FLOReal d'autunno alla Palazzina di Stupinigi

 Nel weekend torna alla Palazzina di Caccia di Stupinigi FLOReal, che tanto successo aveva avuto nella prima edizione, nella stessa location. Nella tre giorni, dal 7 al 9 ottobre 2022, la mostra florovivaistica, con vivaisti provenienti da ogni parte d'Italia, sarà accompagnata da un ricco palinsesto culturale. Presentazioni di libri e conferenze, proiezioni di cortometraggi e documentari, performance teatrali, mostre, laboratori e un ampio spazio dedicato alla gastronomia, con un filo comune: la natura e la sostenibilità. La mostra propone colori e profumi dell'autunno, "dal fiore più amato, la rosa, agli agrumi siciliani, le orchidee dalla Lombardia, e ancora piante succulente e carnivore, orchidee, tillandsie, piante acquatiche e rampicanti, aromatiche e tropicali, oltre a diverse tipologie di bonsai. Piante da appartamento, da secco e da sole intenso, da ombra, fioriture annuali, bulbose e graminacee. Non mancheranno varietà più stagionali come le viole, i ciclam

Apre il nuovo Museo Egizio: un allestimento scenografico e divulgativo per i faraoni

Per Evelina Christillin, presidente della Fondazione Museo delle Antichità Egizie di Torino, la grande scommessa vinta è stata tenere il Museo Egizio aperto, mentre il guariniano Collegio dei Nobili, che lo ospita, era tutto un cantiere (e con il cantiere aperto, il Museo è riuscito a registrare un numero di visitatori record, 567.688, contro i 529.911 del 2006, l'anno dei Giochi Invernali). Per Christian Greco, il direttore che in soli 10 mesi, dal suo insediamento a oggi, è riuscito a preparare il progetto scientifico del nuovo allestimento e a dare una nuova impronta al Museo, la vera sfida inizia adesso: con il moderno percorso museale e con la nuova squadra (solo 21 persone a gestire il più importante Museo Egizio del mondo dopo quello del Cairo), il Museo intende diventare punto di riferimento internazionale della ricerca, polo culturale per la Torino multietnica, centro di cultura con fitte relazioni con le grandi realtà museali e conservative del mondo. "Non esiste un futuro senza ricerca, non esiste cultura senza l'Egitto, che è una delle civiltà che hanno fondato l'Occidente" ha detto Christian Greco, che il 1° maggio riporterà il Museo Egizio torinese a scavare in Egitto, dopo decenni d'assenza.


Il Museo Egizio di Torino apre oggi dopo dieci anni di lavori e 50 milioni di euro, versati sia dalle istituzioni pubbliche che, soprattutto, dagli enti privati, Compagnia di San Paolo e Fondazione CRT in primis (la Compagnia ha contribuito con 25 milioni, il 50% del budget). Gli spazi sono raddoppiati, permettendo l'esposizione di reperti rimasti nei magazzini e l'apertura di nuovi locali, destinati alle mostre temporanee, per esporre periodicamente gli altri oggetti nei depositi. E' cambiata la filosofia del Museo e si vede. Chi ricorda il 'vecchio' Egizio? Il percorso museale aveva uno stile vecchio, stantio e professorale. Ricordo file infinite di statuette funerarie senza una spiegazione, se non una didascalia adatta a un esperto; la tomba di Kha ricostruita senza un racconto che avvicinasse la figura ai profani. Dimenticate tutto questo.




Ci sarà tempo per analizzare l'allestimento museale, davvero bello, i rapporti tra il Museo e il Collegio dei Nobili, di cui i restauri hanno rivelato affreschi perduti, il racconto della civiltà egizia: un blog su Torino non può fermarsi, evidentemente, a un solo articolo su questo gioiello prezioso della città (anche perché il direttore Christian Greco ha talmente tante idee per valorizzarlo che non si potrà rimanere indifferenti davanti al suo lavoro). Qui riporto le prime impressioni, dopo la visita di ieri, in anteprima per la stampa.


