Per alcuni anni ho vissuto
tra Torino e
Siviglia e, pur rifuggendo dagli eventi troppo affollati, un anno
sono rimasta a
Siviglia per la Settimana Santa, invece di tornare a
Torino. Volevo viverla come i sivigliani, senza la
necessità
turistica di vedere tutte le processioni, ma magari alzando gli occhi
al cielo perché si sono fatti male i calcoli e incrociare una
processione significa fare tardi a un appuntamento. Con il senno di
poi, è stata
una gran bella idea (ho vissuto anche il
lento aumento dei prezzi, che parte da un paio di settimane prima e porta al 30-40% in più i prezzi delle consumazioni nei locali del centro...).
Della Semana Santa
si sentono
raccontare tante cose, si parla di religiosità, di passione, di
spiritualità. In realtà,
dal mio punto di vista disincantato e
affettuoso, è il momento in cui
Siviglia guarda a se stessa con
appassionato narcisismo, infischiandosene degli altri e godendo di se
stessa (ho sempre l'impressione che Siviglia sia una città che
ama
il palcoscenico barocco in cui esibirsi, così come crede che gli
altri la vogliano, appassionata, ridondante, impetuosa, ma
nascondendo a tutti la sua vera essenza:
la città più inafferrabile
di tutte e per questo
affascinante come nessuna). La Semana Santa è
iniziata ieri, con le prime processioni e queste sono
5 delle cose da sapere.
Le processioni sono ovunque
Per tutta la
Settimana Santa, secondo un ordine stabilito da decenni, con scalette
e cronogramma ben precisi, decine di
cofradías si muovono dalle loro
chiese di riferimento, con i loro
pasos, su cui sono collocate
statue, fiori e decine di ceri, con i loro
nazarenos incappucciati, i
penitenti, e con i loro
costaleros, coloro che portano il peso dei
pasos, per raggiungere la Cattedrale, ricevere la benedizione e
tornare verso la propria parrocchia. Questo fa sì che a ogni ora del
giorno o della notte ci sia
qualche processione in giro per la città.
Tutte le processioni hanno un percorso in comune, la cosiddetta
Carrera Oficial, dalla Campana per calle Sierpes e Avenida de la
Constitución fino alla Cattedrale. Sono le vie centrali della città,
tipo via Roma a Torino o via del Corso a Roma. E se passano le
processioni rimangono bloccate (ma bloccate sul serio, con controlli
che impediscono di attraversarle). Può essere divertente, può
essere curioso, alla fine magari vi stufa, ma tenetene conto, per
muovervi in città.
La Madrugá
Il momento più suggestivo è
la Madrugá, la
notte tra Giovedì e Venerdì Santo. Basta nominarla e tutta la Spagna sa di cosa si sta
parlando. Nel tardo pomeriggio, dalla chiesa del Gran Poder, nel quartiere di San Lorenzo, esce il
Señor de Sevilla, il Jesús del
Gran Poder, uno dei miei prediletti per la bellezza dolente del
Cristo. Ricordo che c'era un auto parcheggiata che impediva il suo passaggio e i
fedeli, senza pensarci due volte né chiedere permesso, l'hanno presa
e spostata. Verso mezzanotte, a poca distanza
l'una dall'altra, escono le statue della
Esperanza de la Macarena e quella di
Triana, che rivaleggiano per bellezza e per passione delle loro
cofradías. Ma niente batte in suggestione
il passaggio della Esperanza
sul Puente de Triana, con le candele accese che si specchiano nel
Guadalquivir a notte fonda (più o meno le 3-4 del mattino, la
Madrugá, per l'appunto, sistematevi lungo la riva sivigliana del
fiume per godervela tutta) o quando tutto tace, perché severo e
solenne sta passando il
Cristo del Silencio, l'inizio vero del
Calvario di Cristo.
Il Dress Code
Durante la
Semana Santa
Siviglia si riempie di turisti, i sivigliani neanche si accorgeranno
di voi, ma è bene rispettare un certo
dress code decoroso durante le
processioni, a meno che non vogliate essere identificati come
guiri,
termine dispregiativo con cui gli spagnoli chiamano i turisti
stranieri. Niente di formale, ma evitate minigonna e bermuda; insomma, un po' di stile, al passaggio di qualche Cristo o qualche
Vergine addolorati e sofferenti, non fa male e indica rispetto per
quella che è, nonostante tutto, una manifestazione religiosa. Da
parte loro, i sivigliani prendono molto sul serio la
Semana Santa, in
particolare il Giovedì Santo, quando le
signore più tradizionaliste
escono vestite a lutto, per ricordare l'imminente Passione di Cristo:
rigorosamente di nero, con gonna sotto il ginocchio, senza
scollature, trucco sobrio, gioielli minimal e
mantilla y peineta, il
lungo velo di pizzo appoggiato sull'alto fermaglio di tartaruga. Uno
spettacolo da non perdere, nei quartieri storici del centro, da San
Lorenzo alla Macarena a Santa Cruz. E Triana, ovviamente.
La pioggia
L'
incubo di ogni
sivigliano che si rispetti, già da settimane prima della
Semana
Santa è che tempo farà in quei giorni. Perché Siviglia potrà
essere in piena siccità, ma state sicuri che nei giorni della
Settimana Santa pioverà e qualche Hermandad non potrà uscire: la
pioggia
rovina le stoffe preziose delle statue, quasi tutte seicentesche, i
pasos e non
parliamo delle candele; impossibile l'uscita senza danni a opere
d'arte così delicate (e immaginate cosa vuol dire per i confratelli
prepararsi per tutto un anno e poi non uscire). L'
anno peggiore di
tutti, il 2011, è il metro di paragone e l'incubo non ancora
dimenticato: piovve così tanto che ci furono solo due processioni.
Per la
Madrugá non uscì nessuna statua, come era successo
solo nel
1933, durante la Seconda Repubblica. E però devo dirlo. La pioggia è
parte del fascino di questi giorni speciali: ci sarà sempre qualche
Hermandad in attesa, qualche fedele lungo la Carrera che non rinuncia
a crederci. E poi ci sono le chiese, che sanno davvero di Sacro e
Fede.
Non sarebbe Semana Santa senza un po' di pioggia.
I
profumi
La
Semana Santa è un momento di bellezza e tradizioni
barocche. Bisogna goderselo tutto, nei suoi silenzi, nei suoi canti,
nel ritmo cadenzato di ogni Hermandad in cammino. Anche nei profumi.
La Settimana Santa
sa di fiori, tantissimi, profumati e di colori
pastello, non solo durante le processioni, ma anche nei loro dintorni; in quelle stesse vie, è appena andato via l'inebriante profumo degli azahares, i fiori
d'arancio (se la
Semana Santa cade a marzo, invece, il profumo dei
fiori si mescola a quello delle zagare e non si vorrebbe essere
altrove). Sa anche di
candele, che sono ovunque, sui
pasos e nelle
chiese, con la loro luce tremula, che carica le statue di
suggestione; il p
rofumo della cera che i
pasos si lasciano alle spalle è uno di quelli che più identificano la Settimana di Siviglia. E, ancora una volta,
frequentate le
chiese, dove quei profumi ritornano e dove i fedeli si rifugiano, per
esprimere la fede vera, lontana dallo spettacolo laico (ma
imperdibile, sia chiaro) delle processioni.
Le foto, dal web: computer rottisi nei momenti meno opportuni, in questi anni, hanno fatto perdere piccoli patrimoni di immagini. La cosa importante è che ho imparato la lezione.
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