Bello
quando all'estero scoprono Torino e si allontanano dagli stereotipi.
Il sito web spagnolo gastronomistas.com ha inviato la giornalista
Carme Gasull sotto la Mole per scoprire Torino come Città del Gusto. In Spagna, Torino
è soprattutto la città della Fiat e della Juventus (e non avete
idea di quanto possa essere scocciante per una granata dover dire che Torino è
la città della Juve, per aiutare a identificare la propria città),
per cui è sempre piacevolmente sorprendente leggere articoli che
scoprono la città e invitano a visitarla.
Perché Torino è la Città del Gusto? Ispirandosi al prefisso
telefonico torinese (le fonti di ispirazione sono sempre imperscrutabili),
Gasull offre 11 ragioni. Tra le prime, l'immancabile il gianduiotto, "il dolce più rappresentativo della città", che invita ad
assaggiare in una delle "tante (e buone) cioccolaterie",
considerate un "ulteriore monumento" torinese. Poi, pensando al
tapear spagnolo, il pellegrinaggio da un locale all'altro per
assaggiare le tapas e prendersi un bicchiere di vino, Gasull inventa
il cafetear e il gelatear: in ogni piazza torinese si troverà un
caffè e "sempre c'è un momento o una scusa per prenderne uno",
il must è ovviamente il bicerin; mentre i gelati indicati sono
quelli di Alberto Marchetti ("vedrete cos'è un bel gelatone per
soli 2 euro!") e il consiglio è di assaggiare il pallino, in corso
Vittorio Emanuele II 24 bis.
L'articolo si sorprende per la diffusione della focaccia a
Torino, considerando che uno dei piatti nazionali italiani è la pizza, ma la considera "senza dubbio il miglior fast-food". Consiglia anche di
non lasciare Torino senza aver assaggiato la cucina piemontese, alla
Taberna Libraria o al Ristorante Consorzio; quindi passa a ricordare
il vermouth, per assaggiare il quale indica i locali del Quadrilatero
Romano, e invita a mangiare da Eataly, "per le sue dimensioni, la sua ampia offerta di prodotti e
per la qualità dei prodotti", o da Pastis, "un locale di
atmosfere retro e cucina siciliana con un buon rapporto
qualità-prezzo-soddisfazione".
L'11° ragione per scoprire
Torino è un panegirico: Torino è una città grande e gentile. "La
sua gente, la sua cultura, la sua ricchezza, la sua bellezza e anche
la facilità con cui facilita le cose: a chi vive lì, a chi la
frequenta con assiduità e a chi la visita per la prima volta.
Gentilezza davanti allo straniero, allo sconosciuto, al nuovo, al
curioso, al malato... Sapevate che i grissini sono nati in questa
città per aiutare ad alimentare il piccolo Vittorio Amedeo II,
debole di salute?"
Ed è sempre interessante guardarsi con gli
occhi di uno straniero, soprattutto se proveniente da una cultura
conosciuta e amata come quella spagnola, le cui idiosincrasie sono
familiari tanto quanto quelle italiane (un articolo spagnolo che
resiste alla tentazione dei continui paragoni con la Spagna e apprezza ciò che si sta
descrivendo per quello che è, thanks!). Mi piace anche la
conclusione dell'articolo: "Torino ha molte etichette, quante
gliene vuoi mettere, ma non mettergliene una sbagliata. Es un gustazo
de ciudad" Torino ancora una volta sfuggente, difficilmente etichettabile, inafferabile, a misura di ognuno di noi, bello continui a essere vista così. Y muchas gracias, Carme!
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