Da
alcuni giorni Palazzo Barolo ospita una piccola mostra, molto
emotiva, che i torinesi dovrebbero vedere: L'urlo delle sirene
– Memorie e immagini di una città bombardata.
Un allestimento
semplice e pulito, affidato soprattutto all'illuminazione e a grandi
pannelli, offre un percorso cronologico nella Torino della Seconda
Guerra Mondiale, nella vita quotidiana dei suoi abitanti e,
soprattutto, nei sentimenti e nel clima di una città
bombardata.
Fotografie, video, oggetti, parlano di Torino tra il
12 giugno 1940, giorno dell'ingresso dell'Italia in guerra, e
l'aprile del 1945, quando la città, insieme al resto del Paese, fu
liberata dai partigiani e dagli Alleati. I bombardamenti distruggono
mano a mano gli edifici cittadini, con una strategia precisa, che
intende sfiancare la resistenza emotiva della popolazione: gli
stabilimenti industriali, distrutti per indebolire la capacità di risposta
bellica dell'Italia, il patrimonio artistico, devastato per negare la
propria identità alla popolazione. Video e manifesti raccontano
com'era la vita sotto le bombe, le istruzioni che venivano date alla
popolazione, la penuria sempre più accentuata di beni di prima
necessità, il razionamento dei beni alimentari; ci sono i diari di
guerra, le armi dei soldati, le divise dei gerarchi; c'è la
ricostruzione di quel periodo attraverso i diari, i sussidiari, le
macchine fotografiche e da scrivere.
Emoziona anche l'impegno che
i torinesi misero nel tentativo di salvare dalla follia bellica i
beni culturali custoditi nei suoi musei e nelle sue chiese: al
Castello di Agliè, appositamente preparato, furono trasferiti
numerose opere del Museo Egizio e di vari altri Musei. Si respira una
diffusa povertà, un'ansia feroce di sopravvivenza nei rifugi antiaerei, una fatica della
sopravvivenza nei ritmi di vita scanditi dalla paura, una capacità di resistenza che chissà se si avrebbe,
perché poi, a ogni informazione che si legge in mostra e a ogni
immagine di Torino devastata, viene sempre da pensare a se stessi e a
come si reagirebbe se.
E poi, si dice Torino, ma, seguendo
quell'ordine di distruzione e disperazione, alla memoria vengono
anche Sarajevo, Tripoli, Damasco, le città che si sono viste bombardate alla televisione e che in qualche modo hanno segnato intere generazioni. E si finisce pensando quanto sia
folle la guerra e quanto grande sia il dolore che si respira ancora in tante parti del
mondo, a causa sua. Si esce dalla mostra con una maggiore conoscenza
della memoria storica di Torino e con una certa necessaria malinconia
sulle cose umane.
L'urlo delle sirene è a Palazzo Barolo, in via
delle Orfane 3, fino all'8 giugno 2014; l'orario di apertura della
mostra è mar-dom 10-19, con aperture straordinarie il 25 aprile, il
1° maggio e il 2 giugno; il biglietto d'ingresso costa 8 euro,
ridotto a 5 per gli over 65 e a 4 per le scuole; ingresso gratuito
per Abbonamento Torino Musei, Torino+Piemonte Card, giornalisti,
disabili e under 11. Tutte le info su
www.operabarolo.it.
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