Due anni sulla via di Marco Polo, partendo da Venezia per
approdare in Cina, dopo aver attraversato le montagne e i deserti dell'Asia Centrale, e poi il
ritorno in Europa, lungo le coste del Sud-Est asiatico e dell'India.
Il fotoreporter
Michael Yamashita ha compiuto il cammino dell'autore
del
Milione oltre
sette secoli dopo, per il
National Geographic,
e il risultato sono decine di foto, che raccontano l'Asia moderna,
come un nuovo
Milione fatto, però, di immagini.
76 foto,
stampate in grandi dimensioni, sono esposte al
Museo d'Arte
Orientale, fino al 12 aprile 2015
(aggiornamento: prorogata fino al 3 maggio 2015). "Sono orgoglioso di questo
reportage perché alcune immagini documentano posti che non ci sono
più, che sono cambiati, seguendo le tumultuose trasformazioni di
questi anni. Mi sento molto fortunato ad aver potuto compiere questo
viaggio e ad aver potuto documentare l'Asia di Marco Polo" ha detto Yamashita.
Un'
Asia che in alcuni casi è
cambiata tanto da non custodire più quanto fotografato da Yamashita e che in altri è ancora uguale a quella del
Milione.
L'Afghanistan, ad esempio, è cambiato molto poco ed è per questo risultato il Paese più interessante per il fotoreporter del
National Geographic.
Lungo la Via
della Seta, nelle città iraniane, ci sono edifici, fonti d'acqua e paesaggi ancora uguali a quelli raccontati da Marco. "Una ricercatrice aveva
appena sostenuto che Marco Polo non era mai stato nei luoghi
raccontati nel
Milione, ma a Bam, in Iran, non abbiamo avuto
dubbi: la parte antica è descritta perfettamente nel libro;
Marco è
stato anche il primo occidentale a parlare del suono del vento nelle
dune del deserto" spiega ancora Yamashita, che ha viaggiato con una
copia del
Milione commentata e che non ha dubbi:
Marco non ha
inventato niente. Non ha parlato della Grande Muraglia, perché nella
Cina da lui visitata è stata costruita alcuni secoli dopo.
Le
fotografie di Yamashita sono esposte
al piano terreno del MAO, nelle
sale riservate fino a poche settimane fa all'India e al Gandhara e adesso destinate alle mostre temporanee. Quest'esposizione, così attuale, eppure così legata al passato delle culture orientali, è la prima ed è perfetta per gli intenti dei nuovi spazi. Propone immagini colorate, come i mille colori dell'Asia, ma si parte da una
curiosa foto veneziana:
una nave da crociera enorme, davanti alle due
colonne di
piazza San Marco. Yamashita cercava una Venezia inedita,
poco fotografata, che richiamasse i viaggi di Marco, poi
l'intuizione: l'arrivo di una nave da crociera davanti a una piazza
che il giovane Polo avrà sicuramente attraversato tante volte, fino
a lasciarla su una barca, in partenza per il Lontano Oriente. La nave
da crociera, come curioso e imprevedibile legame
tra il viaggio di
ieri e di oggi. Poi ci sono i colori incredibili dell'Asia e dei suoi volti,
le mille
sfumature della terra nell'Iran e nelle sue città
millenarie, gli
hammam, le ceramiche e le sale dell'oppio delle
culture islamiche, i rossi e i blu delle vesti delle bambine e dei
bambini delle scuole della provincia cinese di Xinjiang, la
maestosità dell'Hindu Kush, poi la Cina con la sua
vita antica, i suoi lunghi fiumi e le loro agili barche, i volti
asiatici di donne e bambini, dalle terre del Golfo Persico fino al
Sud-Est asiatico, i verdi e i blu delle vegetazioni rigogliose, del Mekong e dei grandi fiumi, entrati anche nell'immaginario occidentale.
L'Asia
sterminata e millenaria, che non smette di affascinare,
sette secoli dopo il
viaggio di Marco.
Marco Polo – La Via della Seta nelle
fotografie di Michael Yamashita sarà al Museo d'Arte Orientale
(via San Domenico 11) fino al
12 aprile 2015; il
biglietto d'ingresso
costa 10 euro, ridotto 8 euro, gratuito fino a 6 anni e per i possessori della tessera Abbonamento Musei;
l'orario di
apertura è da martedì a domenica dalle 10 alle 18, chiuso il
lunedì;
tutte le info, sul sito web del Museo,
maotorino.it.
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