Quando la Spina Centrale sarà
completata, si potrà arrivare dall'aeroporto di Caselle fino al
cuore di Torino Sud, attraverso un viale scenografico, che lambirà
la Stazione di Porta Susa, il grattacielo Intesa San Paolo e il
Politecnico, per poi
terminare in largo Orbassano. Sulla carta è uno dei progetti più
grandiosi di Torino, per qualche tempo la sua realizzazione è stata
paragonata a quella, contemporanea, della Berlino intorno al Muro
buttato giù.
Nella capitale tedesca hanno abbattuto il Muro e si sono inventati la grandiosa Potsdamer Platz, la discutibile Pariser Platz, la zona del potere intorno al Reichstag e, tutt'intorno, la straordinaria prova di convivenza tra architetture storiche e contemporanee. A Torino è stata interrata la ferrovia e il grande viale costruito al di sopra avrebbe dovuto collegare nuove strutture culturali (l'ampliamento del Politecnico, la nuova Biblioteca Centrale progettata da Mario Bellini e mai realizzata, la Fondazione Sandretto), edifici dismessi e riqualificati (le ex OGR, l'ex carcere Le Nuove), con nuovi poli infrastrutturali (la stazione di Porta Susa con annessa stazione della M1), nuove aree verdi e residenziali (Spina 3 e Spina 4). Sulla carta era un progetto di grande fascino, che la crisi, la burocrazia e la mancanza di fondi hanno via via ridimensionato.
La Spina Centrale sorge sul passante ferroviario, a
sanare la ferita che la ferrovia ha rappresentato per oltre un secolo
nei rapporti tra i quartieri orientali e occidentali della città. I binari sono
stati interrati e, collegate direttamente le stazioni del Lingotto, di Porta Susa e
di Stura, costituiscono una sorta di
metropolitana cittadina (quando il passaggio dei treni sarà a regime,
ci sarà un treno ogni 8 minuti e il viaggio Nord-Sud della città durerà poco più di 20 minuti). In superficie,
l'interramento dei binari permette nuovi rapporti tra i tessuti di quartieri separati per oltre un secolo: pensate ai
quartieri Borgo Vittoria e Aurora, per esempio, uno di fronte
all'altro da sempre eppure separati dal trincerone della ferrovia.
La costruzione della Spina Centrale è stata divisa in quattro
grandi parti, la Spina 1, la Spina 2, la Spina 3 e la Spina 4. L'unica
attualmente terminata è Spina 1, che sarà anche la più monumentale
di tutte, visti i tagli che la crisi economica ha costretto ai
progetti iniziali. Da largo Orbassano a corso Vittorio Emanuele, la
Spina 1 offre un boulevard molto ampio, caratterizzato dai grandi
pali bianchi dell'illuminazione e da numerose opere d'arte, la più
emblematica e scenografica delle quali è l'Igloo di Mario Merz; lungo il viale ci sono il
Politecnico, le Officine Grandi Riparazioni e le ex Carceri Le Nuove, che testimoniano la vocazione
culturale dell'area e la capacità di dare nuova vita a storici
fabbricati dismessi e, dunque, valore aggiunto agli eventi culturali che
ospitano.
La Spina 2, da corso Vittorio Emanuele a piazza
Statuto, è caratterizzata dalla lunga galleria di vetro di Porta
Susa da un lato e dal grattacielo Intesa San Paolo di Renzo Piano dall'altro; in
quest'area il tessuto dei quartieri contigui, il Centro e Cit Turin,
sarà ricostituito solo dagli attraversamenti pedonali della
stazione; Spina 3 inizia in piazza Statuto e termina nella grande
rotonda di piazza Baldissera, mentre Spina 4 arriva da piazza
Baldissera fino a corso Grosseto e, dunque, all'ingresso
settentrionale di Torino, in asse con la superstrada per l'aeroporto
di Caselle. E sono Spina 3 e Spina 4 a rappresentare le dolenti note
del progetto. Da piazza Statuto verso Nord, la Spina Centrale doveva
essere come un lungo viale, circondato da edifici di antica e di
nuova costruzione alternati a parchi e ad aree verdi (un po' come il Ring di Vienna? un po' a ricordare le grandi opere sul trincerone lasciato dal Muro di Berlino?). Il cuore verde
doveva essere costituito dal Parco Dora, in un'area di grandi
fabbriche dismesse, e, un po' più a Nord, sull'altro lato del
boulevard, dal parco di Spina 4, anch'esso realizzato sui terreni di
fabbriche dismesse; il Parco Sempione, riqualificato, avrebbe concluso la Spina
Centrale, dando così l'idea di un viale spazioso e moderno: grande
arteria di comunicazione, sì, ma esteticamente gradevole, circondato
di verde e di edifici moderni e collegato da tre stazioni (Porta Susa, Stazione Dora e Stazione Rebaudengo) al Sistema Ferroviario Metropolitano. Sulla Spina sarebbero dovute sorgere
poi sei torri: due avrebbero costituito la Porta d'Europa
all'incrocio di corso Mediterraneo e corso Lione, due si sarebbero
attestate a Porta Nuova (il grattacielo di Intesa San Paolo, quasi
terminato, e la torre di Trenitalia, di cui non si hanno più
notizie), due, infine, avrebbero salutato l'ingresso a Torino, dai
pressi del Parco Sempione e della Stazione Rebaudengo.
La
costruzione del passante ferroviario si è portata via quasi un
decennio. La stazione di Porta Susa è stata inaugurata un paio di
anni fa. I lavori di copertura del passante ferroviario in Spina 3 e
in Spina 4 sono paralizzati da mesi, causa crisi economica e attesa dei finanziamenti dal
Governo centrale. Non c'è previsione certa sulla fine dei lavori, nessuno azzarda più date. Burocrazie varie e mancanza di fondi impediscono anche il
completamento del Parco Dora e del Parco di Spina 4 e, soprattutto,
la loro manutenzione (il Parco Dora è un parco post-industriale,
ispirato ad analoghe strutture della Ruhr, con citazioni delle
antiche fabbriche, aiuole e prati che andrebbero mantenuti
periodicamente). Le ultime notizie davano per certo lo stanziamento dei fondi nel Decreto Sblocca Italia, poi sembra che nell'ultimo aggiornamento sia sparito dal testo. La Spina Centrale va annoverata, per ora, tra i progetti di Torino come sarebbe stata. Peccato.