Torino è stata una delle prime grandi città d'Europa a valorizzare le sue aree
industriali dismesse, trasformandole in nuovi quartieri residenziali, in parchi
e in esperimenti curiosi come il Parco Dora o il Parco Arte Vivente. E sembra
che sarà di nuovo tra le prime a valorizzare i grandi spazi militari
abbandonati dalle Forze Armate. A Torino ce ne sono quattro, in attesa di nuova
destinazione d'uso ed è piuttosto interessante il progetto che si sta
preparando per il complesso di caserme che sorge in piazza d'Armi, a pochi passi
dallo Stadio Olimpico. Qui ci sono due caserme, la Morelli di Popolo e la
Vittorio Dabormida che il Ministero della Difesa cederà al Comune di Torino e
che potrebbero diventare un vero e proprio nuovo polo universitario.
Ve lo immaginate? Dove un tempo marciavano i soldati e si assisteva all'alzabandiera, si parlava di difesa e di disciplina, si rimpiangevano mamme e morose, arriveranno gli studenti e i professori delle Facoltà di Fisica e Chimica, oggi stretti tra le aule degli storici edifici di via Pietro Giuria e i
servizi di segreteria in centro.
Nei progetti di Torino, le ex caserme saranno un vero e proprio campus di stile anglo-sassone, con gli studenti che
avranno le loro residenze, le loro aule e i loro laboratori, in un unico
complesso. Come a Oxford o a Harvard. Senza dimenticare che davanti alle caserme
c'è la grande piazza d'Armi, con le sue offerte per il tempo libero, che i locali di Santa Rita sono a pochi passi e che i
trasporti pubblici portano verso il centro in poco più di 15-20 minuti. Una
posizione privilegiata, insomma, per i futuri studenti e professori.
Le caserme di piazza d'Armi non sono le sole aree in dismissione che Torino sta
pensando di convertire in spazi universitari. All'ex Manifattura Tabacchi, in
zona Regio Parco, si vorrebbe trasferire Scienze Motorie, con la costruzione di
spazi e residenze ad hoc per gli studenti; il centro sportivo militare di piazza
d'Armi dovrebbe diventare una struttura sportiva destinata agli studenti del
Politecnico, di Economia e Commercio (da tempo trasferita ai Poveri Vecchi, un
edificio grandioso che ospitava gli anziani malati e soli) e del futuro polo
universitario scientifico.
Tutti progetti che vogliono rivalutare edifici con un passato e valorizzare,
soprattutto, una delle grandi risorse della Torino della ricerca e del futuro:
l'Università.
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