Con la riduzione delle attività degli impianti di Mirafiori,
a causa della crisi economica e delle nuove strategie della Fiat, bisogna
iniziare a chiedersi cosa fare di questi storici impianti, all'estrema periferia
meridionale, dove la grande città inizia a vedere il posto alla campagna. Parte
di Mirafiori, su corso Orbassano, è stata ceduta ad attività commerciali;si
parla di un interesse di Ikea, ancora decisa a impiantare a Torino il suo store
più grande d'Italia, nonostante i vari stop avuti negli ultimi anni, per l'area
della Fiat intorno a via la Manta; rimane da pensare l'area tra via Anselmetti e strada del Drosso.
E a un bel concorso di idee ha pensato il Centro di Ricerca e Documentazione in
Tecnologia Architettura e Città nei Paesi in Via di Sviluppo del Politecnico di
Torino. Lo ha intitolato Tur(i)ntogreen, perché fosse chiaro che il rapporto
con la sostenibilità e con l'ambiente fosse indiscutibile e indispensabile.
Hanno partecipato 398 studenti di ben 24 Paesi,che hanno presentato ben 109
progetti. "Abbiamo chiesto agli studenti di concentrarsi su Mirafiori
Sud,che dagli anni 60 è simbolo dei cambiamenti passati e futuri. La crisi
economica ha accelerato la trasformazione degli spazi urbani" spiega
FrancescaDe Filippi, che dirige il Centro di Ricerca del Politecnico.
Hanno vinto tre studenti dell'Università La Sapienza di Roma, che hanno
proposto un piano in tre tappe, di una decina d'anni l'uno. Si inizia
nell'ipotetico anno zero, con il risanamento dell'area, affidato a sistemi
naturali: dopo l'eliminazione dell'asfalto si procede all'impianto di alberi,
in grado di risanare le terre occupate per anni dagli impianti industriali e
gestiti in vista della produzione del legno; allo stesso tempo vengono
abbattuti i vecchi capannoni della Fiat e il materiale riciclato viene
rivenduto. Dieci anni dopo inizia la seconda fase di recupero dell'area: il
programma di riforestazione procede nelle aree mano amano ripulite, mentre al
posto dei vecchi capannoni abbattuti vengono realizzate le abitazioni
temporanee degli studenti di Agraria che seguono il programma, con tanto di
spazi in comune per la condivisione di esperienze; viene anche realizzata una
piazza che segna il primo legame esterno di Mirafiori, con il quartiere che lo
circonda. Siamo arrivati alla terza fase: sono passati vent'anni dall'inizio
del progetto e la riforestazione dà i suoi primi frutti, con la gestione del
legno, da usare come materiale edilizio o come combustibile, e con la
sostituzione degli alberi abbattuti; vengono realizzati anche un sentiero educativo
per apprendere su terra, agricoltura e ambiente, un mercato della terra, in
sostegno di un'economia di prossimità e un villaggio ecocompatibile, magari
costruito dai suoi stessi abitanti, dotato di orti realizzati in verticale,
secondo le ultime tendenze dell'architettura.
Là dove c'era la fabbrica adesso è tutta campagna, si potrebbe dire. E
la tendenza è confermata dalla professoressa De Filippi: "Le città devono
riconvertire aree dismesse e trovare nuovi tipi di produzione. Allo stesso
tempo, si sta affermando un'agricoltura su piccola e media scala". E
questo doppio fenomeno potrebbe trovare casa, a Torino, nel più simbolico dei
luoghi della città operaia,ancora una volta all'avanguardia d'Italia.
Il progetto vincitore del concorso, come tutti gli altri che hanno
partecipato,verrà messo a disposizione di Torino, "penso possa essere un
bel contributo per ripensare l'area di Mirafiori" ha commentato il Rettore
del Politecnico Marco Gilli.
Le foto dell'area, da Google Earth e Street View.
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