C'è ancora un mese di tempo, chiuderà
il
21 maggio 2017, per visitare
L'Italia di Magnum. Da Henri
Cartier-Bresson a Paolo Pellegrin, la bella mostra organizzata da
CAMERA, in via delle Rosine 18, per celebrare i
70 anni della celebre
agenzia fotografica.
Oltre 200 fotografie, scattate da alcuni dei
più
prestigiosi fotografi di Magnum, da Robert Capa e Henri
Cartier-Bresson, fino a Fernando Scianna e Alex Majoli, raccontano la
storia del nostro Paese negli ultimi 70 anni.
La
bella idea di
dividere le fotografie per decenni rende ancora
più visibile
l'evoluzione dell'Italia, dagli anni 30 fascisti a questi primi
confusi decenni del XXI secolo.
Robert Capa racconta le distruzioni
della Seconda Guerra Mondiale, con immagini impressionanti di
Agrigento, e, nello stesso decennio,
David Seymour fotografa i volti
sorpresi ed estatici di chi ammira la Cappella Sistina (solo i volti,
senza vedere l'oggetto della meraviglia, così da rendere ancora più
intense quelle emozioni); gli anni 50, affidati a Elliott Erwitt,
Herbert List e René Burri raccontano la ripresa economica, con i
miti di Cinecittà e le reazioni alla
mostra di Picasso, a Milano.
Poi, siamo già in anni più vicini e riconoscibili, la
vittoria di
Cassius Clay alle Olimpiadi di Roma, i vitelloni sulle spiagge
romagnole, i
funerali di Palmiro Togliatti, che testimoniano la forza
del Partito Comunista Italiano e la passione politica del decennio.
La
legge Basaglia e i grandi NO al
referendum sul divorzio fanno
pensare ai nostri anni e al valore che avevano i no, negli anni 70,
rispetto a quelli di oggi. Gli anni 80 arrivano con
un'esplosione di
colori, con i primi accenni di multimedialità e con l'ascesa di
Silvio Berlusconi, con le immagini delle vacanze al mare, diritto
acquisito di tutti. Gli anni 90 e Duemila sono raccontati da Alex
Majoli, Thomas Dworzak, Peter Marlow e Chris Steele-Perkins, con i
colori, le contraddizioni e i simboli del nostro tempo.
L'Italia
di Magnum è una
mostra emozionante non solo per le immagini e
l'evoluzione della fotografia, ma anche per
la possibilità di
riconoscerci e di riconoscere il nostro Paese, di scoprire quanto in
pochi decenni abbia saputo trasformarsi in una delle grandi potenze
mondiali e quanto sappia esser grande, nell'affrontare le sfide che
lo aspettano, quando è unito e compatto. È un'Italia
guardata con
gli occhi stranieri, che, soprattutto negli anni del dopoguerra, non
resistono a immortalare i cliché, la povertà e la voglia di vivere,
nonostante tutto. Sono belli
il rigore del racconto,
la scelta degli
argomenti per rappresentare il Paese e la sua evoluzione, si sentono orgoglio e dispiacere, si sente che il futuro è
lì, che ci aspetta, nonostante le mafie, le corruzioni, le
contraddizioni (perché sappiamo trasformare il made in Italy in un
marchio mondiale, perché abbiamo simboli culturali potentissimi,
perché lo sguardo del fotografo straniero continua a essere
affascinato).
Se una pecca c'è in questa mostra da non perdere è
che racconta l'Italia
solo con occhi maschili: magari è una
forma
mentis, magari siamo in anni in cui guardando una fotografia si nota
immediatamente la presenza/assenza delle donne, ma, arrivata al fondo
del percorso, ripensando al nome dei fotografi presenti, mi è venuto
automatico pensare "
nessuna donna, peccato, chissà cosa avrebbe raccontato di noi".
L'Italia di
Magnum. Da Henri Cartier-Bresson a Paolo Pellegrin è da
CAMERA, in
via delle Rosine 18,
fino al 21 maggio 2017.
L'orario di apertura è
lunedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica ore 11-19; giovedì
ore 11-21; martedì chiuso. Biglietto d'ingresso, 10 euro, ridotto 6
euro (under 26 anni, over 70), gratuito con Abbonamento Musei.
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