È iniziata da pochi giorni, al
Museo
Accorsi-Ometto, una mostra davvero bella,
Mazzonis e gli altri. Le
opere del Maestro e i tesori della sua collezione, aperta
fino al 30
agosto 2015. Realizzata con la collaborazione della
Fondazione
Ottavio Mazzonis, a cura di
Laura Facchin, la mostra mette a
confronto i lavori di Ottavio Mazzonis con alcune delle opere della
sua collezione privata, comprendente dipinti e sculture del Barocco,
del Rococò, dell'Ottocento piemontese.
Mazzonis è stato uno dei
più
importanti artisti del Novecento piemontese; nato
nel 1921 e
morto nel 2010, ha percorso
tutto il secolo e ha sviluppato una
poetica originale e affascinante. Nato in una ricca famiglia
piemontese, cresciuto a Torino,
nel Palazzo dei Solaro della Chiusa, oggi sede
del Museo d'Arte Orientale, stimolato dalle frequentazioni familiari
(il padre era un ricco industriale innamorato della cultura, sua
madre era un'ex soprano), Mazzonis ha studiato con
Luigi Calderini e
con
Nicola Arduino. Un
viaggio nel Veneto, al seguito di
quest'ultimo, gli ha aperto il mondo del Settecento veneziano, in
particolar modo del
Tiepolo, che ha avuto una grande influenza nella
sua formazione. Una delle cose che maggiormente colpiscono, nella
mostra del Museo Accorsi-Ometto, è che la ricerca di quest'artista è
rivolta
non verso le avanguardie o verso i movimenti del Novecento,
ma è
legata ai grandi pittori del passato, il Tiepolo, Caravaggio.
"Non si può fare nulla di nuovo se non si passa attraverso il
filtro del passato" ha detto Mazzonis, in un'intervista pubblicata
da
www.mariagiulia-alemanno.com
"Nicola Arduino, di cui sono stato allievo, era solito
ripetermi: 'lo t’insegno il mestiere. Se avrai qualcosa da dire
lo dirai' Ed è quanto cerco di fare. Ma tutto questo non sarebbe
stato possibile se prima non avessi affrescato chiese, dipinto pale
d'altare, tentando di scoprire i segreti della grande pittura".
Il suo interesse per il passato si ritrova
nella sua collezione
d'arte personale, in parte proveniente dalle raccolte familiari e in
parte frutto dei suoi acquisti; la mostra si apre con una bellissima
pala di
Legnanino, il
Matrimonio Mistico di Santa Caterina, poi ci
sono lavori di artisti come
Jean Jacques Caffieri,
Luca Giordano, il
Todeschini, G
iovanni Battista Pittoni, con continui rimandi all'opera
di Ottavio Mazzzonis. È così
più facile leggere le influenze di
Tiepolo nelle sue bellissime madonne, e della pittura veneta nei suoi
paesaggi, siano veneziani o torinesi. È proprio la sala dedicata al
suo interesse per i paesaggi, che rimane più nel cuore: ci sono
Torino e Venezia, le maschere del Carnevale, i paesaggi della laguna,
gli autunni torinesi, i nudi di
donne sempre inafferrabili ed
enigmatiche, come quelle che frequentano il Carnevale, come le
madonne dei temi religiosi. Colpisce anche
l'uso del colore,
l'insistenza dei colori freddi, la prevalenza degli azzurri e dei
grigi, nei quadri religiosi. Davvero una bella mostra, per scoprire
uno dei più grandi artisti piemontesi e il suo eclettico universo,
con opere spesso inedite al grande pubblico.
Mazzonis e gli
altri. Le opere del Maestro e i tesori della sua collezione è al
Museo Accorsi-Ometto, in via Po 55, fino al 30 agosto 2015. L'orario
di apertura della mostra è da martedì a domenica dalle 15 alle 19,
chiuso lunedì. Il biglietto costa 6 euro; la visita guidata costa 8
euro, ridotto 6 euro, con la tessera Abbonamento Musei 3 euro. Tutte
le informazioni su
www.fondazioneaccorsi-ometto.it