FLOReal d'autunno alla Palazzina di Stupinigi

 Nel weekend torna alla Palazzina di Caccia di Stupinigi FLOReal, che tanto successo aveva avuto nella prima edizione, nella stessa location. Nella tre giorni, dal 7 al 9 ottobre 2022, la mostra florovivaistica, con vivaisti provenienti da ogni parte d'Italia, sarà accompagnata da un ricco palinsesto culturale. Presentazioni di libri e conferenze, proiezioni di cortometraggi e documentari, performance teatrali, mostre, laboratori e un ampio spazio dedicato alla gastronomia, con un filo comune: la natura e la sostenibilità. La mostra propone colori e profumi dell'autunno, "dal fiore più amato, la rosa, agli agrumi siciliani, le orchidee dalla Lombardia, e ancora piante succulente e carnivore, orchidee, tillandsie, piante acquatiche e rampicanti, aromatiche e tropicali, oltre a diverse tipologie di bonsai. Piante da appartamento, da secco e da sole intenso, da ombra, fioriture annuali, bulbose e graminacee. Non mancheranno varietà più stagionali come le viole, i ciclam

Leutrum, il generale sabaudo che non volle convertirsi al cattolicesimo

Sembra solo il triangolo su cui sorge l'odiato grattacielo di piazza Solferino, ma, in realtà, questo piccolo isolato di forma irregolare, a causa dell'inserimento di via Pietro Micca nel tracciato ortogonale di Torino, porta con sé una storia ormai sconosciuta ai torinesi.
Quando via Pietro Micca era di là da venire e la maglia ortogonale di Torino era ancora indiscussa, qui c'era un antico edificio, affacciato su una delle vie più importanti della città, il Corso della Cittadella (l'odierna via Santa Teresa), che metteva in comunicazione la gloriosa fortezza voluta da Emanuele Filiberto ai nuovi ampliamenti cittadini.
In questo palazzo abitava il barone Karl Sigmund Friedrich Wilhelm von Leutrum, che, nonostante il nome e la nascita tedeschi, fu uno dei più importanti condottieri del Regno di Sardegna; nato nel 1692, arrivò a Torino a soli 14 anni ed intraprese la carriera militare poco dopo, scalando tutti i gradini e partecipando a numerose guerre, da quella di Successione Polacca a quella di Successione Austriaca. Si distinse come ottimo stratega, al comando di eserciti meno numerosi di quelli nemici. In particolare, si coprì di gloria durante l'assedio di Cuneo del 1744, quando, Governatore della città, organizzò la vita cittadina in modo austero e rigoroso e tenne lontani gli eserciti franco-spagnoli. Dopo aver riportato a Ceva l'unica vittoria piemontese legata all'assedio di Genova, dopo aver liberato Alessandria e Valenza dall'assedio franco-spagnolo, fu finalmente nominato Generale di fanteria, raggiungendo ufficialmente il vertice dell'esercito del Regno, che aveva guidato di fatto durante la Guerra di Successione Austriaca.
Leutrum, che al termine della Guerra venne confermato Governatore di Cuneo, fu particolarmente amato dalla popolazione per la sua coerenza religiosa. Era protestante e rifiutò più di una volta la conversione al cattolicesimo, rinunciando così a onori e denari. L'onore più alto a cui dovette rinunciare fu il collare dell'Ordine Supremo della Santissima Annunziata, la massima onorificenza del Regno di Sardegna, che re Carlo Emanuele III voleva concedergli, senza poterlo fare, dato che il barone era protestante. E non solo. Leutrum rifiutò la conversione anche in punto di morte, nel 1755, nonostante il Re gli avesse promesso un funerale con tutti gli onori, e chiese di essere sepolto nel tempio valdese di Angrogna, dove le sue spoglie si trovano tuttora e dove fu accompagnato dal Reggimento Leutrum, così chiamato in suo onore.
Questa coerenza religiosa, occupando una delle più alte cariche del Regno di Sardegna, risulta ancora più coraggiosa se si pensa al clima in cui vivevano Torino e il Regno: Carlo Emanuele fu un re "così ligio al Papa da catturare in Savoia e incarcerare a Torino fino alla morte, per compiacere la Chiesa che lo perseguitava, l'eminente giurista Pietro Giannone. Fu così baciapile che gli universitari torinesi, per poter dare gli esami, dovevano provare di essersi confessati e comunicati!" scrive Manlio Collino nel suo blog.
La memoria del barone Leutrum, chiamato Litron dal popolo, sia per le difficoltà di pronuncia sia per la sua passione per l'alcol e la bella vita (fu un militare di grande valore, che seppe imporre la mano dura ai cuneesi durante l'assedio, ma era anche un magnifico bon vivant) è tramandata da una canzone popolare in piemontese, che ripercorre la sua vita ed è intitolata Baron Litron (la traduzione in italiano è del sito valdesi.org). Potete ascoltarla più giù, dopo il testo e la traduzione in italiano

