79 milioni di euro di investimenti, sette anni di lavoro, 386 metri di
lunghezza, 30 di larghezza sottolineati da una spettacolare galleria di vetro
e, possiamo dirlo, la più bella stazione ferroviaria costruita in Italia negli
ultimi anni. E' la Stazione dell'Alta Velocità di Porta Susa, che nei progetti
delle Ferrovie dello Stato diventerà nei prossimi anni la stazione più
importante di Torino.
E possiamo continuare con i numeri impressionanti: per realizzare la nuova
Porta Susa sono stati necessari 3.000 tonnellate di acciaio e 19.400 metri
quadri di vetrate esterne; la stazione occupa 37.000 mq, di cui 8.000 per i
servizi tecnici, 7.700 per le aree commerciali e 13.000 per i movimenti.
La stazione, progettata dai francesi di Arep, con la collaborazione di Silvio
d'Ascia e Agostino Magnaghi si presenta come una lunga galleria di 386 metri
(la lunghezza di un Frecciarossa) dalla copertura trasparente, con fotovoltaico
perfettamente inserito nella struttura. Si tratta, spiega
il Gruppo FS nella sua pagina web, di una "pelle vetrata" di circa 15mila mq, "quasi
interamente equipaggiata di celle fotovoltaiche monocristalline posizionate tra
i due strati delle lastre di vetro della copertura. Esse fungono da schermo
frangi-sole di densità variabile crescente dal basso verso il colmo della
copertura e contribuiscono al comfort ambientale interno in estate (produzione
di energia: 680.000 KWh/anno)". In questo modo la galleria è rinfrescata
in modo naturale "dal volume interrato dei binari, che permette la
creazione di moti convettivi naturali d'aria risalente dal basso del volume
ferroviario all’alto della copertura vetrata".
Il fotovoltaico nella copertura vetrata è una delle novità che rendono la
Stazione torinese un edificio d'avanguardia: "A suo tempo, mi fu detto che
il progetto di una galleria vetrata di 400 metri, con il fotovoltaico in
copertura, era un'utopia per l'Italia. Ci abbiamo creduto tutti, dai
progettisti ai tecnici, a Rfi. Grazie anche al contributo determinante delle
imprese (per ultime) in campo, capeggiate dalla Cesi, siamo contenti di poter
dare a Torino e all'Italia una stazione bella e all'avanguardia" ha detto
uno dei suoi architetti, Silvio D'Ascia.
La galleria vetrata è sostenuta da 106 arconi, tutti diversi dagli
altri, e dà accesso su un lato ai binari, che si trovano al piano inferiore,
dall'altro alla sfilata di negozi e servizi, che si trovano disposti su due
piani, collegati tra loro da passerelle trasparenti e scale mobili; l'accesso
all'esterno avviene sui due lati corti e, con ritmo cadenzato, sul lato lungo
disposto su corso Bolzano. La funzione della galleria, che unisce trasporti e
commercio è evidente: "E' un luogo d'aggregazione, un passage urbano,
prima che stazione". E infatti non è raro vedere i torinesi che si incontrano
e passeggiano in questa nuova galleria vetrata, che richiama in modo dichiarato
le grandi gallerie urbane del XIX secolo e le hall delle prime stazioni
ferroviarie di quella stessa epoca.
Un altro dei meriti della nuova Porta Susa è che, nonostante la modernità della
struttura e le scelte d'avanguardia della sua costruzione, ha un impatto ambientale
sostenibile: rispetta l'intorno, non impone la propria presenza, che però non
passa inosservata, e si fa apprezzare anche per questo.
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