Quando le monarchie reggevano i destini
dell'Europa, nei matrimoni reali l'amore romantico non era
contemplato: principi e principesse servivano per rinsaldare alleanze
politiche e per facilitare la conquista di nuovi territori. Ma, ovviamente, alcuni matrimoni furono celebrati
non solo per ragione di Stato, ma anche per sentimenti romantici tra
gli sposi. Fu il caso del principe Amedeo di Savoia, secondogenito di
Vittorio Emanuele II e fondatore del
ramo Aosta della dinastia sabauda.
Per il giovane principe, brillante
e di bell'aspetto, destinato alla carriera militare, si erano
progettati matrimoni con alcune delle principesse più importanti
d'Europa, ma nel 1864 Amedeo conobbe la principessa torinese Maria
Vittoria Dal Pozzo della Cisterna, bella, colta, brillante, di grande
spiritualità e di salute piuttosto cagionevole. Il giovane duca d'Aosta prese a visitare Palazzo Cisterna, all'epoca residenza
dell'aristocratica famiglia e oggi sede della Provincia di Torino, in
via Maria Vittoria, con una frequenza che insospettì più di un
torinese, circa i suoi sentimenti per Maria Vittoria. Quando annunciò
al padre il desiderio di sposare la bella principessa, Vittorio Emanuele
era ormai già informato e, "consapevole di aver già dovuto
sacrificare la felicità delle sue due figlie alla dura legge della
ragion di Stato e di dover combinare un matrimonio d'interesse con il
primogenito, felice per la scelta di Amedeo, così si espresse con il
Presidente della Camera dei Deputati, l'ex ministro e avvocato
Francesco Cassinis: 'Ebbene si sposino, non sia mai che un padre
contrasti i sentimenti onesti dei suoi figli!'" scrive Carla
Casalegno nel libro Maria Vittoria – Il sogno di una principessa in
un regno di fuoco. Il re non si limitò all'assenso: qualche mese
prima del matrimonio concesse a Maria Vittoria, e a sua madre, la
principessa Luisa De Merode Dal Pozzo della Cisterna, il titolo e il
trattamento di Altezza.
Le nozze furono celebrate il 30 maggio
1867 nella Cappella di Palazzo Reale, a Torino. Era il giorno
dell'Ascensione e del 22° compleanno di Amedeo (Maria
Vittoria avrebbe compiuto 21 anni il 9 agosto). Le cronache
raccontano che la sposa indossava "un vestito di seta bianca ricamato
con motivi floreali a filo d'argento e impreziosito da un lungo
strascico, faceva inoltre sfoggio, suo malgrado, di collane, perle e
diamanti: anche il dono del re era stato una preziosa collana di
perle con chiusura di brillanti e zaffiri". Lungo il percorso di
Maria Vittoria, da Palazzo Cisterna a Palazzo Reale, c'erano addobbi,
la gente lanciava fiori di petali dai balconi e la Guardia Reale
faceva da cordone al pubblico in attesa.
Tanto amore e tanto
successo di folla, non evitarono che il giorno delle nozze di Amedeo
e di Maria Vittoria sia passato alla storia come uno dei più
funesti, per il numero di morti che accompagnò la felicità della
dinastia sabauda. A leggere la sequenza degli eventi, quasi non ci si
crede.
Mentre la sposa si preparava alle nozze, una delle sue
dame d'onore pensò bene di suicidarsi e fu trovata impiccata al
lampadario della sua stanza. Quando Maria Vittoria scese per salire
in carrozza e recarsi a Palazzo Reale, uno degli ufficiali che
l'attendevano, il colonnello comandante del reparto di cavalleria,
cadde da cavallo, morto. Arrivata finalmente la sposa a Palazzo, fu
celebrato il matrimonio civile e, subito dopo la firma degli sposi,
l'ufficiale fu colpito da un infarto. Non era ancora finita,
incredibilmente. Il conte Francesco Verasis di Castiglione, marito
separato della celebre Contessa a cui Camillo Benso di Cavour affidò
la delicata missione di sedurre Napoleone III per convertirlo alla
causa dell'Unità d'Italia, accompagnava gli sposi a cavallo, scortando la loro carrozza, verso la Palazzina di Stupinigi, per il pranzo di nozze;
chissà se per un malore o per quale altra causa, il conte cadde da
cavallo e tragica sfortuna volle che finisse sotto le ruote della
carrozza, trovando fine orribile.
Probabilmente mai giorno di
nozze fu funestato da tanti tragici eventi. La cosa buona è che,
nonostante le premesse della giornata, Amedeo e Maria Vittoria ebbero
un matrimonio tutto sommato felice, denso di eventi (furono sovrani
di Spagna per due anni) e segnato dalla malattia di lei, che si
spense di tisi a 29 anni, avendo accanto a sé il marito, affettuoso e premuroso, fino alla
fine.
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