FLOReal d'autunno alla Palazzina di Stupinigi

 Nel weekend torna alla Palazzina di Caccia di Stupinigi FLOReal, che tanto successo aveva avuto nella prima edizione, nella stessa location. Nella tre giorni, dal 7 al 9 ottobre 2022, la mostra florovivaistica, con vivaisti provenienti da ogni parte d'Italia, sarà accompagnata da un ricco palinsesto culturale. Presentazioni di libri e conferenze, proiezioni di cortometraggi e documentari, performance teatrali, mostre, laboratori e un ampio spazio dedicato alla gastronomia, con un filo comune: la natura e la sostenibilità. La mostra propone colori e profumi dell'autunno, "dal fiore più amato, la rosa, agli agrumi siciliani, le orchidee dalla Lombardia, e ancora piante succulente e carnivore, orchidee, tillandsie, piante acquatiche e rampicanti, aromatiche e tropicali, oltre a diverse tipologie di bonsai. Piante da appartamento, da secco e da sole intenso, da ombra, fioriture annuali, bulbose e graminacee. Non mancheranno varietà più stagionali come le viole, i ciclam

Gli ultimi giorni dell'assedio: 308 anni dopo, Torino non dimentica

Si avvicinano giorni cruciali nella storia torinese e corrispondono all'imminente weekend. Torniamo indietro di 308 anni: il 5 settembre 1706, Torino viveva le ultime giornate dell'assedio francese. Era iniziato il 14 maggio 1706, ma i preparativi per la resistenza erano iniziati sin dall'inverno precedente, con la partecipazione di tutta la cittadinanza e del territorio circostanze. La città aveva resistito alle manovre francesi per tutta l'estate, anche con episodi cruenti e crudeli, come quello del 27 agosto, in cui fu dato fuoco ai morti e ai feriti caduti nel fossato della Cittadella. Le cronache raccontano addirittura che si respinsero indietro i feriti che tentavano di uscire dal fossato, arrampicandosi tra i corpi dei morti e che non si ebbe pietà per chi la invocava. Negli ultimi giorni di assedio ci furono, tra guerre di mine e guerre di vigne, in collina, episodi davvero drammatici.

Ma la violenza degli ultimi giorni di agosto coincise anche con l'arrivo, attesissimo, del principe Eugenio di Savoia e delle sue truppe imperiali. Per raggiungere il Piemonte, il condottiero degli Asburgo aveva dovuto attraversare l'intera Pianura Padana e liberarsi degli eserciti franco-spagnoli. Il 1° settembre, il suo esercito si riunì con quello di Vittorio Amedeo II, a Villastellone. Il 2 settembre, Eugenio e Vittorio Amedeo salirono sul colle di Superga, per osservare Torino, la sua pianura e lo schieramento francese. Vari decenni dopo, su quello stesso colle, sarebbe sorta la Basilica di Superga, che Vittorio Amedeo II volle per ringraziare la Vergine; la disegnò Filippo Juvarra, architetto siciliano che il sovrano conobbe durante il viaggio nell'isola di cui era diventato re (grazie anche alla vittoria di Torino).

Il 4 settembre, le truppe imperiali e piemontesi iniziarono le proprie manovre, mentre i torinesi, saputo dell'arrivo degli alleati, si preparavano attivamente all'ultima resistenza, sia nelle gallerie sotterranee, da cui avevano reso la vita impossibile ai Francesi, sia nelle strade, con tutti gli uomini utili chiamati a combattere. Vittorio Amedeo ed Eugenio decisero di sorprendere i Francesi da sud. Per questo attraversarono il Po a Carignano e poi tornarono verso nord, fino al Sangone. Nel frattempo, le truppe guidate dal conte Santena di Moncalieri impegnarono gli assedianti a Chieri, distraendoli dalla manovra in corso. Il giorno dopo, Eugenio e Vittorio Amedeo erano sulle rive della Dora, a Pianezza, e riuscirono anche a impossessarsi dei rifornimenti francesi, in arrivo dalla Valle di Susa.

