Il 10 agosto 1557, il duca Emanuele Filiberto
sconfisse a San Quintino l'esercito francese, permettendo l'egemonia spagnola sull'Europa, grazie alla successiva Pace di Cateau Cambrésis (1559), e il proprio ritorno in quel Ducato di Savoia, che di
lì a poco avrebbe iniziato a cambiare profondamente. Era il giorno di San Lorenzo e sia Felipe II di Spagna che Emanuele Filiberto promisero la costruzione di un luogo di culto a lui dedicato. Felipe costruì il Monastero di San Lorenzo dell'Escorial, a poche decine di chilometri da Madrid, dove poi si ritirò negli ultimi anni della propria vita. Emanuele Filiberto, impegnato
nel primum vivere,
nella costruzione della Cittadella e nella riedificazione dello Stato, non aveva le risorse sufficienti per una nuova chiesa e dedicò al Santo l'esistente chiesa di Santa Maria ad Presepae, a pochi passi dal Palazzo Ducale. Fu qui che, tra l'altro, Emanuele Filiberto fece portare la Sacra Sindone, affinché fosse venerata da San Carlo Borromeo, per un ex voto fatto durante la peste di Milano.
La chiesa di San Lorenzo fu costruita vari decenni dopo: i lavori iniziarono nel 1634, ma il disegno definitivo fu affidato, tra il 1668 e 1680, a Guarino Guarini, uno degli architetti che hanno maggiormente influenzato l'immagine e l'architettura di Torino. E che chiesa costruì Guarini!
Con le sue cappelle concave, alternate ai lati convessi, è uno dei
vertici europei della passione barocca per la linea curva,
contrapposta alla linea retta rinascimentale. Non c'è una sola linea
retta, nella concezione della pianta di San Lorenzo, tutto è
curvilineo, sinuoso, armonioso, basato sulla figura dell'ottagono,
simbolo dell'ottavo giorno, ovvero del ritorno del Cristo vincitore.
Ma quello che colpisce l'occhio anche inesperto del visitatore è soprattutto il passaggio
dall'oscurità, in basso, alla luce, che, dall'alto, scivola giù e
illumina la chiesa, in un evidente messaggio metaforico: la Luce e la
salvezza, arrivano dall'Alto, da Dio, a liberare gli uomini
dall'oscurità e dalla schiavitù del peccato. L'oscurità del primo
livello è esaltata dall'assenza di finestre, dalle cappelle concave,
che rimangono in forte penombra, dall'uso dei marmi scuri nella
definizione degli spazi e delle curve. Persino il pavimento è scuro,
illuminato al centro da una grande stella bianca, che segue il
disegno della chiesa. Nei quattro pennacchi, che conducono verso la
cupola, ci sono affreschi raffiguranti i quattro Evangelisti, come un ulteriore avvertimento: per passare
dall'oscurità alla Luce, è indispensabile la parola di Dio.
La
luce arriva dalla galleria, con le sue otto grandi finestre ovali. Da
questa galleria, formata dalle finestre alternate a otto pilastri,
partono gli archi che sorreggono la cupola. E' uno dei disegni più
armoniosi e grandiosi del Barocco europeo: all'incrociarsi gli archi
formano un ottagono perfetto, riprendendo la figura geometrica di
base della chiesa e creando un grande fiore di
irresistibile fascino. Il gioco degli arconi che si incrociano è
ripreso dal
mihrab della Mezquita di Córdoba, sebbene staticamente le
due cupole non si somiglino affatto (in quella italiana gli archi
reggono la cupola, in quella spagnola gli archi sono solo parte di un
disegno decorativo, senza alcuna funzione statica); San Lorenzo è
solo il primo esempio di come l'architettura musulmana abbia ispirato
il Guarini: l'altro, grandioso esempio, è la Cappella della Sindone,
che, probabilmente, il prossimo anno potremo tornare ad ammirare,
dopo i lunghi restauri seguiti all'incendio del 1997.
Al di sopra
della cupola, la lanterna riprende il disegno dell'ottagono, ma
l'occhio del visitatore rimane colpito anche da un altro curioso
dettaglio. Se guardate attentamente, noterete che il gioco degli
archi e la posizione delle finestre e degli ovuli di luce, danno vita
a un volto minaccioso, per alcuni di aria demoniaca: la finestra
della galleria è una bocca spalancata, l'incrocio degli arconi
separa gli occhi, che sono formati dalle finestrelle e sembrano guardare con
cattiveria il visitatore, mentre le finestrine pentagonali sembrano
un naso. Il volto umano non si può non notare e resta da stabilire
se è un gioco di luci e figure sfuggito al controllo dell'architetto
o è stato da lui studiato, come ulteriore messaggio circa
l'importanza della fede.
Se avete la possibilità e il tempo vi
assiste, visitate la chiesa di San Lorenzo nei giorni dei due Equinozi:
il raggio di sole del mezzogiorno colpisce l'oculo della cappella
accanto all'altare, rendendo visibile l'affresco del Padre,
solitamente avvolto nell'oscurità; nella cappella dell'altro lato,
la luce arriva per riflesso e illumina l'affresco sotto la volta,
generalmente invisibile. Casualità o volontà del Guarini? Data la
sua cultura, la passione per la matematica e il ruolo dell'astronomia
nella cultura di quei tempi, è difficile pensare che non sia stato
tutto attentamente studiato per stupire i visitatori. Anche gli
architetti, oltre che i poeti del Barocco, avevano nella meraviglia
il proprio fine.
Il progetto originario della Real Chiesa di San
Lorenzo aveva una facciata che non è mai stata realizzata, per non
rovinare la continuità architettonica di piazza Castello. Risalta,
nello skyline cittadino, grazie alla sua originale cupola e riserva
ogni sorpresa e meraviglia al suo interno: non avrà una facciata, ma
è la più bella chiesa che sia mai stata realizzata a Torino in
passato.
L'ingresso avviene sia da piazza Castello che da via Palazzo
di Città 4. Gli orari di apertura sono tutti i giorni dalle 7.30
alle 12 e dalle 16 alle 19; nei giorni festivi è aperta dalle 9 alle
13 e dalle 15 alle 19.30. Ogni informazione nel bel sito web, di uso
intuitivo e ricco di informazioni storiche e architettoniche,
http://www.sanlorenzo.torino.it.
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