La premessa è che considero
La nascita
di Venere di
Sandro Botticelli uno dei quadri più belli di tutti i
tempi (sarà stato averlo visto da bambina alla Galleria degli
Uffizi? Non lo so, fatto sta che
La nascita di Venere e la
Primavera
sono nel mio Olimpo personale). L'idea, dunque, di una mostra
torinese in cui si confrontano due Venere,
uscite dalla bottega del
Botticelli, mi ha
incuriosito tantissimo.
Questa proliferazione
di dee botticelliane, di cui avevano idea solo gli addetti ai lavori, prima di questa mostra torinese, intitolata
Venere incontra Venere, è dovuta al
grande successo che
La nascita
di Venere ebbe tra i contemporanei. Le
donne di Botticelli, con i loro corpi femminili, né opulenti né
scheletrici, e con i loro volti di eterea distanza, piacquero tanto che il pittore fu chiamato a dipingerle nelle benestanti case fiorentine;
Giorgio Vasari scrisse che in tante dimore cittadine c'erano "tondi di sua mano e femmine ignude assai".
Di quella
felice stagione botticelliana, sono arrivate a noi solo
tre
pitture, direttamente riferibili alla
Nascita di Venere: una è
conservata alla
Galleria Sabauda di Torino (lo sapevate?), l'altra
alla
Gamäldegalerie di Berlino e la terza da un collezionista
privato, a
Ginevra. La Venere 'torinese' torna a casa dopo essere
stata esposta in Estremo Oriente e, insieme alla 'gemella berlinese',
a Londra e a Berlino. E, lasciata Berlino, è arrivata con la collega tedesca, per inaugurare lo
Spazio confronti della Galleria
Sabauda, in cui verranno proposte piccoli allestimenti di confronto, per
scoprire parallelismi tra opere d'arte magari di epoche diverse. E
non poteva esserci
inaugurazione migliore: una riproduzione della
Nascita di Venere, conservata nella Galleria degli Uffizi di Firenze, poi,
sulla stessa parete, le due 'figlie', la Venere di Torino e quella di
Berlino. Lo stesso corpo florido, la stessa posa davanti al pittore,
con la testa leggermente inclinata sulla destra e le mani e i lunghi
capelli a coprire pudicamente le parti intime, con l'espressione un
po' malinconica ed enigmatica cara alle donne botticelliane. Più
bionda e sontuosa la berlinese, più sottile e raffinata la torinese e
chissà se nel loro aspetto c'era già un'idea del loro destino
finale.
Ma la cosa davvero sorprendente e
molto apprezzabile è
la scelta di aver messo a confronto non solo le due pitture
botticelliane, ma anche
la statua di Afrodite Anadiomene (Afrodite
nascente dal mare), realizzata nel II secolo dopo Cristo, copia di
una scultura ellenistica e completata da una testa rinascimentale. E'
una statua acquistata da Carlo Emanuele I e conservata da Palazzo
Chiablese (e bisognerà rivalutare anche Carlo Emanuele I come sovrano colto e amante del bello). Una bella idea, questo confronto di Veneri di tempi
diversi, che stabilisce un ponte speciale tra epoche lontane e mostra anche come, attraverso la dea, sia cambiata l'idea della bellezza muliebre nel
corso dei secoli. Si guardano queste quattro Veneri che si parlano da
luoghi ed epoche distanti e si pensa anche a
quanto sia poco conosciuto e tutto da valorizzare il
patrimonio custodito dai musei di Torino. Ben vengano altri confronti come
questo, che ci aiutano a scoprire anche
la
ricchezza culturale della nostra città.
Venere incontra Venere è
alla
Galleria Sabauda, nei
Musei Reali di Torino (piazzetta Reale),
fino al
4 settembre 2016.
Gli orari di apertura sono quelli dei Musei
Reali: da martedì a domenica, dalle ore 9 alle ore 19, giovedì fino
alle ore 22 (fino al 29 settembre).
Il biglietto costa 12 euro,
ridotto 6 euro (dai 18 ai 25 anni), gratuito per gli under 18,
disabili e accompagnatori, possessori tessere Abbonamento Musei e
Torino+Piemonte Card.
Ingresso a biglietto ridotto il giovedì sera, a partire
dalle ore 20.30. La biglietteria è a Palazzo Reale, in piazzetta
Reale 1.
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