Sembra solo il triangolo su cui sorge
l'odiato grattacielo di piazza Solferino, ma, in realtà, questo
piccolo isolato di forma irregolare, a causa dell'inserimento di via
Pietro Micca nel tracciato ortogonale di Torino, porta con sé una
storia ormai sconosciuta ai torinesi.
Quando via Pietro Micca era
di là da venire e la maglia ortogonale di Torino era ancora
indiscussa, qui c'era un antico edificio, affacciato su una delle vie
più importanti della città, il Corso della Cittadella (l'odierna via Santa Teresa), che metteva
in comunicazione la gloriosa fortezza voluta da Emanuele Filiberto ai
nuovi ampliamenti cittadini.
In questo palazzo abitava il barone Karl
Sigmund Friedrich Wilhelm von Leutrum, che, nonostante il nome e la
nascita tedeschi, fu uno dei più importanti condottieri del Regno di
Sardegna; nato nel 1692, arrivò a Torino a soli 14 anni ed
intraprese la carriera militare poco dopo, scalando tutti i gradini e
partecipando a numerose guerre, da quella di Successione Polacca a
quella di Successione Austriaca. Si distinse come ottimo stratega, al
comando di eserciti meno numerosi di quelli nemici. In particolare,
si coprì di gloria durante l'assedio di Cuneo del 1744, quando, Governatore della città, organizzò la vita cittadina in modo austero e rigoroso e tenne
lontani gli eserciti franco-spagnoli. Dopo aver riportato a Ceva l'unica vittoria piemontese
legata all'assedio di Genova, dopo aver liberato Alessandria e
Valenza dall'assedio franco-spagnolo, fu finalmente nominato Generale
di fanteria, raggiungendo ufficialmente il vertice dell'esercito del
Regno, che aveva guidato di fatto durante la Guerra di Successione Austriaca.
Leutrum, che al termine della Guerra venne confermato
Governatore di Cuneo, fu particolarmente amato dalla popolazione per
la sua coerenza religiosa. Era protestante e rifiutò più di una
volta la conversione al cattolicesimo, rinunciando così a onori e
denari. L'onore più alto a cui dovette rinunciare fu il collare
dell'Ordine Supremo della Santissima Annunziata, la massima
onorificenza del Regno di Sardegna, che re Carlo Emanuele III voleva
concedergli, senza poterlo fare, dato che il barone era protestante.
E non solo. Leutrum rifiutò la conversione anche in punto di morte,
nel 1755, nonostante il Re gli avesse promesso un funerale con tutti
gli onori, e chiese di essere sepolto nel tempio valdese di Angrogna,
dove le sue spoglie si trovano tuttora e dove fu accompagnato dal
Reggimento Leutrum, così chiamato in suo onore.
Questa coerenza
religiosa, occupando una delle più alte cariche del Regno di
Sardegna, risulta ancora più coraggiosa se si pensa al clima in cui
vivevano Torino e il Regno: Carlo Emanuele fu un re "così
ligio al Papa da catturare in Savoia e incarcerare a Torino fino alla
morte, per compiacere la Chiesa che lo perseguitava, l'eminente
giurista Pietro Giannone. Fu così baciapile che gli universitari
torinesi, per poter dare gli esami, dovevano provare di essersi
confessati e comunicati!" scrive Manlio Collino
nel suo blog.
La
memoria del barone Leutrum, chiamato Litron dal popolo, sia per le
difficoltà di pronuncia sia per la sua passione per l'alcol e la
bella vita (fu un militare di grande valore, che seppe imporre la
mano dura ai cuneesi durante l'assedio, ma era anche un magnifico
bon
vivant) è tramandata da una canzone popolare in piemontese, che
ripercorre la sua vita ed è intitolata
Baron Litron (la traduzione
in italiano è
del sito valdesi.org). Potete ascoltarla più giù, dopo il testo e la traduzione in italiano
An drin Turin sa j'è dij cont, sa j'è dij cont e dele dàime,
e dele dàime e dij baron, pianzo la mòrt d' Baron Litron.
Signor lo Re, quand l'à savù ch' Baron Litron l'era malavi
c'manda caròsse e carossé Baron Litron l'è andà trové.
Quand l'è ruvà a Madona dl'Olm,
prima d'intré 'nt la sità
d'Coni, toco trombëtte,
sparo i canon, për ralegré Baron Litron.
Signor lo Re, quand l'è stait la -Baron Litron, coma la và-la?
-Sta maladia j'è da murì, j'eu pi speransa de goarì.
Signor lo Re sa j'à bin dit
-Baron Litron fate corage: mi te
dareu d'l'òr e d'l'arzan,
mi te fareu Prim General.
- Ò s'à j'è pa ne òr ne arzan,che mai la mòrt l'àbia për
scuza.
J'è pa ne re ne general che mai la mòrt n’àbia risguard.
- Baron Litron, s't'ài da murì, ò veus-to nen che ti batezo?
Faria vënì 'l vësco 'd' Turin, mi servirìa për tò parin.
Baron Litron sa j'à bin dit
- Sia ringrassià vòstra corona.
Mi
peuss mai pi ruvé a tant: ò bon barbet, ò bon cristian.
-Ò di-me ën pòc, Baron Litron, ò ënduva veus-to ch 'a t'
sotero?
Ti fareu fé na càssia d’òr, ti fareu fé d’ën grand
onor.
- Mi l'eu lassà për testament, ch’a mi sotero an val
d'Luzerna;
an Val d'Luzerna a m’ sotraran, ënduva 'l me cheur
s'arpòza tant.
A l'è spirà Baron Litron, pioré, baron, pioré voi dàime,
soné le ciòche sparé i canon, ch'a l'è spirà Baron Litron!
traduzione in italiano
A Torino ci sono conti, ci sono conti e dame,
conti dame e baroni
piangono la morte di Baron Litron.
Sua maestà il Re, saputo che Baron Litron era ammalato,
ordina
che si apprestino carrozze e cocchieri per andare a trovare Baron
Litron.
Appena giunto a Madonna dell'Olmo,
prima di entrare nella città
di Cuneo, suonano le trombe,
sparano i cannoni, per rallegrare Baron
Litron.
Sua maestà il Re, quando fu là - Baron Litron, come và?
-
Questa malattia mi farà morire, non ho più speranza di guarire.
Sua maestà il Re gli ha detto
- Baron Litron fatti coraggio: io
ti darò dell'oro e del danaro,
ti nominerò Primo Generale.
- Né oro né danaro possono essere di scusa per la morte,
né la
morte ha mai avuto riguardo per re o generali.
- Baron Litron, se devi morire, non vuoi essere battezzato?
Farei
venire il vescovo di Torino, io ti farei da padrino.
Baron Litron gli ha ben detto
- Sia ringraziata la vostra maestà,
ma io non posso arrivare a tanto: o buon protestante o buon
cattolico.
- Dimmi un po', Baron Litron, dove vuoi essere sepolto?
Ti farò
fare una bara d'oro, ti farò tributare un grande onore.
Ho lasciato per testamento che mi seppelliscano in val Luserna;
mi
sotterreranno in val Luserna, e là il mio cuore troverà riposo.
Baron Litron è spirato, piangete baroni, piangete voi dame,
suonate le campane, fate sparare i cannoni, è spirato Baron Litron!