Ai Musei torinesi piacciono gli incontri insoliti e inaspettati, tra epoche e artisti lontani. Ha iniziato la Galleria d'Arte Moderna, come ricorda
nel
suo sito: "Negli ultimi cinque anni ha visto accostati L'
Igloo
di Mario Merz ad
Aprile di Fontanesi, Giorgio Morandi e Fausto Melotti,
la
Saffo di Canova e l'opera di Marina Abramovic, fino alla recente
“ospitata” di
Bagnante al sole (
Arianna abbandonata) di De
Chirico all'interno dell'esposizione dedicata a Renoir, e al Fontanesi
tuttora esposto nella mostra dedicata a Omar Galliani".
La palla torna adesso alla Galleria d'Arte Moderna, che nella sua sede di via
Magenta 31, offre un altro regalo, ancora una volta in collaborazione con
Firenze (vedete com'è fruttifero 'unirsi invece di competere', come recitava
uno degli slogan più cari alla #MuseumWeek, su Twitter: con la Fondazione
Musei, che riunisce cinque Musei civici cittadini, sono arrivate queste
prestigiose collaborazioni fiorentine, a rendere Torino città in cui la cultura
si interroga).
Da oggi i visitatori possono ammirare il Ragazzo morso da ramarro
di Caravaggio, uno dei suoi quadri più celebri, prestato dalla Fondazione
Longhi fino al 15 giugno 2014. Dietro l'espressione sorpresa del giovane
ritratto, per il dolore e la sorpresa del morso, c'è anche una simbolica
perdita dell'innocenza, ci sono simboli come i frutti e i fiori in primo piano,
che danno una valenza erotica alla scena. C'è, soprattutto, l'elemento più
importante della pittura caravaggesca, la luce.
Un elemento che lo accomuna a Ettore Spalletti, protagonista della mostra Un
giorno così bianco, così bianco, che, unita a quelle in corso al MADRE di
NApoli e al MAXXI di Roma, vuole offrire un ritratto completo sul pittore
abruzzese.
"Punto di contatto ideale tra i due artisti, l'uso dell'elemento
luminoso. Il chiarore diffuso e intenso e le sfumature di bianco, rosa e azzurro
che caratterizzano il lavoro del maestro di Cappelle sul Tavo generando
un'atmosfera quasi rarefatta, vengono stravolte da una sorta di inversione, un
coup de théâtre espositivo ambientato nella sala che ospita il Ragazzo
di Caravaggio: un allestimento raccolto e luci soffuse che enfatizzano la
potenza della luce fuori campo - proveniente da una finestra chiaramente
riflessa sulla caraffa - che illumina il volto spaventato del giovane
protagonista del ritratto. Per Spalletti, dunque, la luce come espressione della
quiete e della pace interiore contrapposta alla visione di Merisi, in cui essa
rappresenta un mezzo per esaltare la forza e la drammaticità delle emozioni" scrive ancora la GAM sul suo sito web.
Da oggi torinesi e turisti potranno verificare 'sul campo', l'insolito e finora
inimmaginabile parallelo tra due artisti così significativi di tempi così
lontani.