Fino
a metà del XIX secolo, l'area compresa tra il Duomo e corso Regina
Margherita non era come la vediamo oggi: al posto di via XX settembre
c'era il cosiddetto Quartiere Svizzero, un intrico di vie e di
palazzi che venne abbattuto nell'ansia di igiene e lotta alle
malattie seguite dall'epidemia di colera a Napoli, nel 1884. Ho
provato a raccontare cosa Torino abbia perso, abbattendo, tra gli
altri anche il primo Palazzo Ducale, in cui visse Emanuele Filiberto
quando portò la capitale da Chambéry a Torino,
in un articoloappositamente dedicato al Quartiere Svizzero.
L'area del Duomo prima della costruzione di via XX settembre (sin) e oggi, da Google Earth (des)
Non ci sono molte
foto che raccontino quella Torino. Questa, trovata nel forum Torino
Sparita di skyscraperscity.com, descrive un po' il quartiere perduto
e il suo apparente disordine. Qui non era intervenuta la mano di
Filippo Juvarra, per "raddrizzare" la via, così come era
stato nel Settecento
per via Garibaldi e
via Milano, per questo la
costruzione di via XX settembre costrinse all'abbattimento di edifici
di ogni epoca. Tra le "vittime" illustri, anche Palazzo San
Giovanni, voluto dal duca Vittorio Amedeo I, come sua residenza
ufficiale, ma praticamente abbandonato dalla sua vedova, Cristina di
Francia, che, durante la Reggenza, preferì vivere a Palazzo Madama.
Dimenticato dai sovrani successivi, non destò particolare dispiacere
quando entrò nella lista degli edifici da abbattere. Al suo posto,
in posizione più arretrata verso i Giardini Reali, sorse la Manica
Nuova, che ospita oggi la Galleria Sabauda.
Nella foto d'epoca,
più in alto, scattata nella seconda metà dell'Ottocento, prima del
1884, si leggono facilmente, oltre al campanile del Duomo, lo stesso
edificio religioso, con la sua cupola e, all'estrema sinistra
dell'immagine, parte della Cappella della Sacra Sindone; davanti al
Duomo,
il Palazzo Richelmy, abbattuto poi qualche decennio dopo,
intorno agli anni '30, e sostituito con il cosiddetto palazzaccio,
quindi una serie di edifici più o meno avanzati verso il Palazzo di
San Giovanni, dietro ai quali si vedono le Porte Palatine. Più in
alto ancora, gli edifici inclinati, che indicano il grande spazio di
Porta Palazzo.
Pochi gli elementi in comune tra la Torino di oggi e
quella di 160 anni fa, più disordinata, più affollata in quel
quartiere andato perduto, ricco di storia e di storie. Ma
probabilmente bisogna anche avere il coraggio di abbattere per
garantire un futuro più sostenibile.
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