Il Museo di Antichità di Torino
appartiene al Polo Reale e si trova in parte della Manica Nuova di
Palazzo Reale e nelle sue Orangeries. Le sue sale sono oggetto di una ristrutturazione che
terminerà nel 2015, ma sin da adesso il percorso museale offre
spunti di grande suggestione. La visita inizia nel piano sotterraneo
della Manica Nuova e, dati i lavori in corso per il trasferimento
della Galleria Sabauda ai piani superiori, il Teatro Romano
attualmente non è inglobato nel percorso. Si rimane però a Torino,
per ripercorrere la storia della città, dalle origini romane fino al
Rinascimento, passando per il tempestoso Medioevo; reperti di
raffinata oreficeria longobarda e di scultura romana, vasellame e
mosaici romani e preziose decorazioni religiose medievali raccontano
il cammino della città nei suoi primi secoli. Una città di
provincia, sì, ma non estranea al gusto romano né ai grandi mutamenti portati dalle invasioni barbariche e dalla
trasformazione della Chiesa in nuovo punto di riferimento.
L'allestimento è molto suggestivo, tutto giocato sulle luci e sulle
ombre, ed è reso efficace dalla presenza di video e strumenti
multimediali, che forniscono ulteriori informazioni ai visitatori più interessati. C'è anche una grande mappa multimediale di Torino, che,
toccata, permette di scoprire l'evoluzione della città, sovrapponendo le sue varie epoche storiche, dall'antico accampamento romano fino al XVI secolo.
In questa sezione c'è anche uno
dei tesori più straordinari custoditi dal Museo, il tesoro di
Marengo. Scoperto casualmente nel 1928, nelle campagne di Marengo, in
provincia di Alessandria, è costituito da una serie di argenti
decorati e cesellati; c'è un bellissimo busto in argento
dell'imperatore Lucio Vero, uno dei più importanti busti in metallo
arrivati a noi dall'epoca romana, ci sono lamine di rivestimenti in
argento e altri oggetti di incerta origine, che colpiscono
soprattutto per la raffinatezza delle loro decorazioni. Da dove
arrivava questo tesoro, a cosa serviva e come finì in una cassa di
legno, abbandonata nelle campagne di Marengo? Sono domande senza
risposta, per ora; tra le ipotesi più accreditate c'è quella di un
furto terminato male, che costrinse i ladri ad abbandonare la
refurtiva. Quello che è certo è che il tesoro di Marengo è, anche
grazie all'allestimento, una delle sorprese più belle del Museo di
Antichità di Torino.
Nelle sale delle Orangeries, verso corso
Regina Margherita, si trovano le preziose collezioni di Casa Savoia,
con i reperti raccolti da Emanuele Filiberto e dai suoi successori, a
cui si sono poi mano a mano aggiunte le donazioni e le collezioni
private; a questo nucleo appartenevano anche le antichità egizie,
che, poi separate, hanno dato vita al Museo Egizio.
Visitare i Musei di Torino, il Polo Reale, i Musei della Fondazione
Torino Musei e il Museo Egizio
in primis, è rendersi conto di quanto
i Savoia siano stati molto più attenti all'arte e alla cultura di
quanto si sia tramandato, di quanto siano stati appassionati
collezionisti, lasciandoci un patrimonio di grande valore, di quanto
la storia e l'identità di Torino debbano alla sua dinastia a lungo
regnante. Monete romane, vasellame greco, oreficeria longobarda,
arredi funerari e preziosità vitree costituiscono parte del
patrimonio di questa sezione. La meraviglia arriva poco dopo, quando,
in una sala buia e in un allestimento suggestivo, si incontra il
Papiro di Artemidoro; è un reperto
arrivato al Museo Archeologico recentemente, accolto con grande eco mediatica e presentato da video
e ricche schede informative, che raccontano le varie ipotesi sulla
sua storia, compresa quella che lo considera un clamoroso falso del
XIX secolo e non un papiro variamente utilizzato intorno al I secolo
avanti Cristo, prima di essere buttato al macero.
Nelle ultime
sale, un prezioso statuario di dei e imperatori greco-romani chiude
la visita: le statue non hanno misure così imponenti, come si usava
nelle province (in questo senso colpiscono di più le dimensioni
delle statue conservate nei Musei Archeologici di Mérida e di
Siviglia, in Spagna, per esempio), ma danno un'idea magnifica di come
la scultura fosse uno dei più potenti strumenti di propaganda di
Roma.
Il Museo Archeologico appartiene al Polo Reale, si diceva;
il biglietto d'ingresso costa 10 euro (fino alla riapertura della
Galleria Sabauda, quando tornerà a costare 12 euro), ridotto 6 euro
(poi 8 euro), gratuito per i possessori dell'Abbonamento Musei; il
biglietto dà diritto d'ingresso non solo al Museo di Antichità, ma
anche a Palazzo Reale, all'Armeria Reale e, quando sarà riaperta,
alla Galleria Sabauda; l'ingresso al Museo avviene da via XX
settembre 86, mentre il biglietto di acquista a Palazzo Reale.
L'orario di apertura è da martedì a sabato dalle 8.30 alle 19.30,
venerdì apertura prolungata fino alle 22; domenica dalle 14 alle
19.30. Tenete d'occhio
il bel sito web del Museo, perché numerose
sono le attività organizzate per i bambini e per le famiglie; la
domenica alle 16, inoltre, ci sono sempre visite tematiche,
laboratori speciali... Un Museo che non sta mai fermo e trova tanti
linguaggi per divulgare il suo patrimonio.
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