Ci sono tredici pareti cieche, in Barriera di Milano, che sono in
cerca d'autore. E la street-art può essere la soluzione. Lo storico quartiere di Torino ha infatti appena lanciato un concorso internazionale, aperto ad artisti,
grafici, designer e architetti, per realizzare un progetto, che
coinvolga i tredici edifici pubblici in cerca d'autore. Il concorso,
chiamato B.ART e aperto fino alle ore 16 dell'11 giugno 2014,
presenta alcune novità, rispetto ad analoghe iniziative. Al termine,
verrà infatti selezionato un unico concept, realizzato poi sulle
tredici pareti cieche, come se fosse un racconto sul territorio e un'occasione per dare un'immagine unitaria ed evocativa.
Le facciate scelte sono
state selezionate dopo una lunga mappatura del quartiere e si trovano
sparse nella sua geografia, così da coinvolgere davvero tutta la
Barriera di Milano nel progetto. Si va dagli edifici in corso
Vigevano e in corso Novara, ai limiti meridionali del quartiere, fino
a quello selezionato in via Sempione, al confine settentrionale. In
mezzo ci sono scuole ed edifici di pubblica proprietà, sparsi tra corso Palermo,
via Botticelli, via Cruto, via Bologna o via Cherubini.
Il
progetto vincitore sarà scelto da una giuria di esperti, che opererà
una prima scrematura delle proposte pervenute, selezionando massimo
cinque finalisti. Quindi gli esperti, insieme a una giuria
di territorio, composta dai rappresentanti delle proprietà degli
edifici, delle scuole, delle associazioni operanti sul territorio e
dai cittadini che vorranno accreditarsi, sceglieranno il vincitore.
Nella cartella stampa di B.ART, disponibile sul sito del
concorso,
www.arteinbarriera.com,
Germano Tagliasacchi, direttore della Fondazione Contrada Torino
Onlus, uno dei promotori dell'iniziativa, insieme al Comitato Urban
Barriera di Milano, scrive un'interessante riflessione sul ruolo
dell'arte pubblica, tra presente e passato: "L'arte
pubblica promuove la trasformazione di spazio pubblico in
luogo pubblico perché è in grado, quando è eccellente, di
innescare processi di costruzione di nuovi significati , è capace di
rimettere al centro dell'incontro la rappresentazione dei sensi
comuni, dell'appartenenza, della cittadinanza. E questo si riallaccia
ad una tradizione tutta europea della città concepita e costruita
come opera d'arte. Le facciate delle case erano spesso quadri
all'aperto dove tutti, indipendentemente da censo, origini, gusti
culturali potevano osservarli. Pensate per un attimo all'unicità
degli affreschi delle facciate liguri, immaginate le quinte
affrescate purtroppo perdute della salita al Castello di Saluzzo
esempi di un irripetibile momento di splendore culturale europeo del
marchesato, ai palazzi affrescati a tappeto nelle città venete,
alla facciata allegorica dipinta da Giorgione sul Canal Grande
anch'essa purtroppo andata perduta. Non erano esempi di arte
pubblica? con dietro committenti spesso interessati alla loro stessa
celebrazione, ma non per questo disinteressati contemporaneamente a
contribuire allo splendore delle loro città. Gli artisti dal canto
loro migranti per eccellenza portavano con i pennelli nuovi linguaggi
che tendevano a rimescolare le tradizioni locali a suggerire visioni
alternative, ed in fondo anche ad ingentilire una vita spesso fatta
di stenti e di disincanto. Ritornando al presente come non
ricollegare certe espressioni dell'arte pubblica contemporanea alle
rappresentazioni di bisogni inesprimibili, di sentimenti e conflitti
comuni che non troverebbero altrimenti espressione e diritto di
cittadinanza? La street art non è forse anch'essa un riflesso di
istanze antiche e nuove insieme?"
La street-art come occasione di abbellimento della Barriera di Milano, ma anche di riflessione, di cultura e di crescita, in fondo. Anche nel quartiere ritorna un'idea cara alla Torino di questo terzo millennio: la cultura è occasione di crescita economica, in grado di richiamare turisti e di generare posti di lavoro. "L'ambizione per il futuro sarà quella di inserire le opere, sia quelle di B.ART che quelle già esistenti in Barriera, in percorsi virtuali e reali per la cittadinanza ma anche per il turismo culturale. Torino in cima alle città italiane come patrimonio di arte pubblica e come politiche per lo sviluppo della cultura può assumere, anche grazie a nuovi processi di partecipazione e di rigenerazione , un ruolo guida nel rinnovamento dell'arte pubblica" conclude Tagliasacchi.
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