Lasciate perdere lo stereotipo, ieri
#MuseumWeek ha dimostrato quanto sia sbagliato: i Musei non sono
entità lontane, a cui avvicinarsi con un certo timore reverenziale,
ma hanno un volto umano e portano entusiasmo e
voglia di condividere. La #MuseumWeek, che su Twitter collega Musei e
utenti, dura dal 24 al 30 marzo e ogni giorno propone un tema diverso
di confronto. Ieri il tema è stato #DayintheLife: nel loro giorno di chiusura, i Musei hanno
mostrato com'è un giorno della loro vita.
Com'è
andata? E' andata benissimo, per lo meno per noi italiani e per noi torinesi. L'italiano è stata la lingua più
parlata di #MuseumWeek, subito dopo l'inglese e molto prima di
francese e spagnolo. E i Musei di Torino sono stati tra i più
vivaci.
Ieri abbiamo scoperto che nei Musei torinesi non solo si
lavora duramente, per proporre mostre e conservare collezioni, ma si ha senso dell'umorismo, entusiasmo,
voglia di condividere e di farsi conoscere. Prima ci sono state le
presentazioni: i giardinieri del Borgo Medievale, che approfittano del
lunedì per la manutenzione, i responsabili dell'accoglienza, che
hanno aperto le porte della Reggia di Venaria, le signore delle
pulizie della GAM, e poi i direttori, gli
architetti, i responsabili degli
uffici stampa e dei
dipartimenti dell'educazione. Tutti pronti a una fotografia
sorridente e a selfie che hanno inondato Twitter. E' stato bello, se
si può aggiungere, vedere tante donne nei Musei
torinesi, nei posti di responsabilità della Comunicazione e
dell'Educazione. Fa bene a noi e al nostro Paese.
Poi abbiamo iniziato a scoprire cosa si vede dalle finestre dei
nostri Musei. Ha aperto il fuoco il Museo della Montagna, con
l'incomparabile vista dell'intera corona delle Alpi e di Torino (i
torinesi lo sanno, ma i turisti lo sappiano: uno dei posti migliori
per scattare una foto di Torino è la terrazza del Museo della
Montagna!), gli ha risposto il Castello di Rivoli, citando Juvarra, e
a quel punto non sono rimasti in silenzio Palazzo Madama, con una
vista inaspettata del Monviso da una delle sue torri, e la Reggia di
Venaria, con le sue grandiose simmetrie settecentesche, mentre la
Pinacoteca Agnelli e la Fondazione Merz non rimanevano indietro. Nessuno contava sulla scatenata reazione della Fondazione Sandretto, che, non avendo notoriamente finestre sull'esterno, ha
deciso di mostrarci cosa succede al suo esterno, con una serie di
esilaranti citazioni cinematografiche, una più divertente dell'altra, tanto che si è sentito chiamato in causa il Museo del Cinema, già impegnato, sin dalla mattina, a
mostrare su Twitter l'allestimento della prossima mostra.
Sì,
perché oltre a divertirsi e a divertirci, i Musei torinesi ci hanno
mostrato anche il loro lavoro: il Museo Egizio ha pubblicato
l'immagine dell'impressionante numero di chiavi per il controllo dei
suoi spazi, Palazzo Madama ha mostrato i preparativi per l'imminente
Chapeau Madame!, un'imperdibile mostra sui cappellini delle torinesi della prima metà del Novecento,
che sarà inaugurata oggi, la GAM sta preparando la mostra Bianco così bianco, dedicata a Ettore Spalletti (avete visto le foto? quell'azzurro e quel bianco, che pace!), la
Pinacoteca Agnelli ha mostrato le sue collezioni quando tutto tace,
la Fondazione Sandretto ha fatto vedere i bambini che partecipano ai
laboratori del lunedì, la Fondazione Merz ha spiegato come si monta
un igloo.
Torino si è insomma scatenata su Twitter, seguita a
ruota dalle altre città, che hanno permesso all'italiano di
affermarsi come la seconda lingua più parlata della #MuseumWeek. Se
a Nord è stata Torino a prendere in mano la situazione, con Palazzo
Madama diventata presto un punto di riferimento nazionale, sia per argomenti
che per proposte (bello il grafico delle strategie che hanno
pubblicato e che ho visto ripreso e ritwittato), continuamente chiamata in causa perché gestisce l'elenco più completo dei musei italiani partecipanti alla #MuseumWeek, al Centro ci sono
stati i Poli Museali di Firenze e di Roma e a sud il MADRE di Napoli, presto entrato nel pacchetto degli animatori della #MuseumWeek
italiana (il giorno in cui andrò a Napoli passerò a fare un saluto ai chicos del MADRE, lo so! Viva Napoli, sempre!).
A #DayintheLife è stato un'esperienza divertente, che
ha permesso di scoprire le persone che ci sono dietro i Musei e,
soprattutto, la voglia che hanno di 'trasmettere' il proprio Museo
all'esterno (quanto è importante la passione, in un lavoro così spesso sconosciuto come la cura di un Museo?). Non so agli altri che hanno partecipato alla giornata,
ma a me è venuta voglia di passare a Palazzo Madama, Fondazione
Sandretto, Pinacoteca Agnelli & C, per andare a salutare 'quelli
di Twitter' come se fossero vecchi amici e augurargli buon lavoro (e poi farmi un giro nei loro Musei con un sorriso così).
E la cosa che mi è piaciuta di più è stata vedere Torino
protagonista. Date alla città più razionale d'Italia una sfida
creativa e vi sorprenderà sempre e, la cosa ancora più bella e non
so se sorprendente, troverà ancora una volta l'Italia disposta a
seguirla. Ieri è successo.
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