Per noi torinesi la
Liguria,
soprattutto di Ponente, è il
mare. Iniziamo ad affollare
l'autostrada per Savona
nei weekend di primavera, ci riempie il cuore
la prima vista della distesa azzurra, da
Altare in poi, e, arrivati nel
capoluogo, ci disperdiamo nei suoi dintorni, fino a
Varazze da un
lato e a
Ventimiglia dall'altro. Ci si butta in spiaggia, si
frequentano a malapena i
caruggi della cittadina scelta e i locali
dei dintorni e poi si torna a Torino. Ovviamente la Liguria, che fu
g
loriosa Repubblica di Genova e che nel suo capoluogo adesso
ferito
(ma risorgerà, non abbiate dubbi) ebbe
una delle più potenti
repubbliche marinari del Mediterraneo, non è solo spiagge e locali.
Le stesse cittadine balneari scelte dai torinesi hanno spesso
un
passato che vale la pena conoscere.
Da buona villeggiante piemontese in
trasferta sulla Riviera di Ponente, in provincia di Savona, ho una predilezione per
Albenga e
le sue atmosfere medievali. Lo devo a un esame di Architettura,
Storia dell'Architettura 2, che mi ha fatto scoprire i
monumenti
paleocristiani della cittadina,
e a ricordi personali legati alla prima visita a quei tesori
artistici e storici. Se siete in vacanza nella Riviera di Ponente o
volete concedervi una scappata in uno dei prossimi weekend autunnali,
ecco alcune delle
cose belle da non perdere ad Albenga!
Il centro storico
A
differenza delle altre cittadine di quest'angolo di Liguria, Albenga
non ha il centro storico sul mare. Tutta colpa del
Centa, il fiume
che la bagna: nel Seicento il suo percorso fu
deviato, cosa che
permise di conquistare centinaia di metri al mare, per costruire la
città nuova. Così c'è questa sensazione curiosa di sentirsi
in un
borgo marinaro, senza però sentire il
profumo del mare, che rimane
ben distante. Le vie strette separate da archi, i colori vivaci delle
facciate, in tutte le tonalità del giallo e del rosso, arancione
compreso, le piazzette improvvise con immagini di santi e madonne
sanno di Liguria. In più, le
alte torri medievali in mattoni,
purtroppo non aperte al pubblico, gli eleganti
palazzi con aperture
ogivali e locali coperti da volte a crociera, i caruggi in
cui si svolge la vita cittadina, con ristoranti e locali dal ritmo
lento. E le
piazze da cui ammirare gli scorci sulle torri e le
prospettive dei caruggi, non solo la centralissima
piazza San
Michele, davanti al Duomo, ma anche la deliziosa
piazza delle Erbe e
la silenziosa
piazza San Francesco, tutte con
dehors e locali in cui
attardarsi senza sentirsi in colpa (e menù deliziosi a prezzi
abbordabili)
Il Battistero
È
il più importante monumento
paleocristiano della Liguria ed è uno dei più bei Battisteri
dell'epoca arrivati fino a noi. Si trova accanto al Duomo, a
un
livello più basso, quello originario di Albenga, prima della
deviazione del Cerna. Ha forma
ottagonale, con nicchie in ogni lato
dell'ottagono e con al centro
la vasca battesimale, che risponde ai
movimenti convessi delle nicchie con lati concavi, in un bel
dialogo
che i secoli e gli interventi successivi non hanno interrotto.
All'ingresso, due tombe con
raffinati bassorilievi longobardi; nella
nicchia di fronte all'ingresso, un bellissimo mosaico, che ricorda
quelli
ravennati e i colori della tomba di Galla Placidia, riprende
la
simbologia cristiana, con il monogramma di Gesù nei
tre cerchi che simboleggiano la Trinità e con i dodici apostoli
rappresentati da altrettante colombe. La cupola originaria, è stata
sostituita da un
tetto ligneo, voluto all'inizio del Novecento da
Alfredo d'Andrade, l'architetto portoghese che disegnò il Borgo
Medievale di Torino e si prese molte libertà nel restauro di
monumenti antichi, compreso questo. La visita al Battistero è
solo
guidata e costa
5 euro, che comprendono anche la visita all'adiacente
Museo Diocesano.
Museo Diocesano
Il Museo Diocesano è
una
delle belle sorprese di Albenga: si trova nell'antico
Palazzo
Vescovile e racconta le due storie, quella del Museo e quella del
Palazzo. Così si possono ammirare i materiali originali provenienti
dal Battistero, i
grandiosi arazzi fiamminghi che raccontano la
storia di Mosè, con episodi tratti anche dai libri apocrifi, le
belle
collezioni di ceramiche e, soprattutto, nella Sala degli
Stemmi, il
Martirio di santa Caterina d'Alessandria di Guido Reni e
il
Miracolo di san Verano di Giovanni Lanfranco. Due dipinti di due
grandi pittori del Seicento in una piccola cittadina ligure, lo
avreste mai detto? Un'ulteriore testimonianza dell'importanza passata
di Albenga. E mentre ammirate le opere conservate in Museo non
perdetevi
la bellezza delle stanze, in particolare dell'
alcova del Vescovo, con i resti degli
affreschi originali quattrocenteschi, che
riprendono decorazioni floreali ispirate al
Palazzo dei Papi di
Avignone e che sono più chiari verso la finestra e più scuri verso
la zona del letto, a segnare la zona lavoro e la zona sonno. Anche
per il Museo Diocesano segnalo
la gentilezza e la passione della
guida, è stata lei a farmi notare un quadro del Seicento, con le
millemila chiese sparse sulle colline, tra Albenga, il mare e
Alassio.