Il nuovo Museo Egizio propone un percorso cronologico, dall'epoca predinastica a quella romana, diviso in quindici sezioni, concepite da otto curatori. Dopo l'introduzione del piano sotterraneo, che rende omaggio a Bernardino Drovetti ed Ernesto Schiaparelli, senza i quali non ci sarebbe stato il Museo Egizio, si sale al secondo piano, a cui si accede con moderne scale mobili, e da lì si scende, verso il piano terra. La prima cosa che si nota è l'attenzione all'aspetto scenografico dell'allestimento: grande uso di teche di vetro e di vetrine, che esaltano i reperti, permettendo di vederli da ogni lato, e alleggeriscono il percorso, con le loro trasparenze; le luci giocano sapientemente a illuminare gli oggetti, per sottolinearne colori e curve. Non mancano mai le schede informative, che aiutano il visitatore meno esperto ad avere idea del contesto dei vari reperti e della storia egizia: le trovate a introdurre le varie sale, in italiano, in inglese e persino in arabo, in omaggio agli attuali abitanti dell'Egitto, che, ha sottolineato Christian Greco più volte in questi suoi primi mesi di direzione, devono sentire il Museo Egizio come proprio, dato che racconta la loro storia; le trovate sulle vetrine, a illustrare geroglifici, significati e riti. Ci sono anche numerosi video, che usano le tecnologie più moderne per spiegare gli scavi o per portare lo spettatore, ad esempio, nella tomba di Maia o in quella di Nefertari. Della prima si possono ammirare dall'interno, grazie alle ricostruzioni tridimensionali e alle microcamere, i disegni altrimenti invisibili; della seconda si percorre, grazie a una microcamera, il modello ligneo che Ernesto Schiaparelli volle fortissimamente, dopo la scoperta della tomba della moglie più amata di Ramesse II: ci si muove all'interno di esso e sembra di visitare la tomba di Nefertari, restaurata dalle autorità egiziane grazie alla precisione del modello conservato a Torino.


Poi ci pensano i reperti del percorso museale ad affascinare il visitatore. Rimane nella mente la splendida sala dei sarcofaghi, che ne mostra di numerosi e bellissimi, tutti con la propria scheda, a illustrare la loro evoluzione durante la millenaria civiltà. La tomba di Kha, finalmente con una sala propria e con teche che custodiscono i numerosi oggetti ritrovati, dal letto alle statuine funerarie a tutti gli accessori necessari per la vita ultraterrena, fino ai meravigliosi sarcofaghi. I numerosi papiri, esposti in tutta la loro lunghezza e spiegati nelle didascalie. E infine lo statuario, che ha conservato lo scenografico allestimento di Dante Ferretti: faraoni, animali e dei di pietra e giganteschi ci guardano dall'alto dei loro millenni, con il loro sguardo enigmatico e con una certezza, sopravvivranno anche a noi.


Il Museo Egizio, in via Accademia delle Scienze 6, è aperto da martedi a domenica dalle 8.30 alle 19.30, il lunedì dalle 9 alle 14; oggi l'ingresso è gratuito, le prenotazioni su www.egizio1aprile.it sono terminate, ma il Museo assicura che "i visitatori che in data 1° Aprile 2015 dalle 9 alle 23 si presenteranno senza prenotazione, direttamente al Museo Egizio, avranno l'accesso garantito ma subordinato al pubblico prenotato e di conseguenza all'attesa del proprio turno". Il biglietto d'ingresso costa 13 euro, ridotto a 9 euro per giornalisti e ragazzi di età compresa tra i 15 e 18 anni, ridotto a 1 euro per bambini da 6 a 14 anni, insegnanti e gruppi scolastici, gratuito per bambini minori di 6 anni, invalidi, accompagnatori, membri dell'International Council of Museums. Le audioguide con testi curati dal Direttore Christian Greco, sono in italiano, inglese e, per la prima volta in un Museo Egizio fuori dall'Egitto, in arabo. Tutte le info sul sito web del Museo, anch'esso rinnovato, museoegizio.it. Torinesi o turisti, non perdetevi questo gioiello della cultura egizia e della passione torinese. 


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