An drin Turin sa j'è dij cont, sa j'è dij cont e dele dàime,
e dele dàime e dij baron, pianzo la mòrt d' Baron Litron.
Signor lo Re, quand l'à savù ch' Baron Litron l'era malavi
c'manda caròsse e carossé Baron Litron l'è andà trové.
Quand l'è ruvà a Madona dl'Olm,
prima d'intré 'nt la sità d'Coni, toco trombëtte,
sparo i canon, për ralegré Baron Litron.
Signor lo Re, quand l'è stait la -Baron Litron, coma la và-la?
-Sta maladia j'è da murì, j'eu pi speransa de goarì.
Signor lo Re sa j'à bin dit
-Baron Litron fate corage: mi te dareu d'l'òr e d'l'arzan,
mi te fareu Prim General.
- Ò s'à j'è pa ne òr ne arzan,che mai la mòrt l'àbia për scuza.
J'è pa ne re ne general che mai la mòrt n’àbia risguard.
- Baron Litron, s't'ài da murì, ò veus-to nen che ti batezo?
Faria vënì 'l vësco 'd' Turin, mi servirìa për tò parin.
Baron Litron sa j'à bin dit
- Sia ringrassià vòstra corona.
Mi peuss mai pi ruvé a tant: ò bon barbet, ò bon cristian.
-Ò di-me ën pòc, Baron Litron, ò ënduva veus-to ch 'a t' sotero?
Ti fareu fé na càssia d’òr, ti fareu fé d’ën grand onor.
- Mi l'eu lassà për testament, ch’a mi sotero an val d'Luzerna;
an Val d'Luzerna a m’ sotraran, ënduva 'l me cheur s'arpòza tant.
A l'è spirà Baron Litron, pioré, baron, pioré voi dàime,
soné le ciòche sparé i canon, ch'a l'è spirà Baron Litron!

traduzione in italiano
A Torino ci sono conti, ci sono conti e dame,
conti dame e baroni piangono la morte di Baron Litron.
Sua maestà il Re, saputo che Baron Litron era ammalato,
ordina che si apprestino carrozze e cocchieri per andare a trovare Baron Litron.
Appena giunto a Madonna dell'Olmo,
prima di entrare nella città di Cuneo, suonano le trombe,
sparano i cannoni, per rallegrare Baron Litron.
Sua maestà il Re, quando fu là - Baron Litron, come và?
- Questa malattia mi farà morire, non ho più speranza di guarire.
Sua maestà il Re gli ha detto
- Baron Litron fatti coraggio: io ti darò dell'oro e del danaro,
ti nominerò Primo Generale.
- Né oro né danaro possono essere di scusa per la morte,
né la morte ha mai avuto riguardo per re o generali.
- Baron Litron, se devi morire, non vuoi essere battezzato?
Farei venire il vescovo di Torino, io ti farei da padrino.
Baron Litron gli ha ben detto
- Sia ringraziata la vostra maestà,
ma io non posso arrivare a tanto: o buon protestante o buon cattolico.
- Dimmi un po', Baron Litron, dove vuoi essere sepolto?
Ti farò fare una bara d'oro, ti farò tributare un grande onore.
Ho lasciato per testamento che mi seppelliscano in val Luserna;
mi sotterreranno in val Luserna, e là il mio cuore troverà riposo.
Baron Litron è spirato, piangete baroni, piangete voi dame,
suonate le campane, fate sparare i cannoni, è spirato Baron Litron!