La Cattedrale
La
Cattedrale di San Michele Arcangelo è di
origine
paleocristiana e si affaccia sulla bella piazza che porta il
nome del santo. Il piano è a un livello più basso rispetto a quello
attuale, per cui all'ingresso si scende di alcuni gradini e ci si
trova in questa bella chiesa
a tre navate con pilastri e colonne che
reggono
archi ogivali e con
affreschi medievali nell'abside. È bello
il contrasto tra la pietra grigia delle pareti verticali e gli
affreschi della volta centrale, del XVI secolo, quasi un compendio di
storia millenaria in uno sguardo. Molto bello anche
l'esterno,
soprattutto nella parte posteriore,
nella piccola piazza dei Leoni: la decorazione esterna del Duomo, con gli
archetti di gusto romanico,
ricostruisce uno scorcio di Medioevo davvero
suggestivo. Come la
guida del Battistero però mi ha fatto notare, di romanico e
medievale nell'edificio rimane molto poco: nel XX secolo ci sono
stati
restauri che hanno cercato di sintetizzare la lunga storia
della chiesa e le sue sovrapposizioni con interventi che hanno
compreso anche il
cemento armato, per rendere visibili e salvare le
cripte paleocristiane e protoromaniche. Il risultato dà atmosfere
che non lasciano indifferenti.
Il Museo Navale Romano
In un
palazzo patrizio di
piazza San Michele, c'è questo piccolo e
prezioso Museo, nato dopo il ritrovamento di
un'antica nave da
trasporti romana, nelle acque tra Albenga e l'isola di Gallinara. Un
ritrovamento importante, perché si tratta di
una delle più grandi
navi onerarie romane trovate nel Mediterraneo, in grado di navigare
con
oltre 10mila anfore nelle stive. Il Museo espone le numerose
anfore
nella posizione da trasporto in cui sono state trovate; ci
sono anche i resti degli
oggetti personali dell'equipaggio,
gli elmi
della scorta armata, che difendeva dai pirati le navi da trasporto
Oggetto di decine di campagne di scavo subacqueo, la nave è
n
aufragata probabilmente tra il 100 e il 90 a.C. ed è una bella
testimonianza della presenza romana in una Liguria in via di
romanizzazione. Il piccolo Museo offre poco altro, ma se siete
appassionati di storia è sufficiente: la visita guidata, con un
personale gentile e appassionato, vale la pena per scoprire qualcosa
di più della storia millenaria di Albenga. Il b
iglietto costa 3,50
euro, ridotto 2,50 (15-18 anni, over 65, scuole medie superiori),
1,50 per 6-14 anni e scuole elementari e medie inferiori, gratuito
per under 6. L
'orario di apertura è martedì-domenica 10-12.30 e
14.30-18.30 (dal 16 settembre al 14 giugno); martedì-domenica ore
9.30-12.30 e 15.30-19.30 (dal 15 giugno al 15 settembre)
via Iulia
Augusta
Il passato romano di Albenga torna sempre e se siete in
vacanza nelle stagioni più tiepide, non perdetevi
una passeggiata
sull'antica via Iulia Augusta, che univa Roma alla Gallia
meridionale; le sue tracce,
tra Albenga e Alassio, offrono un bel
percorso collinare, con
viste meravigliose sul mare e sull'isola
Gallinara, signora di queste coste. Il percorso inizia sulla riva del
Centa opposta al centro storico ed è
punteggiata di chiese antiche,
spesso di origine paleocristiana; lungo il percorso anche il
Pilone,
antico monumento funebre, i resti dell'
Anfiteatro romano, visibili
però solo a livello del suolo (non ci sono le parti sopraelevate,
solo la pianta), la
necropoli con diverse tombe romane e poi,
arrivando all'Arco, quasi sulla baia di Alassio e Laigueglia, la
chiesa di
Santa Croce, in stile romano. La passeggiata è lunga, sono
circa 4 ore tra andata e ritorno, ma se siete buoni camminatori e
amate i percorsi insoliti
tra storia e natura, non rimarrete delusi:
le viste sul mare, i profumi della macchia mediterranea e questo
connubio, che trovo
sempre un po' selvaggio, tra il mare e le Alpi,
come se si fosse
i primi abitanti della Liguria e fosse tutto da
scoprire, regalano
l'energia necessaria.
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