Per Evelina Christillin, presidente
della Fondazione Museo delle Antichità Egizie di Torino, la grande
scommessa vinta è stata
tenere il Museo Egizio aperto, mentre il
guariniano Collegio dei Nobili, che lo ospita,
era tutto un cantiere (e con il cantiere aperto, il Museo è riuscito a registrare un numero
di visitatori record, 567.688,
contro i 529.911 del 2006, l'anno dei Giochi Invernali).
Per
Christian Greco, il direttore che in soli 10 mesi, dal suo
insediamento a oggi, è riuscito a preparare il progetto scientifico
del nuovo allestimento e a dare una nuova impronta al Museo,
la vera
sfida inizia adesso: con il moderno percorso museale e con la nuova
squadra (solo 21 persone a gestire il più importante Museo Egizio
del mondo dopo quello del Cairo),
il Museo intende diventare punto di
riferimento internazionale della ricerca, polo culturale per la
Torino multietnica, centro di cultura con fitte relazioni con le
grandi realtà museali e conservative del mondo. "Non esiste un
futuro senza ricerca, non esiste cultura senza l'Egitto, che è una
delle civiltà che hanno fondato l'Occidente" ha detto Christian
Greco, che il 1° maggio riporterà il
Museo Egizio torinese a
scavare in Egitto, dopo decenni d'assenza.
Il Museo Egizio di
Torino apre oggi
dopo dieci anni di lavori e 50 milioni di euro,
versati sia dalle istituzioni pubbliche che, soprattutto, dagli enti
privati, Compagnia di San Paolo e Fondazione CRT
in primis (la
Compagnia ha contribuito con 25 milioni, il 50% del budget).
Gli
spazi sono raddoppiati, permettendo l'esposizione di reperti rimasti
nei magazzini e l'apertura di nuovi locali, destinati alle mostre
temporanee, per esporre periodicamente gli altri oggetti nei
depositi.
E' cambiata la filosofia del Museo e si vede. Chi ricorda
il 'vecchio' Egizio? Il percorso museale aveva uno stile vecchio,
stantio e professorale. Ricordo file infinite di statuette funerarie
senza una spiegazione, se non una didascalia adatta a un esperto; la
tomba di Kha ricostruita senza un racconto che avvicinasse la figura
ai profani. Dimenticate tutto questo.
Ci sarà tempo per
analizzare l'allestimento museale, davvero bello, i rapporti tra il
Museo e il Collegio dei Nobili, di cui i restauri hanno rivelato
affreschi perduti, il racconto della civiltà egizia:
un blog su
Torino non può fermarsi, evidentemente, a
un solo articolo su questo
gioiello prezioso della città (anche perché il direttore Christian
Greco ha talmente tante idee per valorizzarlo che non si potrà
rimanere indifferenti davanti al suo lavoro). Qui riporto
le prime
impressioni, dopo la visita di ieri, in anteprima per la stampa.
Il
nuovo Museo Egizio propone un
percorso cronologico, dall'epoca
predinastica a quella romana, diviso
in quindici sezioni, concepite da otto curatori. Dopo
l'introduzione del piano sotterraneo, che rende omaggio a Bernardino Drovetti ed Ernesto Schiaparelli, senza i quali non ci sarebbe stato il Museo Egizio, si sale al secondo piano, a
cui si accede con
moderne scale mobili, e da lì si scende, verso il piano terra.
La prima cosa che si nota è l'attenzione
all
'aspetto scenografico dell'allestimento: grande uso di
teche di
vetro e di vetrine, che esaltano i reperti, permettendo di vederli da
ogni lato, e alleggeriscono il percorso, con le loro trasparenze;
le
luci giocano sapientemente a illuminare gli oggetti, per
sottolinearne colori e curve. Non mancano mai
le schede informative,
che aiutano il visitatore meno esperto ad avere idea del contesto dei
vari reperti e della storia egizia: le trovate a introdurre le varie
sale,
in italiano, in inglese e persino in arabo, in omaggio agli
attuali abitanti dell'Egitto, che, ha sottolineato Christian Greco
più volte in questi suoi primi mesi di direzione, devono sentire il
Museo Egizio come proprio, dato che racconta la loro storia; le
trovate sulle vetrine, a illustrare geroglifici, significati e riti.
Ci sono anche
numerosi video, che usano le tecnologie più moderne
per spiegare gli scavi o per portare lo spettatore, ad esempio, nella tomba di Maia o in quella di
Nefertari. Della prima si possono ammirare dall'interno, grazie alle
ricostruzioni tridimensionali e alle microcamere, i disegni
altrimenti invisibili; della seconda si percorre, grazie a una
microcamera, il modello ligneo che Ernesto Schiaparelli volle
fortissimamente, dopo la scoperta della tomba della moglie più amata
di Ramesse II: ci si muove all'interno di esso e sembra di visitare
la tomba di Nefertari, restaurata dalle autorità egiziane grazie
alla precisione del modello conservato a Torino.
Poi ci pensano
i
reperti del percorso museale ad affascinare il visitatore. Rimane
nella mente la splendida
sala dei sarcofaghi, che ne mostra di
numerosi e bellissimi, tutti con la propria scheda, a illustrare
la loro evoluzione durante la millenaria civiltà.
La
tomba di Kha, finalmente con una sala propria e con teche che
custodiscono i numerosi oggetti ritrovati, dal letto alle statuine
funerarie a tutti gli accessori necessari per la vita ultraterrena,
fino ai meravigliosi sarcofaghi. I
numerosi papiri, esposti in tutta
la loro lunghezza e spiegati nelle didascalie. E infine
lo statuario,
che ha conservato lo scenografico allestimento di Dante Ferretti:
faraoni, animali e dei di pietra e giganteschi ci guardano dall'alto
dei loro millenni, con il loro sguardo enigmatico e con una certezza,
sopravvivranno anche a noi.
Il
Museo Egizio, in via Accademia
delle Scienze 6,
è aperto da martedi a domenica dalle 8.30 alle
19.30, il lunedì dalle 9 alle 14; oggi l'ingresso è gratuito, le
prenotazioni su
www.egizio1aprile.it
sono terminate, ma il Museo assicura che "i visitatori che in data
1° Aprile 2015 dalle 9 alle 23 si presenteranno senza prenotazione,
direttamente al Museo Egizio, avranno l'accesso garantito ma
subordinato al pubblico prenotato e di conseguenza all'attesa del
proprio turno". Il
biglietto d'ingresso costa 13 euro, ridotto a 9 euro per giornalisti e ragazzi di età compresa tra i 15 e 18 anni, ridotto a 1 euro per bambini da 6 a 14 anni, insegnanti e gruppi scolastici, gratuito per bambini minori di 6 anni, invalidi, accompagnatori, membri dell'International Council of Museums.
Le audioguide con testi curati dal Direttore Christian Greco, sono in italiano, inglese e,
per la prima volta in un Museo Egizio fuori dall'Egitto, in arabo.
Tutte le info sul sito web del Museo, anch'esso
rinnovato,
museoegizio.it. Torinesi o turisti, non perdetevi questo
gioiello della cultura egizia e della passione torinese.
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