C'è
un filo d'arte non molto segreto, ma non per questo tanto conosciuto,
che lega il torinese Palazzo Madama e il milanese Castello Sforzesco.
Spiega perché il Museo subalpino possegga il celebre
Ritratto d'uomo di
Antonello da Messina e perché sia particolarmente significativo che
la
Pala Trivulzio di Andrea Mantegna sia a Torino, grazie alla mostra
sul grande artista veneto in corso a Palazzo Madama (fino al 20 luglio 2020).
Tutto inizia
negli anni '20 del Novecento ed è così avventuroso, a base di
amicizie, interessi, complotti e simpatie/antipatie tra aristocrazia,
politica, arte, che meriterebbe un film. Pietro Accorsi è un
prestigioso antiquario di origini umili, cresciuto nella portineria
del palazzo seicentesco di via Po 55, che poi acquisterà e
trasformerà in propria sede di rappresentanza. A lui, che è diventato il
punto di riferimento delle famiglie più in vista d'Italia in cerca
di occasioni d'arte e di suggerimenti di stile, si rivolge anche il
principe Umberto di Savoia, che, spensierato e gaudente, vive
nell'antica capitale in attesa del suo momento. L'affare proposto
dall'erede al trono, la vendita di alcune maioliche, non va in porto,
ma l'incontro tra i due è l'inizio di una lunga e proficua amicizia. Grazie alla
sua ineguagliabile rete di contatti, il principe sa spesso le cose
prima di tutti e non esita a segnalare all'amico antiquario possibili
affari: c'è sempre una famiglia aristocratica che cerca di disfarsi
di qualche capolavoro per avere liquidità, Umberto viene a saperlo,
Pietro è pronto alle offerte più interessanti. L'amicizia è anche
una specie di segreta società d'affari che dà soddisfazione a
entrambi.
La più celebre soffiata di Umberto ad Accorsi riguarda
la Collezione Trivulzio. Siamo ormai nel 1935, Umberto di Savoia
viene a sapere che il principe milanese Luigi Alberico Trivulzio
vuole vendere la ricchissima collezione di famiglia, composta da
capolavori dell'arte europea. Ci sono quadri di Tiziano, Antonello da
Messina e Andrea Mantegna, una biblioteca di oltre 35mila volumi antichi, miniature di Jan van Eyck, un quaderno
autografo di Leonardo da Vinci: un tesoro d'arte che farebbe la gioia
di qualunque Museo. La soffiata del principe all'amico antiquario
spinge quest'ultimo a rivolgersi a Vittorio Viale, direttore del
Museo d'Arte Antica di Torino, per portare la prestigiosa collezione
in città. Grazie al'accordo con Viale permette Accorsi avanza una
proposta ai Trivulzio: l'acquisto di tutta la collezione per 9
milioni di lire dell'epoca. I Trivulzio accettano.
Il Ritratto d'uomo di Antonello da Messina, oggi a Palazzo Madama di Torino(sin)
La Pala Trivulzio di Andrea Mantegna del Castello Sforzesco di Milano,
esposta nella mostra su Andrea Mantegna a Palazzo Madama (des)
Ma non sarebbe
una spy-story se tutto finisse così. Non si sa come, i giornali
milanesi vengono a sapere dell'accordo segreto e denunciano con
enfasi il trasloco della collezione milanese a Torino. Ovviamente la
cosa provoca un grandissimo scandalo: Milano non può accettare di
essere spogliata di uno dei suoi tesori d'arte più preziosi. Battibecchi mediatici tra due città che non vedono l'ora di mettersi sempre l'una contro l'altra e scende in campo la politica: il podestà milanese Marcello Visconti di Modrone
si rivolge direttamente a Benito Mussolini, sottoponendogli il
problema. Il Duce, che pure potrebbe avere altro per la testa, non
appena viene a sapere che nella ricca trama c'è anche il principe
Umberto, non ha dubbi. Avendo in forte antipatia l'erede al trono,
troppo tiepido con il regime fascista, pone il veto alla
vendita: la collezione Trivulzio rimane a Milano.
Pietro
Accorsi accetta la decisione imposta dal Duce, del resto non potrebbe
fare altrimenti, però, e qui si vede il genio del mercante d'arte,
richiede una sorta di risarcimento per Torino, che aveva ormai
concluso l'affare: il
Ritratto d'uomo di Antonello da Messina e il
Libro d'Ore del duca di Berry, che contiene le miniature di Jan van
Eyck, sono il regalo che Torino si merita. Il Comune di Milano
accetta lo scambio e così si spiega perché nel percorso museale di
Palazzo Madama ci sono oggi questi due preziosi capolavori
quattrocenteschi. La mostra su Andrea Mantegna, che vi consiglio
caldamente di visitare, ha portato temporaneamente la Pala Trivulzio
in quella che sarebbe stata la sua sede, se la politica e le
antipatie non si fossero messe di mezzo.
E ditemi se questa ricca
trama di aristocratici, antiquari, amicizie, rivalità, politica,
arte, antipatie e simpatie non sarebbe perfetta per un film d'azione.
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