L'attraversamento del Po è sempre stato cruciale, nella
storia di Torino. Per lunghi secoli l'unico collegamento tra la città, ancora
lontana dalle sponde del fiume di varie centinaia di metri, e la collina, era
stato un solo ponte di legno, posto dove oggi c'è il ponte Vittorio Emanuele I,
davanti alla Gran Madre. E' a causa di quest'unico ponte,
che via Po è inclinata rispetto al piano ortogonale dell'antica città romana e
dei suoi ampliamenti sabaudi: serviva a collegare rapidamente piazza Castello al ponte sul fiume.
Dal XIX secolo, con l'ampliarsi della città, vennero costruiti nuovi ponti sul
Po e uno dei più belli e curiosi, anche se purtroppo scomparso all'inizio del
XX secolo, è il Ponte Maria Teresa. Venne costruito nel 1840, portava il nome
della regina Maria Teresa di Sardegna, nata Asburgo-Este e moglie di Carlo
Alberto, e aveva la particolarità di essere l'unico ponte sospeso sul Po.
Era lungo 127 metri, largo 6 con una carreggiata di 4,76 metri. Era
stato realizzato quasi completamente in ferro: il peso dell'intera struttura,
sospesa, era sostenuto da cavi d'acciaio che si ancoravano su quattro torri
circolari alte 14,10 metri. Dalle fotografie dell'epoca, sembrava un ponte più
americano che torinese, ma non stonava affatto con il Monte dei Cappuccini
sullo sfondo.
La costruzione di questo ponte fu piuttosto complicata da un punto di vista
burocratico. Era stato infatti proposto a re Carlo Alberto da una società
privata, la Compagnie Bonnardet, specializzata nella costruzione di ponti
sospesi; la proposta prevedeva la gestione del ponte da parte dei costruttori e,
dunque, un pedaggio di sessant'anni, che avrebbe costituito una rendita sicura
sia per la città che per la compagnia costruttrice. "Ogni persona a piedi,
per attraversarlo, doveva sborsare cinque centesimi. Ogni cavallo con cavaliere
in groppa pagava venticinque centesimi Ogni vettura a due ruote e un solo
cavallo, venti centesimi, ogni vettura a quattro ruote pagava trenta centesimi.
Una vettura a quattro ruote e due cavalli comportava una spesa di quaranta
centesimi" scrive Renzo Rossotti ne I ponti di Torino.
Non tutto fu così perfetto come accordato. Il ponte, in particolare i cavi d'acciaio, iniziò a dare segni di
cedimento e dopo quarant'anni il pedaggio venne abolito. Nello stesso periodo,
siamo nel 1881, si iniziò a parlare di una sua sostituzione e di un ritorno
alle campate e alla cara vecchia pietra, che davano l'impressione di essere più
solide del ferro e della campata unica. Il nuovo ponte, però, non venne
costruito fino all'inizio del XX secolo: il ponte Umberto I, intitolato al re ucciso pochi anni prima nell'attentato di Monza e inaugurato nel 1906, fu realizzato in pietra, con tre
campate ed è considerato oggi il ponte più bello e più monumentale di Torino.
Mentre si costruiva il ponte Umberto I, il ponte Maria Teresa venne chiuso e si
utilizzò un ponte provvisorio di legno; ma proprio l'imminenza del suo
abbattimento spinse molti torinesi a rivalutarlo. Era davvero bello per essere
abbattuto, così si propose di spostarlo in un'area a minor densità di traffico
e meno centrale. Però non se ne fece niente e rimangono solo queste immagini
d'epoca, prese dal web, a ricordarci com'era.
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