Open House Torino ha vinto la sua
prima
sfida: gli organizzatori volevano aprire 70 architetture
difficilmente accessibili al pubblico, il
10 e 11 giugno 2017 ne
apriranno ben
111. Come presentazione della prima edizione non è
niente male. Ma per capire bene quanto sia eccellente il risultato di
questa prima Open House Torino bisogna ricordare come nasce il
format: a
Londra, nel 1992,
Victoria Thornton lancia la prima Open
House, proponendosi di aprire per un solo weekend all'anno gli spazi
e le architetture generalmente chiuse al pubblico, affinché sia visibile, anche solo per due giorni, un patrimonio di spazi e stili di vita generalmente invisibile, dietro le pareti. È un successo: in
25 anni la manifestazione arriva ad aprire
a Londra oltre 700 spazi
in un solo weekend per ben
300mila visitatori, dilaga nel resto del
mondo, raggiungendo
35 città, tra cui
Roma, dal 2012, e
Milano, dal
2016; nella
capitale, in cinque anni di Open House il
pubblico è aumentato
del 400%!
Molecular Biotechnology Center - The Number Six
Da questi numeri potete capire come la prima edizione
di Open House Torino sia
davvero promettente. Nel sito web, trovate
la lista degli spazi aperti: appartamenti privati e palazzi storici,
studi professionali ed edifici ex industriali, laboratori scientifici
e strutture sportive, in un crescendo che
coinvolge tutta la città e
tutti i suoi quartieri, che permette di guardare Torino dall'alto e
di scoprire le passioni dei suoi residenti. Spulciando tra i 111
spazi che apriranno al pubblico, dai Docks Dora a Villa Cairoli, dal
Palazzo della Luce all'ex INCET, dal Lanificio Torino a Palazzo
Bricherasio, dal Cohousing Numero Zero a The Number 6, da Villa Agliè alla Fondazione
Monaco, all'ultimo piano della torre più alta di Spina 3, ognuno di
noi può creare il
proprio itinerario, soddisfare le
proprie
curiosità e scoprire
un patrimonio d'architettura e design che
rimane quotidianamente
celato ai nostri occhi.
Ex CEAT /Torino Loft - Villa d'Agliè
Il
risultato più
bello raggiunto finora da Open House Torino, a poco meno di venti
giorni dalla sua prima edizione, è aver già messo in evidenza la
grande versatilità non tanto e non solo dell'architettura torinese,
ma anche di chi la forgia, le dà
nuova vita, la abita. I
villini liberty di San Donato e Cit Turin,
che nascondono eleganti appartamenti di
design contemporaneo, gli
edifici ex industriali che sono diventati residenze, centri
culturali, poli d'arte,
scuole di pensiero e di lavoro, cortili che
hanno saputo proporre nuovi modi di vivere e che sono diventati
riferimenti dell'architettura contemporanea. Casa Baloire e Casa
Okumé, Casa Pomba e Casa Bossi, i loft dell'ex CEAT e del Palazzo
della Luce raccontano la Torino del design contemporaneo in
contenitori non necessariamente appena costruiti. Le Torri Pitagora,
a Mirafiori Nord, e la Torre Monaco, in Spina 3, il campanile di Faa'
di Bruno, a San Donato, offrono una Torino dall'alto che non sia la
solita, vista dal Monte dei Cappuccini o dalla Mole, e offrono
punti
di vista inediti o, per lo meno, non frequentabili quotidianamente.
Spazio MRF, Capannone ex DAI - NH Collection Piazza Carlina
Appassionata di architettura per studi universitari al Castello
del Valentino, fresca autrice di
un ebook dedicato agli edifici ex industriali e riutilizzati nella Torino del XXI secolo, so già che
mi perderò tra
il liberty e il design, tra gli edifici storici
reinterpretati, siano l'hotel NH Collection Piazza Carlina, il
Camplus dell'ultimo piano del Lingotto, The Number Six o il loft del
Palazzo della Luce. L'offerta è davvero vastissima e Open House
Torino dura
solo due giorni, da sfruttare intensamente.
Il
sito
web, da cui sono state tratte queste immagini e con le schede di tutti gli spazi aperti e
tutte le
informazioni per organizzare i propri itinerari (c'è anche
una mappa
da scaricare, in .pdf), è
openhousetorino.it.
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