco romano. Piazza Navona è Roma, è i suoi colori, è la sua
sensualità, è la sua eleganza e la sua popolarità che si
incontrano. Irrinunciabile.
Le terme di
Caracalla
Non so quante volte sono andata a Roma prima di
decidermi a entrare nelle Terme di Caracalla, le più grandiose terme
dell'antichità a noi arrivate. Probabilmente erano più grandiose
quelle di Diocleziano, nel cui
frigidarium c'è la chiesa di Santa
Maria degli Angeli, ma queste sono meglio conservate. Le rovine
lasciano immaginare, ancora una volta, l'abilità degli architetti
romani nella gestione del calcestruzzo, delle coperture a volta, di
spazi sorprendentemente ampli. Nelle Terme si incontrano lo stile di
vita romano, la propaganda degli imperatori, la sapienza degli
architetti, sono così grandiose da lasciare senza parole. Tornerò a visitarle tutte le volte che tornerò a Roma.
Portico d'Ottavia
Dove le molteplici
Roma di questa storia millenaria si incontrano è al Portico
d'Ottavia. La prima volta ci sono arrivata per caso, dall'Isola
Tiberina, e le cose belle si sa, si scoprono così. È stato
vedere il portico e scendere giù, verso il Teatro di Marcello, e
ritrovarmi sull'altro lato del Campidoglio, sotto le colonne del tempio di Apollo. Poi ci sono solo le suggestioni e le sensazioni
che sono personali e inspiegabili: ma c'è un angolo tra le colonne
del tempio e il Teatro di Marcello in cui si vede anche la Sinagoga.
Le molteplici Roma che si parlano e tu sei lì, che ti sovvengono l'eterno, le morte stagioni e la presente, e sei solo un casuale testimone di
passaggio, nei millenni.
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