Un
allestimento curatissimo, in un ambiente, piccolo, intimo e buio, con la luce proiettata
esclusivamente sul gioiello dell'esposizione,
La Madonna del Divino
Amore. Così
la Pinacoteca Agnelli presenta una delle
grandi mostre
di questo eccezionale 2015 torinese, intitolata,
Raffaello: La
Madonna del Divino Amore. Perché protagonista incontrastato di
questa mostra è esclusivamente il celebre quadro del pittore
marchigiano, considerato
uno dei più belli del suo periodo romano dallo
stesso Giorgio Vasari. "Lavorò un quadro al signor Leonello da
Carpi, il quale fu meravigliosamente di colorito e di bellezza
singulare, atteso che egli è condotto di forza e di una vaghezza
tanto leggiadra che io non penso che e' si possa fare meglio". Da Leonello da Carpi, signore di Meldola, il quadro è poi passato al figlio, il cardinale Rodolfo e, per acquisto, è arrivato al cardinale Alessandro Farnese; dal Palazzo romano dei Farnese fu trasferito a Parma e, quindi, di nuovo per eredità, è giunto a Napoli, a Carlo di Borbone, erede della collezione di sua madre Elisabetta Farnese. Ma non era ancora finita: durante la Seconda Guerra Mondiale, i nazisti tentarono invano di impadronirsi del quadro, costringendo a numerosi trasferimenti, fino al definitivo ritorno a Napoli, dopo il conflitto.
La
bellezza dei colori, la dolcezza dei volti, il significato cristiano
dell'incontro tra Gesù Bambino e Giovanni Battista, sotto lo sguardo
di Maria e di Elisabetta, fanno sì che l'intero gruppo sia diventato
tra i più celebri dell'iconografia cristiana.
La descrizione del
quadro potete leggerla
nel post dedicato all'annuncio della mostra.
L'eccezionalità della mostra alla Pinacoteca Agnelli
non risiede solo nel fatto che
per la prima volta il quadro approda a Torino,
ma anche nel fatto che viene accompagnato
dagli studi del suo
restauro e da incisioni e disegni ad esso strettamente collegati, provenienti dall'Albertina di Vienna e dal Museo di Belle Arti di Lille, in Francia. Video, immagini, supporti digitali, permettono di conoscere
da vicino le indagini compiute sul quadro, la sua struttura interna,
le varianti fatte da Raffaello la realizzazione del quadro. Sono gli studi che
hanno permesso di
attribuire il quadro definitivamente a Raffaello, dopo i
dubbi dell'Ottocento. "Magari un
piedino del Gesù Bambino lo avrà fatto un suo allievo, perché i
grandi pittori non dipingevano mai da soli i loro quadri, ma è
chiarissimo che il concetto generale e il lavoro fondamentale è di
Raffaello" ha tagliato corto in conferenza stampa il Soprintendente al Polo Museale Speciale di Napoli Fabrizio Vona E'
probabilmente la prima volta che si offre al grande pubblico
l'occasione di conoscere così da vicino, con un linguaggio così
chiaro e semplice, un capolavoro della Storia dell'Arte. Anche per
questo l'occasione di vedere da vicino la Madonna del Divino Amore è
da non perdere.
Questa mostra rinnova
il profondo legame tra
la Pinacoteca Agnelli e il Museo di Capodimonte, la cui collaborazione
risale alla prima mostra organizzata dall'Ente torinese,
Sovrane
fragilità, nel 2007, che rivelava ai torinesi i capolavori delle
Manifatture Reali Borboniche di
Capodimonte e di Napoli. Un Museo, Capodimonte, e una città, Napoli,
che hanno un profondo legame con Torino e che, ha ricordato Vona,
aspettano di essere scoperti
in qualche viaggio verso il Sud.
Raffaello: La Madonna
del Divino Amore, alla
Pinacoteca Agnelli, in via Nizza 230/103,
chiuderà il 28 giugno
2015; l'
orario di apertura è da martedì a domenica dalle 10 alle
19, chiuso lunedì;
il biglietto costa 10 euro (comprende l'ingresso
alla collezione permanente), ridotto 8 euro, gratuito per minori di 6
anni, disabili, Abbonamento Musei.
Il sito web della Pinacoteca Agnellli è
www.pinacoteca-agnelli.it
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