La battaglia vera e propria si tenne il 7 settembre, tra Torino, la Dora e la Stura. La racconta Claudia Bocca nel libro Gli assedi di Torino: "Il primo attacco fu condotto dalla colonna comandata dal principe di Wuertemberg, affiancato dai prussiani del principe d'Anhalt, ma vennero respinti dal pesante fuoco dell'artiglieria francese. Si susseguirono altri assalti, retti bene dall'Orléans, che comandava il centro dello schieramento francese. A questo punto Vittorio Amedeo, avvertito da una pattuglia che verso la Stura c'era un ghiaione sulla scarpata che non era stato fortificato, decise di attaccare da quella parte l'ala destra francese, con quattro squadroni di ussari e qualche compagnia di granatieri, mentre contemporaneamente il principe di Anhalt ripeteva l'assalto frontale. I Francesi furono costretti ad arretrare nelle loro trincee; gli austro-piemontesi erano riusciti a penetrare nelle retrovie avversarie, ma la manovra aveva aperto un varco tra gli imperiali che poteva risultare pericoloso. Se ne avvide il principe Eugenio, che occupò la posizione con alcuni suoi reparti. Come era sua abitudine, il principe guidò personalmente l'azione, avendo al suo fianco un paggio, un servo e un cavallo che furono uccisi, ma lui rimase indenne. I Francesi resistevano eroicamente e cominciarono a ripiegare soltanto quando il maresciallo Marsin venne colpito a morte".

I comandanti torinesi, che avevano assistito allo svolgimento della battaglia dal bastione della Consolata, decisero di intervenire. Le truppe rimaste fino ad allora a difendere la città, uscirono e attraversarono la Dora, attaccando alle spalle l'ala sinistra francese e affiancando l'esercito di Vittorio Amedeo. Dalle mura cittadine, intanto, si sparava "quella polvere da sparo che ormai non si doveva più risparmiare, contro i Francesi in fuga". Nel pomeriggio la battaglia di Torino era stata vinta e la capitale sabauda poteva contemplare la rovina e il sangue del territorio circostante. Vittorio Amedeo ed Eugenio entrarono in città trionfalmente e assistettero al Te Deum quella stessa notte.

Torino non dimentica quei giorni, li ricorda tutti gli anni e, soprattutto, li racconta da generazioni ai più giovani, affinché il ricordo di quei sacrifici (Pietro Micca!) e di quel coraggio non vada perduto. Quest'anno non fa eccezione: il 6 e il 7 settembre ci saranno in città numerose manifestazioni, in ricordo dell'assedio e della vittoria. Il calendario è il seguente:

Sabato 6 settembre
ore 15.30 Museo Pietro Micca
Onori ai caduti francesi e ducali con deposizione di corone nelle gallerie sotterranee
ore 16.15
Sfilata del Gruppo Storico Pietro Micca della Città di Torino dal Museo Pietro Micca al Santuario della Consolata: via Valfrè - corso Siccardi - via della Consolata - Piazza Savoia - via della Consolata
ore 16.45, Santuario della Consolata
Benedizione delle bandiere sul sagrato - Solenne Vespro
ore 17.30
Sfilata per via della Consolata - Piazza Savoia - via della Consolata - Corso Siccardi
ore 18.00, Maschio della Cittadella
Onori al monumento a Pietro Micca con deposizione di corona e salve di fucileria e di cannone

Domenica 7 settembre
ore 10.00, piazza Palazzo di Città
Guardia d'onore al Palazzo Civico
ore 15.30
Sfilata del Gruppo Storico Pietro Micca della Città di Torino: via Valfrè - corso Siccardi - via Garibaldi - via Milano
ore 16.00, piazza Palazzo di Città
Onori al Gonfalone della Città e alle Autorità, rivista degli uomini da parte delle Autorità, commemorazione, cambio della guardia e spari di fucileria
ore 16.45
Sfilata per via Palazzo di Città e via Porta Palatina
Ore 17.00, Giardini delle Porte Palatine in piazza San Giovanni
Sortita dalla città con scontri a fuoco del Gruppo Storico Pietro Micca della Città di Torino


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