Un paio di sere fa giracchiavo su
Rai
Play in cerca di qualche film scacciapensieri da vedere, sono finita
nella serie
Purché tutto finisca bene, di cui avevo già visto
qualche produzione. Ho
scelto a caso
Il mio vicino del piano di sopra, nonostante
Sergio Rubini e
Barbora Bobulova non siano
i primi attori che mi vengano in mente quando sono in cerca di
qualcosa di sfizioso da vedere, e mi sono fermata quando nelle prime
scene ho riconosciuto la
Fontana dei dodici mesi del Parco del
Valentino. Non è il primo film della serie che si svolge a
Torino
(ci sono anche
Un marito di troppo, con Cristiana Capotondi e Giorgio Marchesi,
Piccoli segreti, grandi bugie, con Chiara Francini e Giuseppe Zeno, e
La tempesta, con Nicole Grimaudo e Giovanni Scifoni, quest'ultimo buffo perché i protagonisti
escono di casa da via Verdi, accanto all'Università e davanti alla
Cavallerizza, e poi si muovono per Treviso, dato che il film è
ambientato lì), ma è sempre bello vedere la propria città in un
film (durante la quarantena
ho visto una Torino noir e scandinava
nella serie
Non uccidere, davvero consigliabile per gli amanti del
genere).
Ma la cosa che mi ha molto
incuriosito è che i due
protagonisti si contendono
un super attico di Casa Hollywood e buona
parte del film è lì
ambientata. Ci si muove nelle terrazze piene di
piante e si ammirano
le fantastiche viste sul centro della città,
mentre si seguono le vicende sentimentali di Claudia e Bruno, lei
manager rampante, lui grafico depresso, entrambi ovviamente in cerca
di amori più stimolanti di quelli che stanno vivendo.
Casa
Hollywood è
una delle architetture contemporanee più belle di
Torino. È firmata da
Luciano Pia,
già autore di 25 verde, il primo
edificio italiano
con gli alberi in facciata, e deve il suo nome al
cinema Hollywood, di cui ha preso il posto; è formato da due diversi
edifici, collegati
da un rigoglioso giardino interno; su corso Regina
Margherita, si affaccia la costruzione nuova (su via Fiocchetto c'è
l'antico Teatro Popolare Piemontese), in cui si muovono i
protagonisti di
Il mio vicino del piano di sopra. Nella sua parte alta, dove si trovano l'attico e
il super attico di Claudia e Bruno, le viste sulla città hanno
spinto a
grandi vetrate; nelle terrazze, rivestite di legno, tanti alberi, come
ciliegi, peri, meli, piante aromatiche,
un vero e proprio giardino
pensile (che è un po' la caratteristica dell'architettura di Luciano
Pia). Intervistato
per la rubrica TorineSÌ, Pia mi aveva indicato
Casa Hollywood come il suo sì alle sfide più faticoso: "È
arrivato in un momento in cui la crisi economica iniziava a farsi
sentire. Era in un'area che non è facile da capire, un fabbricato
non facile da condividere, in un momento che stava diventando molto
complicato". Al vederla come
terza protagonista del film, eccezionale scenografia della storia d'amore e, in fondo,
filo conduttore di tutta la vicenda, gli sforzi del geniale architetto canavese sono valsi la pena (Casa Hollywood è anche un
gioiello di soluzioni per il risparmio energetico).
Il mio vicino del piano di sopra fornisce
una bella occasione per scoprire
quest'edificio torinese, le viste sulla Mole Antonelliana
e sui Giardini Reali, il suo giardino interno. Se siete ispirati da
film senza troppe pretese, di
target sentimental-familiare, allora
non perdetevelo, Casa Hollywood è una bella scoperta. E quest'anno
non c'è neanche
Open House Torino, una delle poche occasioni di
entrare al suo interno e di godere del suo panorama sulla città
storica, dalla collina alle Alpi.
Il link per vederlo in streaming è
www.raiplay.it.
Commenti
Posta un commento