Si avvicinano giorni cruciali nella
storia torinese e corrispondono all'imminente weekend. Torniamo
indietro di 308 anni: il 5 settembre 1706, Torino viveva le ultime
giornate dell'assedio francese. Era iniziato il 14 maggio 1706, ma
i preparativi per la resistenza erano iniziati sin dall'inverno
precedente, con la partecipazione di tutta la cittadinanza e del
territorio circostanze. La città aveva resistito alle manovre
francesi per tutta l'estate, anche con episodi cruenti e crudeli,
come quello del 27 agosto, in cui fu dato fuoco ai morti e ai feriti
caduti nel fossato della Cittadella. Le cronache raccontano
addirittura che si respinsero indietro i feriti che tentavano di
uscire dal fossato, arrampicandosi tra i corpi dei morti e che non si
ebbe pietà per chi la invocava. Negli ultimi giorni di assedio ci
furono, tra guerre di mine e guerre di vigne, in collina, episodi
davvero drammatici.
Ma la violenza degli ultimi giorni di agosto
coincise anche con l'arrivo, attesissimo, del principe Eugenio di
Savoia e delle sue truppe imperiali. Per raggiungere il Piemonte, il
condottiero degli Asburgo aveva dovuto attraversare l'intera Pianura
Padana e liberarsi degli eserciti franco-spagnoli. Il 1° settembre,
il suo esercito si riunì con quello di Vittorio Amedeo II, a
Villastellone. Il 2 settembre, Eugenio e Vittorio Amedeo salirono sul
colle di Superga, per osservare Torino, la sua pianura e lo
schieramento francese.
Vari decenni dopo, su quello stesso colle, sarebbe sorta la Basilica
di Superga, che Vittorio Amedeo II volle per ringraziare la Vergine; la disegnò Filippo Juvarra,
architetto siciliano che il sovrano conobbe durante il viaggio
nell'isola di cui era diventato re (grazie anche alla vittoria di
Torino).
Il 4 settembre, le truppe imperiali e piemontesi
iniziarono le proprie manovre, mentre i torinesi, saputo dell'arrivo
degli alleati, si preparavano attivamente all'ultima resistenza, sia
nelle gallerie sotterranee, da cui avevano reso la vita impossibile
ai Francesi, sia nelle strade, con tutti gli uomini utili chiamati a
combattere. Vittorio Amedeo ed Eugenio decisero di sorprendere i
Francesi da sud. Per
questo attraversarono il Po a Carignano e poi tornarono verso nord,
fino al Sangone. Nel frattempo, le truppe guidate dal conte Santena di Moncalieri impegnarono gli assedianti a Chieri, distraendoli dalla manovra in corso. Il giorno
dopo, Eugenio e Vittorio Amedeo erano sulle rive della Dora, a Pianezza, e riuscirono anche a impossessarsi dei rifornimenti
francesi, in arrivo dalla Valle di Susa.
La battaglia vera e
propria si tenne il 7 settembre, tra Torino, la Dora e la Stura. La
racconta Claudia Bocca nel libro
Gli assedi di Torino: "Il primo
attacco fu condotto dalla colonna comandata dal principe di
Wuertemberg, affiancato dai prussiani del principe d'Anhalt, ma
vennero respinti dal pesante fuoco dell'artiglieria francese. Si
susseguirono altri assalti, retti bene dall'Orléans, che comandava
il centro dello schieramento francese. A questo punto Vittorio
Amedeo, avvertito da una pattuglia che verso la Stura c'era un
ghiaione sulla scarpata che non era stato fortificato, decise di
attaccare da quella parte l'ala destra francese, con quattro
squadroni di ussari e qualche compagnia di granatieri, mentre
contemporaneamente il principe di Anhalt ripeteva l'assalto frontale.
I Francesi furono costretti ad arretrare nelle loro trincee; gli
austro-piemontesi erano riusciti a penetrare nelle retrovie
avversarie, ma la manovra aveva aperto un varco tra gli imperiali che
poteva risultare pericoloso. Se ne avvide il principe Eugenio, che
occupò la posizione con alcuni suoi reparti. Come era sua abitudine,
il principe guidò personalmente l'azione, avendo al suo fianco un
paggio, un servo e un cavallo che furono uccisi, ma lui rimase
indenne. I Francesi resistevano eroicamente e cominciarono a
ripiegare soltanto quando il maresciallo Marsin venne colpito a
morte".
I comandanti torinesi, che avevano assistito allo
svolgimento della battaglia dal bastione della Consolata, decisero di
intervenire. Le truppe rimaste fino ad allora a difendere la città,
uscirono e attraversarono la Dora, attaccando alle spalle l'ala
sinistra francese e affiancando l'esercito di Vittorio Amedeo. Dalle
mura cittadine, intanto, si sparava "quella polvere da sparo che
ormai non si doveva più risparmiare, contro i Francesi in fuga". Nel
pomeriggio la battaglia di Torino era stata vinta e la capitale
sabauda poteva contemplare la rovina e il sangue del territorio
circostante. Vittorio Amedeo ed Eugenio entrarono in città
trionfalmente e assistettero al Te Deum quella stessa notte.
Torino
non dimentica quei giorni, li ricorda tutti gli anni e, soprattutto,
li racconta da generazioni ai più giovani, affinché il ricordo di
quei sacrifici (Pietro Micca!) e di quel coraggio non vada perduto.
Quest'anno non fa eccezione: il 6 e il 7 settembre ci saranno in
città numerose manifestazioni, in ricordo dell'assedio e della
vittoria. Il calendario è il seguente:
Sabato 6 settembre
ore 15.30 Museo
Pietro Micca
Onori ai caduti francesi e ducali con deposizione di
corone nelle gallerie sotterranee
ore 16.15
Sfilata del Gruppo
Storico Pietro Micca della Città di Torino dal Museo Pietro Micca al
Santuario della Consolata: via Valfrè - corso Siccardi - via della
Consolata - Piazza Savoia - via della Consolata
ore 16.45,
Santuario della Consolata
Benedizione delle bandiere sul sagrato -
Solenne Vespro
ore 17.30
Sfilata per via della Consolata -
Piazza Savoia - via della Consolata - Corso Siccardi
ore 18.00,
Maschio della Cittadella
Onori al monumento a Pietro Micca con
deposizione di corona e salve di fucileria e di cannone
Domenica 7 settembre
ore 10.00,
piazza Palazzo di Città
Guardia d'onore al Palazzo Civico
ore
15.30
Sfilata del Gruppo Storico Pietro Micca della Città di
Torino: via Valfrè - corso Siccardi - via Garibaldi - via Milano
ore
16.00, piazza Palazzo di Città
Onori al Gonfalone della Città e
alle Autorità, rivista degli uomini da parte delle Autorità,
commemorazione, cambio della guardia e spari di fucileria
ore
16.45
Sfilata per via Palazzo di Città e via Porta Palatina
Ore
17.00, Giardini delle Porte Palatine in piazza San Giovanni
Sortita
dalla città con scontri a fuoco del Gruppo Storico Pietro Micca
della Città di Torino
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