Io me lo ricordo, quando la facciata di Palazzo Reale era giallo-Torino e la
piazzetta antistante era un parcheggio; quando Palazzo Madama era una specie di
isola intorno alla quale girava il traffico di piazza Castello; quando piazza
San Carlo era un enorme e caotico parcheggio. Andavo a scuola con una cartella
rossa, in una classe rigorosamente femminile; una compagna era andata ad abitare in una delle
prime case in cooperativa della Torino settentrionale; i bambini avevano i
pantaloncini corti anche d'inverno; per telefonare c'erano gli appositi
gettoni, da usare nelle cabine telefonica.
Era la metà degli anni 70, non c'erano i cellulari, Internet né i GPS. Sembra un secolo
fa, ci si chiede come si faceva allora senza Google-risolvi-tutto e senza una
macchina fotografica a portata di cellulare, ma erano solo gli anni 70, poco
più di una trentina d'anni fa. Ce li ricorda una mostra appena aperta a Palazzo
Lascaris, sede del Consiglio Regionale del Piemonte,
Memorie in bianco e nero.
Il Piemonte com'era quando nacque la Regione.
Un centinaio di fotografie, appartenenti all'Archivio Storico del Consiglio
Regionale del Piemonte, ovviamente in bianco e nero, raccontano il nostro
passato recente, in sei sezioni. Le lotte e i cortei operai, gli anni di piombo
e le manifestazioni contro il terrorismo, gli esodi per le vacanze estive e la
nascita tumultuosa di nuovi quartieri, a nord e a sud della città, i volti
degli studenti e degli operai di quegli anni. "La mostra non intende tanto
celebrare la nascita della Regione quanto invece offrire una testimonianza,
benché parziale, della società piemontese in quella delicata fase storica"
ha detto il presidente del Consiglio Regionale Valerio Cattaneo "Un'epoca
caratterizzata da radicali cambiamenti economici e culturali in tutta Italia,
che hanno visto il Piemonte protagonista, soprattutto come luogo in cui il
passato e la voglia di futuro si incontravano e si scontravano con prepotenza,
contribuendo, nel bene e nel male, all'affermazione di un cambio di mentalità,
di valori, di stili di vita".
Visitandola si ha un'idea di come non solo allora, ma anche negli anni successivi, gli anni di cui si ha memoria, la mentalità e costumi siano cambiati a grande
velocità; di come la città industriale abbia saputo
rinnovarsi e valorizzare il proprio patrimonio storico e architettonico; di come le
grandi contraddizioni sociali di quegli anni si stiano riproponendo in altre
forme, altrettanto drammatiche; di come Torino, la città annidata nel Nord-Ovest,
continui a essere ponte e punto d'attrazione di tante culture. Si riconoscono i
luoghi, ci si sorprende di come siano cambiati i quartieri, si hanno flash
dell'infanzia in quegli anni. Si esce con un po' di nostalgia e con la dolce
malinconia di chi ha visto con altri occhi un pezzo della propria storia.
Per i
giovanissimi, nati qualche decennio dopo, un'occasione affascinante per
riscoprire la propria città e la propria Regione, quando le foto erano spesso
in bianco e nero (ma, chiaro, le emozioni no).
Palazzo Lascaris è in via Alfieri 15, la mostra è aperta fino all'11 marzo 2014, con ingresso libero; l'orario d'apertura è dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 18, sabato dalle 9 alle 13.
Sul sito del Consiglio Regionale del Piemonte si può consultare e scaricare
il catalogo, in formato .pdf.
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