Si chiama Vivo al Venti ed è uno dei progetti più
interessanti messi in cantiere recentemente da Torino, perché risponde a due
delle esigenze più importanti delle città contemporanee. Il restauro di
preziosi edifici del passato e l'urgenza di dare una casa a chi lavora, ma ha
difficoltà a reperire un'abitazione in affitto sul libero mercato. Il social housing nel cuore del patrimonio storico e architettonico di una città, insomma.
In questo caso siamo a Porta Palazzo, all'angolo con via Milano. Qui, nell'ambito della
rettificazione della Contrada di Porta Palazzo, attuale via Milano, all'inizio del XVIII secolo, si decise
di costruire un ingresso monumentale alla città, per i viaggiatori provenienti
dal nord. Il progetto fu affidato a Filippo Juvarra, architetto di fiducia di
re Vittorio Amedeo II, che costruì due edifici di aspetto aulico, destinati agli
affitti e affacciati sulla piazza d'armi d'ingresso alla città, disegnata dallo
stesso architetto siciliano. Se si guarda l'ingresso di via Milano, avendo alle
spalle corso Giulio Cesare, il palazzo sulla destra apparteneva alla città,
quello sulla sinistra all'Ordine Mauriziano. Nel corso dei secoli i due edifici
hanno subito vari rimaneggiamenti, per adattarli ai cambiamenti e alle nuove
esigenze, ma il loro aspetto architettonico non è sostanzialmente cambiato.
Ed è a questo punto che entra in gioco Vivo al Venti, il cui compito è
restaurare l'edificio juvarriano un tempo appartenente all'Ordine Mauriziano.
L'ingresso è in via Milano 20 (di qui il nome del progetto) e lo scopo del
restauro è non solo restituire alla città un piccolo gioiello architettonico,
ma anche riportare l'edificio alla sua antica destinazione. Solo che, questa volta, si tratterà di affitti per
quelle famiglie dotate sì di reddito, ma insufficiente per trovare casa sul
libero mercato. E' il social housing applicato al patrimonio esistente, l'alternativa che l'edilizia chiede a gran voce, vista la paralisi del settore, e che gli operatori sociali apprezzano e approvano, vista la crisi che travolge molte economie familiari.
"L'edificio a sei piani fuori terra conserva i
caratteri costruttivi e tipologici originali con strutture portanti verticali
in muratura piena, tetti a falde e manto di copertura in coppi. Le fronti ornate
da pregevoli modellati sono finite in intonaco liscio e tinteggiate in bicromia
di toni grigi per il fondo, e ocra per l'apparato decorativo composto da lesene
di ordine gigante, fasce marcapiano e fregi con triglifi e medaglioni di varia
fattura. Le finestre e le portefinestre hanno apertura rettangolare e sono
sormontate da timpani triangolari e rettilinei; i balconi sono realizzati con
lastre di pietra e ringhiere in ferro battuto" si legge
nella descrizione che vivoalventi.it, il bel sito web del
progetto, fa dell'edificio.
Gli attuali appartamenti conservano ancora soffitti a
cassettoni, mosaici e affreschi. E il progetto prevede di salvaguardare ognuno
di essi e restituirgli lo splendore perduto. "Il piano nobile (terzo fuori
terra) presenta decorazioni parietali originali di pregevole fattura, che
verranno in gran parte recuperate e accuratamente restaurate da personale
specializzato secondo un progetto di intervento concordato con gli enti di
tutela" spiega ancora il sito web di Vivo al Venti "I soffitti a
cassettoni esistenti saranno recuperati attraverso un'accurata attività di restauro,
in particolare quelli del piano nobile saranno oggetto anch'essi di restauro
delle decorazioni pittoriche laddove esistenti e recuperabili secondo il sopra
citato progetto di restauro. Particolare attenzione è stata posta in merito
alla scelta delle finiture e dei materiali. L'immobile sarà servito da due
ascensori"
Saranno ricavati 46 appartamenti di varie dimensioni, monolocali, bilocali,
trilocali e persino quadrilocali, da destinare al 70% all'affitto, a prezzi
calmierati, e al rimanente 30% alla vendita, sul libero mercato. Sul sito web
di Vivo al Venti ci sono le piantine delle varie tipologie, con interessanti
ipotesi d'arredamento (gli appartamenti saranno affittati vuoti). Oltre agli
appartamenti, l'edificio ristrutturato offrirà spazi comuni, in cui i residenti
potranno organizzare attività condivise, e, al piano terra, spazi per il
commercio e per le attività produttive.
E, visto il valore storico dell'edificio e la zona in cui si trova, a fare da
cerniera tra il centro storico cittadino e i quartieri settentrionali, davanti
allo storico mercato di Porta Palazzo, si tratta anche del più significativo
dei progetti di social housing che si stanno realizzando a Torino.
E' un progetto innovativo anche per il finanziamento, affidato al Fondo Abitare Sostenibile Piemonte,
un fondo immobiliare etico nel quale confluiscono risorse provenienti da
Cassa Depositi e Prestiti Investimenti SGR e dal patrimonio di diverse
fondazioni bancarie piemontesi
Tutte le info, anche per chi è interessato ad abitare in questo nuovo edificio
restaurato,
sul sito web vivoalventi.it, che è di uso molto intuitivo, è dotato di numerosissime foto.