Spiritelli, amorini, genietti e
cherubini – Allegorie e decorazione di putti dal Barocco al
Neoclassico è il lunghissimo titolo di una bella mostra in corso al
Museo Accorsi, fino
al 5 giugno 2016. Suddivisa in
sei aree tematiche
(
Origine e diffusione del tema,
Nelle vesti di Amore,
Allegorie
profane,
Angioletti e cherubini,
Giochi di putti,
Putti e arti
decorative), ripercorre la presenza di queste figure, ora spiritelli
d'amore, ora cherubini anche maliziosi, dall'Eros romano, che fu
ispiratore di tutti, fino ai cherubini del XVIII secolo, che furono
elemento di decorazione delle dimore sabaude.
La mostra si apre
con un Eros e Anteros proveniente dall'antica Roma, a ricordare le
origini antiche di questo tema, quando Cupido, Amore ed Eros erano
raffigurati come
bambini capricciosi e irrazionali, quanto i
sentimenti; due sculture di
Putti in lotta, una attribuita al maestro
dei Bambini irrequieti e l'altra di Paul Heermann, ricordano con
realismo come anche i putti sappiano essere
violenti e crudeli (non
si risparmiano morsi e graffi!) nelle loro litigate. C'è anche un
Cupido dormiente, che le leggende vogliono sia stato scolpito
dallo
stesso Michelangelo, giovanissimo: era così bello che
venne
invecchiato per essere venduto come antico e, chissà quali sono i
percorsi della storia, oggi appartiene al
Museo di Antichità di
Torino.
Oltre alle sculture, la mostra presenta anche
una bella
serie di quadri, che raffigurano i putti come elementi di dipinti a
tema religioso, trasfigurati in angeli e cherubini senza sesso, ma
non per questo meno infantili nelle loro forme. Tra i putti diventati
angeli ci sono anche
due belle sculture lignee, le uniche che si sono
salvate dall'incendio della
Cappella della Sindone, perché in
restauro: 20 anni dopo, ancora in attesa della riapertura della
Cappella del Guarini, questi due angeli dorati raccontano e ricordano
la decorazione che abbiamo perso nel fatale 1997. E' molto
interessante la sezione dedicata alle
Allegorie profane, perché
testimonia il ruolo svolto anche nella cultura dal
Cardinal Maurizio,
fiero oppositore della cognata Cristina, Reggente del Ducato, e fine
letterato e cultore del mondo classico:
Lotta di tre amorini con tre
baccarini di
Guido Reni (oggi alla Galleria Sabauda) e i quadri
allegorici con tre putti (anche di sesso femminile!) arrivarono a
Torino o furono qui dipinti grazie al suo interesse per il tema. E c'è
un quadro particolarmente interessante, che narra una favola scritta
dallo stesso Cardinale, in cui
fiori e frutti discutono della
supremazia degli uni sugli altri: più importanti il melograno o i
fiori di rosa e di giglio? Guardando il quadro si avrà facilmente la risposta.
I
putti furono
elemento di decorazione di candelabri,
appliques e
mobili, furono protagonisti di favole e di scene di vita quasi
adulta, di sculture realistiche e di argenti, furono rappresentati in
incisioni, sculture e quadri, ora come adulti con volti di bambini,
ora come cicciottelli messaggeri d'amore, ora come pericolosi
elementi di tentazione, ora come spensierati e innocenti bambinelli.
E' sorprendente
quanto il tema sia vasto e infinito.
Anche questa mostra del Museo Accorsi presenta
numerose chicche: non solo i quadri del Cardinal Maurizio
(il quadro della favola è stato recuperato
dai depositi del Castello
di Racconigi!), ma anche i dipinti di
Vittorio Amedeo Rapous; alcuni
dei suoi quadri, come le
Stagioni e
L'arrotino,
non sono più stati
esposti dopo la mostra del Barocco
del 1963 e i due piccoli
Putto
nelle vesti di venditore ambulante di almanacchi e
Putto nelle vesti
di ammaestratrice di un cane sono totalmente
inediti. Curata da
Vittorio Natale,
Spiritelli, amorini, genietti e cherubini merita
davvero una visita perché è
la prima volta che i putti sono
protagonisti di
una mostra monografica in Europa e la curiosità che
suscita la vastità dell'argomento è sorprendente.
Spiritelli,
amorini, genietti e cherubini – Allegorie e decorazione di putti
dal Barocco al Neoclassico è al
Museo Accorsi-Ometto, in
via Po 55,
fino
al 5 giugno 2016. L
'orario di apertura della mostra è da
martedì a venerdì ore 10-13 e 14-18, sabato e domenica ore 10-13 e
14-19, lunedì chiuso. Il
prezzo del biglietto è 8 euro, ridotto 6
euro (per studenti fino a 26 anni e over65), gratuito per i
possessori della tessera Abbonamento Musei; la mostra con visita
guidata (da martedì a venerdì ore 11 e 17, sabato, domenica e
festivi anche ore 18), 12 euro, ridotto 10 euro, Abbonamento Musei 4
euro.
Tutte le info sul sito
fondazioneaccorsi-ometto.it.
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