Alla base di
Jusepe de Ribera e la
pittura a Napoli, la mostra in corso nella Camera delle Guardie di
Palazzo Madama, fino al 14 gennaio 2016
[aggiornamento: PROROGATA fino al 21 febbraio 2016], c'è uno
scambio tra il
Museo torinese e
Palazzo Zevallos Stigliano, sede museale di Intesa
Sanpaolo a Napoli. Nel capoluogo campano è arrivato il
Ritratto
d'uomo di Antonella da Messina, a Torino sono arrivati
tre dipinti, l'
Adorazione
dei Magi, del Maestro degli Annunci ai pastori,
Tobia che ridona
la vista al padre di Hendrick de Somer e
San Giorgio di
Francesco Guarino. Un'occasione che Palazzo Madama ha approfittato
per imbastire intorno ai tre quadri una mostra dall'
allestimento
suggestivo, tutto giocato sui chiaroscuri, per riflettere sull'influenza dello spagnolo Jusepe de
Ribera sulla pittura napoletana.
Chiamato a Napoli dal Duca di
Osuna, vicerè spagnolo, Jusepe de Ribera vi rimase per circa
trent'anni, fino alla sua morte. L'inizio della sua avventura
napoletana fu
fortemente influenzato dalla pittura caravaggesca:
l'attenzione per il realismo delle figure, l'uso profondo delle luci
e delle ombre, il ritratto della quotidianità furono la base del suo
lavoro, fattosi poi via via sempre più personale nell'uso del
colore, nell'intensità dei chiaroscuri e nel ritratto delle
emozioni. La sua pittura finì con l'influenzare
un'intera
generazione di artisti napoletani ed è a loro che la mostra dedica
la propria attenzione, con un percorso espositivo che è come una
dichiarazione d'intenti. Si inizia infatti con l'
Adorazione dei Magi
del Maestro degli Annunci ai pastori, ancora oggi anonimo, nonostante
sia stato spesso identificato con Bartolomeo Passante, e si termina
con il
Cristo flagellato di Ribera, appartenente alla Galleria
Sabauda.
Dagli allievi al maestro, e non viceversa. In mezzo ai due
quadri ci sono i lavori di
Hendrick de Somer (
Tobia che ridona la
vista al padre e
Mosé), di
Giovanni Ricca (
Santa Caterina,
Maddalena
penitente,
Giuditta con la testa di Oloferne), di
Francesco Guarino
(
San Giorgio). Sono i
pittori nati all'inizio del Seicento che, come
spiega Palazzo Madama nella mostra "si confrontano ancora con il
mondo di forme e di luci sperimentato due decenni prima da
Caravaggio, ma lo arricchiscono con suggestioni provenienti dal
classicismo della pittura emiliana, dalle vibrazioni di colore
dell'arte veneta, dell'esperienza europea di Diego Velazquez, Anton
van Dyck, Peter Paul Rubens".
Nel contesto della mostra, è
particolarmente importante la presenza di Giovanni Ricca, un pittore
spesso ignorato dalle fonti letterarie e a cui, però, gli studi più
recenti attribuiscono la
paternità della Santa Caterina di
Alessandria, acquistata dieci anni fa da Palazzo Madama, appartenuta
in precedenza alla collezione di
Giulio Einaudi e adesso nel percorso espositivo di questa mostra. Esposto in varie
mostre di arte napoletana, il quadro è stato attribuito in passato a
vari pittori, prima di trovare il vero autore,
Giovanni Ricca, che,
spiega Palazzo Madama nel percorso espositivo, "incarna il
processo di rinnovamento in senso elegante e pittoricistico del
naturalismo legato alle sperimentazioni condotte sul colore dal
giovane Ribera nei primi anni trascorsi a Napoli". Una mostra,
dunque, che
rende omaggio all'influenza del pittore spagnolo sui
pittori che lo hanno seguito a Napoli e che
fa chiarezza su uno dei
misteri della pittura napoletana del Seicento.
Jusepe de Ribera e la pittura a Napoli, a
Palazzo Madama, in
piazza Castello, sarà aperta al pubblico
fino al 14 gennaio 2016.
L'
orario di apertura è lunedì ore 10-18, mercoledì-sabato ore
10-18, domenica ore 10-19, martedì chiuso. Il
biglietto costa 10
euro, ridotto 8 euro, gratuito per possessori della tessera
Abbonamento Musei e per tutti il primo mercoledì del mese, non
festivo. Per
tutte le informazioni, il sito web è
www.palazzomadamatorino.it.
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