Il Borgo Medievale è uno dei luoghi più amati dai turisti e dai torinesi. Passateci una domenica mattina, anche d'inverno (e
nonostante la Rocca sia purtroppo chiusa alle visite fino a primavera), e
fate la prova: ci sono turisti stranieri (francesi in primis), ci sono giovani
coppie, ci sono numerosissime famiglie, con bambini che si inseguono
incuriositi nelle vie del borgo, per rimanere poi sorpresi davanti alla salita
che porta alla Rocca.
A Torino, tutti sappiamo che il Borgo Medievale è un falso, costruito per la
grande Esposizione del 1884. Però quasi tutti ignoriamo come sia nata l'idea di costruire un Borgo Medievale proprio lì, nel Parco del Valentino, sulle rive del Po. Come molte idee geniali, è nata per scherzo, per una
battuta, per scommessa, durante una serata tra amici e qualche gradevole
bicchiere di vino.
A lanciare la proposta di un quartiere, che riprendesse i posti più belli del Piemonte, fu il portoghese Alfredo
D'Andrade, approdato a Torino dopo una vita avventurosa. E la sua idea piacque
ai compagni della serata, anche se, evidentemente, per realizzarla
servivano finanziamenti di cui non erano dotati. Ma per i sognatori il denaro
non è mai un vero problema.
Il gruppo di amici iniziò a studiare un progetto da realizzare tra i
ponti Umberto I e Isabella, in modo da rivitalizzare quel tratto del fiume Po,
nei giorni dell'Esposizione. Si arrivò così all'idea di realizzare una serie di
edifici che fossero una sorta di compendio dell'arte dal Mille in poi; il
perfezionamento del progetto stabilì di limitare gli edifici a una sola epoca,
in modo da realizzare un lavoro esaustivo e davvero interessante, sin nei
minimi dettagli. L'epoca scelta fu il Medioevo e su quel periodo iniziò il
lavoro di ricerca e di progettazione.
Il risultato degli studi fu "un
Borgo medievale annesso ad una Rocca, il quale fosse formato da case, torri ed
elementi di castelli tolti da tutto il Piemonte, dove si potessero disporre
quelle suppellettili dell'epoca che fossero meglio atte a dare al pubblico uno
speccho veritiero della vita pubblica e privata di quel tempo, in
Piemonte", secondo quanto scriveva Carlo Nigra, all'inizio del XX secolo.
"Dall'estate del 1882 fin quasi alla vigilia dell'inaugurazione, fu un
frenetico percorrere le strade piemontesi, alla ricerca dei 'modelli' necessari
a tradurre in atto il progetto, disegnandoli, misurandoli, fotografandoli per
trarne i più minuti particolari decorativi e costruttivi, con un lavoro
incredibile effettuato sotto la guida del D'Andrade e dei suoi collaboratori, gli
ingegneri Riccardo Brauda, Carlo Nigra, Ottavio Germano e Pucci Budana, i
pittori Rollino e Vacca, i quali, guidati dal Pastoris, copiavano a Manta, a
Issogne, a Fenis, a Sant'Antonio di Ranverso, gli affreschi da riprodurre al
Borgo" scrive Renzo Rossotti nel libro I ponti di Torino.
L'attesa e la curiosità dei torinesi, dovuta anche all'abile segretezza dei
lavori, erano enormi. E lo stesso nei paesini in cui sfilavano gli artisti, in
cerca di opere e ispirazioni, copiando tutto. Si sparse addirittura la leggenda
che per realizzare l'edificio torinese si sarebbero smontati pezzi di case per
rimontarli sulle rive del Po. Ogni nuova pietra e ogni nuovo elemento che veniva
introdotto nel cantiere del Borgo causava curiosità e ipotesi, il più delle
volte molto fantasiose.
E fu questo clima a fare dell'inaugurazione del Borgo Medievale un grande successo: il 26 aprile 1884, fu preso d'assalto da torinesi
e da curiosi. A vedere quel prodigio architettonico, che aveva riportato il
Medioevo sulle rive del Po, Torino decise subito che sarebbe sopravvissuto
all'Esposizione e lo acquistò dai suoi inventori. La realizzazione del Borgo Medievale costò
548.681 lire, il Comune lo comprò per 100mila lire. E' stato praticamente un regalo di un gruppo di sognatori.
Un gioco, una scommessa, una battuta, che sono diventati uno degli angoli più
suggestivi e più rievocativi di Torino.
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