Per due giorni, durante lo scorso weekend, Torino è stata centro delle operazioni
dell'Expédition Végétale, un esperimento scientifico-divulgativo di Nantes,
Capitale Europea del Verde 2013. Chi è passato per piazza Castello nei giorni
scorsi, avrà notato una sorta di astronave, circondata da piccoli palloni
aerostatici, una tenda militare e numerose piante. Poche spiegazioni per i
curiosi, essendo il personale di lingua francese, poco materiale
divulgativo in italiano, ma una ricerca su Internet ha chiarito le idee. La Expédition
Végétale dell'astronave Aéroflorale II è una sorta di "spedizione
scientifico-teatrale, inserita nell’ambito di un più vasto programma di
eventi per coinvolgere i cittadini e i partner europei nella promozione di una
maggiore attenzione all'ambiente, per il miglioramento generale della qualità
della vita" spiega
il sito del Comune di Torino. Aéroflorale, l'astronave
della spedizione, che incuriosisce grazie ai palloni aerostatici, è
"un'installazione artistico-scientifica ideata e progettata dalla compagnia
La Machine di Nantes: una vera e propria serra volante che viaggia per il mondo
collezionando i vegetali più diversi, al fine di svelare agli abitanti delle
città che l’accolgono l’incredibile patrimonio della biodiversità".
A Torino sono stati consegnati alla spedizione una quarantina di alberi d'alto
fusto tra cui una collezione di meli, platani allevati nella caratteristica
forma detta a candelabro, ciliegi; oltre 400 arbusti tra cui lavanda, cornus in
varietà, photinia, mahonia; 250 piante tropicali, alcune delle quali note come
piante d’appartamento come ad esempio i Ficus in varietà, oppure piante
esemplari come banani e kentie di grandi dimensioni; 700 piante stagionali da
fioritura estiva, rappresentative delle varietà che abitualmente vengono
impiegate per l’allestimento delle aiuole fiorite cittadine; circa 100 piante
orticole".
I vigneti che si sono visti in piazza Castello, hanno avuto lo
scopo di riprodurre "un panorama tipicamente agricolo che ha
caratterizzato per molti secoli il panorama piemontese: i vigneti maritati".
La coltivazione della vite maritata, spiega ancora il sito del Comune "è
una tecnica antica, risalente all'epoca degli Etruschi, che consentiva di
moltiplicare il raccolto "senza occupare spazio". Le viti venivano
infatti legate ad alberi disposti in filari consentendo così di sviluppare i
loro rami lungo funi legate tra i vari alberi. Purtroppo questa forma di
allevamento, che ha molto contribuito ad aumentare la biodiversità locale, è
al giorno d'oggi molto rara da ritrovare nel paesaggio agricolo piemontese e
merita quindi di essere menzionata. Non mancano documentazioni di vario genere,
raffigurazioni grafiche e testi letterari, che descrivono, in
Piemonte, la vite maritata al gelso bianco (Morus alba), albero a sua volta
coltivato poiché la sua vegetazione veniva impiegata come nutrimento per l'allevamento
del baco da seta".
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